Predappio_Casa_del_FascioChe fare della ex Casa del fascio di Predappio? Sui quotidiani dei giorni scorsi ci si è soffermati sulla proposta di farne un centro di documentazione sul ’900. Altri paventano il rischio che diventi una sorta di bislacco “luogo di culto” per nostalgici.

La segreteria nazionale dell’ANPI ha espresso la sua posizione in un comunicato: «In merito alla vicenda della realizzazione di un “museo del fascismo” a Predappio, la segreteria nazionale dell’ANPI precisa che l’Associazione ha partecipato alla discussione sul progetto di ristrutturazione di un edificio cadente esclusivamente come osservatrice. La nostra posizione – si sottolinea – è di ferma contrarietà a qualsiasi iniziativa celebrativa del fascismo. Altro sarebbe, ad esempio, l’ipotesi di dar vita ad un centro studi sulle dittature del Novecento che evidenziasse, in particolar modo, l’aspetto preponderante del fascismo ossia gli atroci crimini commessi nel corso di tutta la sua esistenza». In una recente dichiarazione, l’assessore alla Cultura dell’Emilia Romagna Massimo Mezzetti ha avanzato la proposta di dar vita a “un centro vivo di riflessione, studio, documentazione e divulgazione contro tutte le forme di dittatura”.

Abbiamo chiesto l’opinione di Luciano Guerzoni, Vicepresidente nazionale Vicario dell’ANPI.

“Da decenni – ha sostenuto Guerzoni – l’ANPI sollecita la politica, lo Stato e le istituzioni sulla necessità di liberare Predappio da quella sorta di macabro e permanente teatro che recita, anche con frequenti raduni di squadristi, apologia del fascismo. Connivenze colpevoli di poteri pubblici e trascuratezze delle stesse forze democratiche, non lo hanno ancora reso possibile. Eppure è ciò che si deve innanzitutto alla memoria dei tanti partigiani di quel territorio, che l’esser nati dove è nato Mussolini non ha loro impedito di schierarsi contro la dittatura e per la libertà”.

Che fare dunque della ex Casa del Fascio? “Che si proceda ora al restauro del contenitore di proprietà comunale che a suo tempo ospitava la Casa del Fascio, pregevole testimonianza di architettura razionalista, è nelle cose; – ha continuato Guerzoni – del resto la stessa residenza di famiglia del Duce è ora sede del Comune. Nei suoi saloni si celebra il 25 Aprile.

Sull’uso futuro di quel contenitore la discussione è in corso. L’ANPI vi partecipa in piena autonomia, come osservatore, senza dar luogo a commistioni di sorta. Ad un museo celebrativo del fascismo siamo contrari. Sarebbe l’opposto di quel che serve. Un centro europeo di documentazione sulle dittature del ’900 ed in particolare di quella fascista, può essere un percorso progettuale da verificare. In ogni caso è per noi pregiudiziale che la storia del fascismo non la si rappresenti depurata dalle tragedie e dalle nefandezze omofobe e razziste di cui si è reso responsabile. Freddezza della storia e calore della memoria dovranno ancora una volta intrecciarsi”.