
Un ponte che non unisce ma divide. Che non collega due sponde, ma scava un fossato tra il governo e le altre istituzioni dello Stato. È il Ponte sullo Stretto di Messina, simbolo di un’Italia che preferisce i sogni faraonici (e il turbinio di denaro pubblico che gli gira intorno) ai cantieri concreti. L’imposizione al confronto. A questo ponte ha dato il suo stop la Corte dei Conti con la bocciatura della delibera Cipess dello scorso agosto.

Non entrano nel merito dell’opera i magistrati contabili, non è il loro compito, ma quello che emerge — in attesa di leggere le motivazioni — è in ogni caso una bocciatura sonora, che fotografa le falle, ma forse è più appropriato dire voragini, del progetto: coperture incerte, danni potenziali, previsioni di traffico inverosimili, impatti ambientali nebulosi. Insomma, tutto ciò che un governo serio prenderebbe come occasione per fermarsi, riflettere, e — magari — ripensarci.

E invece no. Nell’immediatezza della decisione della Corte Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno addirittura accusato i magistrati contabili di essere non altro che burocrati. Peggio ancora, gli esecutori della “vendetta” della magistratura per la legge sulla separazione delle carriere e per la riforma della Corte dei Conti. Insomma “andiamo avanti”, manco a dirlo a testa alta (copyright Salvini), e chissenefrega.

Poi è maturata una decisione più sfumata. Il Governo ha deciso di non andare subito al muro contro muro ma di aspettare i rilievi della Corte. Forse la moral suasion del Quirinale, forse il fatto che il visto con riserva esporrebbe i nostri sgovernanti al rischio del danno erariale, forse perché troppo bullismo stroppia, fatto sta che le armi sono state riposte nella fondina. Ma attenzione, è solo apparenza. Le mani sono sempre sul grilletto. L’obiettivo di fondo non cambia. E l’obiettivo è lo svuotamento della democrazia, l’idea che chi ha il “popolo” dalla sua possa fare il suo porco comodo.
A Palazzo Chigi del principio della separazione dei poteri non sanno che farsene, per loro è roba che sa di vecchio. A chi il potere? A noi, tutto a noi, che diamine!
Per gli altri corpi dello Stato lo sfottò è solo mascherato. Giorgia Meloni, di fronte a una decisione istituzionalmente ineccepibile, si dice “incuriosita” dai rilievi della magistratura contabile. Una parola scelta con la nonchalance di chi commenta una notizia di costume, non, invece, un possibile sperpero di 13 miliardi di euro di denaro pubblico.
Curiosa? No, presidente Meloni, qui non c’è nulla da curiosare. Perché la curiosità istituzionale è solo il velo linguistico di un’arroganza politica: quella di chi non accetta che un organo indipendente le dica “no”.

“Sono incuriosita”. Una formula apparentemente innocua, quasi garbata. Ma dentro quella curiosità si nasconde un intero modo di intendere il potere. Perché la curiosità, nel linguaggio delle istituzioni, è l’atteggiamento di chi osserva da fuori, come se la cosa non lo riguardasse davvero. La curiosità è l’opposto della responsabilità.
Il suo è un gesto di potere sottile, quasi beffardo, che riduce la critica istituzionale a un fastidioso episodio da osservare con la lente della curiosità personale. È un modo per sminuire senza sembrare aggressivi, per delegittimare senza alzare la voce. Eppure, dietro quella parola si apre un vuoto di senso.

Perché la Corte dei Conti non è un interlocutore politico: è una delle poche voci tecniche rimaste a ricordarci che l’interesse pubblico non si misura a colpi di slogan. Sminuirla con un aggettivo anodino, è un atto di diseducazione istituzionale. È dire al Paese che la serietà è un fastidioso impaccio, che la legge può essere vista come un’opinione.
Il Ponte sullo Stretto non è insomma solo un’infrastruttura: è una metafora perfetta di un’Italia sospesa. E se davvero il Ponte si farà – e ci auguriamo di no, prima di tutto nell’interesse di quei territori – bisognerebbe prima costruirne un altro, invisibile ma necessario: quello del rispetto tra potere e organi di controllo, tra politica e verità. Solo allora potremo dire di aver veramente collegato qualcosa.
Pubblicato sabato 1 Novembre 2025
Stampato il 01/11/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/il-ponte-sospeso-giorgia-la-curiosa-e-la-corte-dei-conti/





