
Con l’approssimarsi del 25 aprile, ci si avvicina anche al 48° anniversario della Rivoluzione dei garofani, pietra miliare nella storia del Portogallo. A quasi mezzo secolo, è importante affermare che non fu una semplice transizione da un regime all’altro, ma una vera e propria rottura. Una rivoluzione liberatrice, che ha profondamente inciso sulla vita nazionale con progressi e conquiste indelebili che sono ancora oggi valori e riferimenti fondamentali per la partecipazione e la lotta dei lavoratori, degli strati antimonopolistici e delle forze democratiche e progressiste, nella costruzione di un Paese democratico, sviluppato e sovrano.
Una Costituzione che definisce i principi dello Stato di diritto democratico e i principi dello Stato sociale, base per la costruzione del servizio sanitario nazionale, del sistema pubblico di sicurezza sociale e della scuola pubblica e che, anche se mutilata da revisioni approvate dalle forze politiche di destra di allora, rimane un riferimento essenziale nel quadro politico nazionale.
Il 25 aprile e i giorni seguenti (in modo particolare una settimana dopo) videro un forte intervento popolare nelle strade e nei luoghi di lavoro del Portogallo, incarnato in un 1° maggio in cui milioni di portoghesi manifestarono, per la prima volta in libertà, chiedendo una trasformazione sociale ed economica per i diritti del lavoro, sociali e civili, l’istituzione di una democrazia partecipativa e la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Furono rilasciati i prigionieri politici, legalizzati i partiti politici, istituita la libertà sindacale, democratizzate le strutture municipali, avviata una riforma agraria su un terzo del territorio del Paese con la creazione di centinaia di cooperative e unità di produzione agricola che generarono più di 50.000 nuovi posti di lavoro e portarono a un significativo aumento della produzione, la nazionalizzazione dei principali settori industriali, bancari e assicurativi con la creazione di un salario minimo per la prima volta e il controllo dei lavoratori sulla gestione in molte aziende.
Una rivoluzione profonda che, attraverso la potente azione delle masse popolari e con la lotta di liberazione nazionale, ha portato alla fine delle guerre coloniali e all’indipendenza delle ex colonie portoghesi in Africa.

Poiché la rivoluzione ha scosso tutti i vecchi poteri e privilegi di una minoranza sfruttatrice, le forze sconfitte nel 1974, il fascismo e i suoi eredi insieme alle forze politiche che conducono politiche di destra, neoliberali e antisociali, hanno cercato fin dall’inizio di soffocare la rivoluzione e le sue trasformazioni liberatrici.

Le conseguenze di questa controffensiva, che continua 48 anni dopo la gloriosa rivoluzione del 1974, sono oggi ben note. Da allora, i governi successivi subordinati al grande capitale nazionale, europeo e internazionale non hanno rinunciato a provare a rovesciare le conquiste di allora, aggravando i problemi strutturali del Paese, distruggendo gran parte del tessuto produttivo, imponendo bassi salari, precarietà e disoccupazione, approfondendo l’ingiustizia sociale, la disuguaglianza e la povertà: in breve, opponendosi e cercando di cancellare tutti i nobili obiettivi e ideali di aprile.

Ma nonostante questa violenta offensiva del capitale, ciò che la realtà del Portogallo di oggi continua a mostrare è l’impronta indelebile della Rivoluzione dei garofani e delle sue conquiste.
I lavoratori e il popolo portoghese sono impegnati in una lotta potente per difendere e affermare i valori del 25 aprile, proiettandoli nel futuro del Portogallo.

Commemorare il mese di aprile è quindi sempre un momento per ricordare la lotta per la libertà e la democrazia contro la dittatura fascista, ma contemporaneamente per esigere una politica e un percorso che risponda ai problemi del Paese e alle aspirazioni, ai diritti e agli interessi dei lavoratori e del nostro popolo, per un Portogallo che sia finalmente libero dallo sfruttamento, sviluppato e sovrano, con progresso, giustizia sociale e pace.
Siamo certi che è con questo stesso spirito e con la stessa determinazione che i lavoratori e il popolo italiano celebreranno il 25 aprile e la liberazione dal fascismo, affermando i valori della democrazia e della giustizia sociale. Da qui estendiamo la nostra fraterna solidarietà in questo stesso giorno di partecipazione e di lotta.
Fernando Maurício – Dipartimento Internazionale di CGTP-IN, membro del gruppo dei lavoratori del CESE
Pubblicato mercoledì 20 Aprile 2022
Stampato il 26/09/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/dal-portogallo-allitalia-e-festa-daprile/