L’eccidio delle Fosse Ardeatine, una tra le maggiori stragi nazifasciste della storia, è stata gestita dalle truppe tedesche il 24 marzo del 1944 in collaborazione con il governo della Repubblica Sociale italiana. Nelle cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina furono trucidati 335 uomini come rappresaglia per l’azione partigiana di Via Rasella, che il giorno precedente aveva causato la morte di 33 nazisti. Incaricato di stilare la lista fu il capo della Gestapo a Roma, Herbert Kappler. La regola era 10 a uno, dieci italiani per ogni tedesco ucciso, secondo le indicazioni dirette di Adolf Hitler. Nell’elenco vennero inclusi uomini e ragazzi, tra detenuti civili e militari, ebrei e semplici sospettati di antifascismo. A gestire materialmente la lista, spuntando i nomi delle persone che venivano uccise con un colpo di pistola alla nuca, fu il vicecomandante del quartier generale della Gestapo a Roma, Erich Priebke. Completate le esecuzioni, i nazisti fecero saltare gli ingressi delle cave per occultarne all’interno i cadaveri. Il riconoscimento delle vittime fu possibile solo dopo la Liberazione e per molti di quegli uomini fu necessario utilizzare i metodi del Dna.

Anche oggi, come ogni anno, la strage nazifascita è stata ricordata a Roma con una cerimonia istituzionale con la partecipazione delle più alte cariche dello Stato, guidate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Assente, perché in missione in Europa, la premier Giorgia Meloni, che ha voluto comunque rilasciare una dichiarazione da Bruxelles: “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine – ha detto Meloni – una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”.

Le parole di Meloni sono state commentate dal presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo: «La presidente del Consiglio sulle Fosse Ardeatine non ricorda tutto. Ha affermato che i 335 martiri delle Fosse Ardeatine sono stati uccisi ‘solo perché italiani’. È opportuno precisare che, certo, erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei. È doveroso aggiungere che la lista di una parte di coloro che, come ha affermato Giorgia Meloni, sono stati ‘barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste’, è stata compilata con la complicità del questore Pietro Caruso, del ministro dell’interno della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, del criminale di guerra Pietro Koch, tutti fascisti”.