Montecitorio, un momento della conferenza stampa sulla manifestazione nazionale No Ponte. Al tavolo, da sinistra: la deputata M5S Barbara Floridia, il deputato Pd Anthony Barbagallo e due rappresentanti di associazioni del Comitato No Ponte

La Sala stampa della Camera dei deputati ha ospitato, lo scorso 25 novembre, la conferenza stampa di presentazione del Corteo nazionale contro il Ponte sullo Stretto, che si terrà a Messina, domani 29 novembre. La manifestazione, promossa da oltre 80 associazioni, comitati, partiti, sindacati e movimenti, chiede di dismettere e archiviare il progetto del Ponte (e le relative spese) a favore di politiche di sviluppo reale e sostenibile, fondato sui bisogni dei territori. Durante la conferenza sono intervenuti parlamentari in rappresentanza di Pd, M5s e Avs e rappresentanti dei comitati e delle organizzazioni, che hanno illustrato le ragioni della contrarietà al progetto e dunque della mobilitazione di sabato.

(Imagoeconomica, Saverio De Giglio)

Dall’assenza di coperture finanziarie certe alla violazione delle regole ambientali e della concorrenza – motivi della bocciatura da parte della Corte dei Conti, che è stata pesantemente attaccata per aver svolto il proprio lavoro – fino alla presenza di elementi progettuali non definiti o incoerenti. Molti saranno inoltre i danni ambientali e paesaggistici, senza i quali l’opera non si può realizzare: espropri di terreni e case abitate e la cementificazione della campagna e della costa. Si temono inoltre squilibri nella spesa pubblica.

(Imagoeconomica, Saverio De Giglio)

Come impiegare i soldi è ovviamente una determinante scelta politica. Ogni investimento economico sottende infatti a giudizio di valore: stanziare fondi per un determinato progetto significa, necessariamente – non essendo alcun bilancio infinito – sacrificarli per un altro. Una scelta da compiersi con ancora maggiore ponderazione e serietà se i soldi sono pubblici, e dunque della collettività. In un Paese in cui la pressione fiscale è molto alta e nonostante ciò, causa investimenti inutili o addirittura dannosi, si pensa alla corsa al riarmo, mancano i soldi per una sanità efficiente. “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi”, diceva Enrico Berlinguer sulla Questione morale.

Rendering del progetto Ponte sullo Stretto di Messina (Imagoeconomica, via società Stretto di Messina)

Tutti gli intervenuti alla conferenza stampa hanno fatto notare che il Ponte è inutile e dannoso, e se anche fosse utile non sarebbe certamente, in ogni caso, una priorità. I soldi che ci sono andrebbero destinati ad altro. In Italia le priorità su cui investire sono welfare, sanità, istruzione, diritto alla casa, contrasto alla povertà, sviluppo e tutela della cultura e così via. E nel Mezzogiorno, che sconta disastrose disuguaglianze territoriali, ancor di più.

(Imagoeconomica, Carlo Carino by Ai Mid)

Una sempre più inefficiente sanità pubblica costringe gli italiani, e soprattutto chi vive al Sud, a pagare cifre spesso importanti per essere curati privatamente o a ricorrere alla triste pratica del turismo sanitario, al dover cioè partire per accedere alle cure altrove. Ci sono zone in cui le ambulanze sono poche e, se colpiti da un infarto, si muore. Il diritto all’istruzione in tutta Italia e specialmente nel Mezzogiorno è ostacolato dai pochissimi fondi destinati all’edilizia scolastica. La dispersione scolastica e l’analfabetismo funzionale sono in costante aumento, come se una democrazia possa sopravvivere senza la cultura, la consapevolezza e l’impegno dei propri cittadini.

Spesso gli studenti del Meridione si sentono costretti a dover migrare nel resto del Paese per studiare, in cerca di possibilità che a casa non sentono di avere. Per non parlare della mobilità. I pochi aeroporti e le vecchie, inefficienti e parziali infrastrutture ferroviarie costringono a viaggi complicati e spesso infiniti chi intende raggiungere il Sud o muoversi tra le città.

L’ha scritto bene Lino Patruno sul Corriere del Mezzogiorno: “Se sei un bambino di Crotone corri un rischio doppio di morire nel primo anno di vita rispetto a uno di Pavia. Se sei un vecchio di Potenza non puoi essere curato come uno di Padova e muori tre anni prima. Se sei di Alessandria hai l’assistenza domiciliare e a Campobasso no. Se vai a scuola a Caserta hai un insegnante ogni venti alunni e a Modena uno ogni dieci. Se sei l’università di Foggia ti danno meno fondi di quella di Bologna. Se sei un lavoratore di Cosenza ti pagano meno di uno di Verona. Se stai a Torino hai un treno ad alta velocità ogni venti minuti con Milano e fra Bari e Napoli nessuno”.

Immagine dal video ufficiale No Ponte che potete vedere integralmente qui sotto

Ecco allora quali sono le priorità, nel Mezzogiorno e in tutta Italia! E la manifestazione di domani lo dirà chiaramente: sperperare decine di miliardi di euro di fondi pubblici nel progetto del Ponte è una beffa, oltre al danno. Investire nel Mezzogiorno significa lavorare per ridurre le disuguaglianze, e cioè lavorare per realizzare, quanto più possibile, il progetto sociale della Costituzione.