(foto Sabatello)

Papa Francesco e i maestri buddisti laici Tsunesaburō Makiguchi, Josei Toda e Daisaku Ikeda. L’hibakusha, sopravvissuta, a Hiroshima Setsuko Thurlow e testimonial dal mondo dello spettacolo come il conduttore radiofonico Antonello Dose, gli attori Filippo Timi, Michela Andreozzi, Paola Minaccioni, Greta Ragusa e la cantante Carmen Consoli. C’è un filo rosso che unisce società civile e confessioni religiose nella mostra itinerante SenzAtomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari. A Roma all’Ospedale delle Donne (piazza S. Giovanni in Laterano 74, dal lunedì al giovedì h9-19 e dal venerdì alla domenica 9-20, chiusa la domenica di Pasqua), ingresso gratuito, fino 18 maggio, in seguito farà tappa in altre città italiane.

(Nella tappa di Brescia, dal sito della mostra – www.senzatomica.it)

Realizzata dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai nella Capitale in partnership con Ican, l’International Campaign to abolish nuclear weapons, che nel 2017 ha vinto il Nobel per la pace, il sostegno di Roma Capitale e il patrocinio di Regione Lazio; Città Metropolitana di Roma Capitale; Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Anci, l’Associazione nazionale Comuni italiani; RUniPace, la rete degli atenei per la Pace, a documento di quanto sia trasversale il timore della fine atomica, la mostra vuole porre l’attenzione sulla minaccia costituita dalla proliferazione delle armi nucleari, in questi giorni più attuale che mai, per far riflettere su quale possa essere il contributo di ogni persona nella strada verso il disarmo (nella Capitale, le classi scolastiche partire dalla IV elementare possono prenotarsi scrivendo a scuole.roma@senzatomica.it).

La mostra itinerante fa parte di una campagna per chiedere la ratifica da parte dello Stato italiano del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) approvato all’ONU il 7 luglio 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021 (da www.senzatomica.it – foto Raffaella Conti)

Il filo conduttore è il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, Tpnw, il primo strumento internazionale legalmente vincolante, approvato dall’Onu nel 2017 ed entrato in vigore nel 2021 dopo la ratifica del cinquantesimo Stato, che proibisce agli Stati membri la produzione, l’acquisizione, l’uso e la minaccia d’uso di armi nucleari, rendendole di fatto illegali sui loro territori. L’Italia lo ha sempre ignorato, sebbene nel percorso della mostra vengano illustrati i risultati di un sondaggio realizzato da Ican tre anni fa, che vede oltre il 70% degli italiani intervistati favorevole all’adesione.

I video immersivo e quello con la simulazione grafica sono in calce all’articolo, scaricabili

SenzAtomica si compone di cinque aree. Nell’atrio si può assistere in video alle esperienze dei sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki, subito dopo ripercorrere le tappe storiche che hanno caratterizzato il prima e il dopo lo scoppio degli ordigni sulle due città giapponesi, anche attraverso visori in realtà virtuale.

(foto da www.senzatomica.it – Arnaldo Albertoni per Senzatomica)

Particolarmente interessante la parte dedicata alle spese per gli arsenali atomici: nel 2021 i nove Stati possessori di armi nucleari hanno speso 82,4 miliardi di dollari in ordigni, più di 156 mila dollari al minuto, con un aumento di 6,5 miliardi rispetto al 2020. La stessa Italia, che ospita sul proprio territorio le testate statunitensi delle basi Nato di Ghedi e Aviano, secondo il rapporto del 2022 di Mil€x – Osservatorio sulle spese militari italiane, investe tra i 120 e i 150 milioni l’anno. Eppure, uno studio del 2019 di Stockholm International Peace Research Institute, Sipri, illustra come un taglio del 5-10 % di quelle spese libererebbe fondi per raggiungere uno dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda Onu 2030, l’eliminazione della povertà (Obiettivo 1), il miglioramento degli standard sanitari (Obiettivo 3) o la lotta al cambiamento climatico (Obiettivo 13).

Interessante, e agghiacciante allo stesso tempo, anche una simulazione infografica che mostra che cosa accadrebbe a Roma se venisse colpita da una bomba simile a quella lanciata nel ’45 su Hiroshima, oppure da un moderno ordigno W76 da 100 kilotoni.

(foto da www.senzatomica.it – Raffaella Conti)

Il percorso della mostra si conclude sottolineando come nel tema del disarmo ognuno può scegliere di diventare parte attiva, con un tavolo di laboratori dedicati agli alunni delle scuole, ma anche ai visitatori adulti, e un “tunnel delle intenzioni” dove un microfono aperto registra (in forma anonima) emozioni, commenti, risoluzioni, di ciascun visitatore.

La direzione artistica della mostra è di Massimo Pitis con il team “Pitis e Associati”, Luca Barcellona, calligrafo di fama mondiale, ha lavorato al logo della campagna.

Elisabetta Colangelo, giornalista