Monteiasi (wikipedia)

La delibera è registrata nell’albo pretorio comunale di Monteiasi, località di cinquemila abitanti nel Salento. L’atto della Giunta guidata dal sindaco Cosimo Ciura, lista civica, è il n. 46 dal titolo “Denominazione di vie e immobili comunali”. Di più non è possibile leggere perché il documento non ha allegati, forse in attesa di aggiornamenti del sito istituzionale.

Comunque è certo che nella toponomastica di Monteiasi ci sarà Almirante, parola di primo cittadino. Interpellato da una emittente televisiva web locale Curia replica così  alle lettere di protesta, compresa quella dell’Anpi ionica, e agli articoli di stampa critici della decisione ricevuti dalla redazione della tv: “Polemica spicciola, articoli di giornale con offese e illazioni”. Riservandosi inoltre di “verificare se ci sono responsabilità” e mostrandosi indignato perché la scelta della giunta sarebbe stata “sminuita”. Infatti  la delibera include l’intitolazione di edifici e strade pubbliche a “illustri concittadini” o a persone che hanno dato un grande contributo alla comunità e che dunque “meritavano un riconoscimento”: medici, ostetriche, attori.

Che Almirante non sia nato a Monteiasi e probabilmente mai ne ha calpestato il territorio non scoraggia un documentatissimo Ciura: in Italia sono oltre 200 le intitolazioni all’onorevole, personalità la cui “caratura è stata riconosciuta anche da personalità della sinistra”. Un esempio? La visita del segretario Msi alla camera ardente di Berlinguer, accolto da Pajetta. Non solo: Monteiasi ha una strada intitolata a Berlinguer, dunque…, e poi “siamo nel 2021 e si vanno a ricordare fatti addirittura del ’44. Ridicolo!”. In altre parole il sindaco sembra confermare quanto dichiara l’Anpi regionale Puglia: «Ormai da anni la toponomastica è divenuto uno dei terreni prediletti dell’iniziativa delle destre. Dove sono al governo degli enti locali, esse si affannano a intitolare strade, piazze, giardini a personaggi che hanno ricoperto i più alti gradi di responsabilità nelle istituzioni e negli apparati del regime fascista o che, nel corso della storia repubblicana, hanno tenuto viva la nostalgia di un passato che aveva privato la società italiana dei diritti e delle libertà fondamentali, e l’aveva spinta in una guerra costata lutti, sofferenze, privazioni e rovine incalcolabili».

Il cosiddetto “manifesto della morte” affisso nella primavera 1944 sui muri dei paesi dell’alta Toscana (in particolare nelle zone del Grossetano). Il bando è firmato dal futuro segretario Msi, Giorgio Almirante, allora capo di gabinetto del ministro della Cultura popolare dell’Rsi, Ferdinando Mezzasoma. Si annunciava la fucilazione “alla schiena” per “sbandati e appartenenti a bande” che non si fossero consegnati ai “posti militari e di Polizia Italiani e Tedeschi

Continuano i partigiani pugliesi: «Quando non sono dettati dallo scoperto intento di riabilitare il ventennio e i suoi epigoni, tali atti vengono giustificati dalla volontà di contribuire a una “riconciliazione” che superi le laceranti divisioni da cui è stata segnata la prima metà del Novecento, di favorire la costruzione di una “memoria condivisa” che riconosca le ragioni e i torti delle parti che si sono combattute in quella fase storica: con il risultato di svalutare la Resistenza, di negare il significato di essa in quanto evento fondativo della democrazia repubblicana, di equiparare fascismo e antifascismo, di omologare persecutori e perseguitati, carnefici e vittime».

In questo quadro, precisa l’associazione «s’inserisce la decisione della giunta municipale di Monteiasi di intitolare una via cittadina a Giorgio Almirante, che collaborò alla rivista antisemita La difesa della razza, fu capo di gabinetto del ministero della cultura popolare del regime fantoccio di Salò, partecipò attivamente alla repressione del movimento partigiano, fra i fondatori, prima, e poi a capo per circa vent’anni dell’Msi, il partito che si proclamava erede della scellerata esperienza della Repubblica sociale italiana».

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(Imagoeconomica)

Mentre il sindaco Ciura “annuncia di aver contattato “riferimenti politici nazionali, deputati e senatori” per dar vita a un’interrogazione parlamentare, l’Anpi fa appello al rappresentante sul territorio del Viminale: «Il coordinamento regionale pugliese dell’Anpi – conclude il comunicato – si unisce alla protesta del presidente provinciale Anpi di Taranto, fa appello alle forze politiche democratiche affinché rompano il loro imbarazzante silenzio e intervengano per impedire che si consumi l’ennesimo oltraggio alla coscienza morale e civile del Paese, chiede alle istituzioni pubbliche, a cominciare dall’autorità prefettizia, di garantire il rispetto dei principi e dei valori della Costituzione, che affonda le sue radici nella Resistenza e nella opposizione al fascismo».