Gli antifascisti di Treviso non ne possono davvero più dei numerosi, incontestabili episodi di propaganda fascista. Lo ha detto chiaro e tondo il presidente dell’Anpi provinciale di Treviso, Giuliano Varnier, non solo alla stampa locale, ma soprattutto al prefetto di quella città, Angelo Sidoti, con un esposto. Calendari esibiti in bella vista nelle edicole della provincia, come a Conegliano e a Mogliano, bottiglie di vino in locali pubblici con etichette che ritraggono Hitler e Mussolini, saluti romani e motti di regime come “Tireremo dritto”. Si tratta in tutti i casi, inequivocabilmente, di immagini e messaggi inneggianti al fascismo e al nazismo, e ad alcune tra le peggiori e più violente delle loro “imprese”, come la conquista d’Africa.

Però la goccia che ha fatto traboccare il vaso è dello scorso 4 settembre quando, durante la festa delle associazioni del Comune di Conegliano, allo stand dell’associazione paracadutisti (Anpdi) – situato proprio di fronte a quello dell’Anpi locale – è stata esposta una maglietta “targata” 281022, ossia la data della marcia su Roma, di cui quest’anno ricorre il centenario. Gli antifascisti al banchetto hanno immediatamente chiamato la polizia locale che ha provveduto a far rimuovere la t-shirt incriminata: a poco sono servite le vili scuse addotte da chi l’aveva esposta, ritenute “incredibili” (“è la targa di un’auto d’epoca”) dallo stesso comandante della polizia municipale, Claudio Mallamace.

La maglietta è stata ritirata e tanto basta, per esempio, al sindaco di Conegliano, Fabio Chies, che vorrebbe chiudere qui lo spiacevole episodio, senza stigmatizzarlo. Ma il presidente dell’Anpi di Treviso è di un altro parere: l’ormai prossima scadenza elettorale con cui, stando ai sondaggi, si configura una vittoria della coalizione di centrodestra a guida di un partito dai trascorsi equivoci e nostalgici, rischia di legittimare alcuni ambienti e persone ad alzare i toni. Non c’è da minimizzare o soprassedere, ma da vigilare e segnalare, sia da parte degli iscritti Anpi sia dei semplici cittadini, e pretendere che le autorità facciano altrettanto o, quantomeno, accertino e intervengano laddove è pervenuta una denuncia. Per questo l’Associazione dei partigiani trevigiani ha approntato un dossier che raccoglie tutto il materiale relativo a gadget, oggettistica, manifesti e locandine più o meno espliciti che incitano al fascismo e al razzismo, e ha indirizzato, l’esposto al prefetto Sidoti: tali comportamenti e materiali, infatti, violano non solo lo spirito della XII disposizione transitoria e finale della  Costituzione, ma anche la legge Scelba (che la attua) e la legge Mancino.

A seguito di tali iniziative, lo scorso lunedì 12 settembre, il presidente Varnier è stato convocato alla Digos che intende non solo far chiarezza sull’episodio accaduto alla festa delle associazioni, ma anche prevenire e arginare ogni altro simile evento nell’anno cruciale del centenario della marcia su Roma. L’Anpi è contenta e soddisfatta di quanto sta avvenendo: l’interessamento e l’intervento delle autorità sono fondamentali affinché le segnalazioni non cadano nel vuoto e vi sia massima collaborazione tra cittadini, associazioni e istituzioni per preservare e difendere la democrazia della Repubblica, sancita dalla Costituzione. Carlo Smuraglia, avvocato, partigiano, amato e compianto presidente emerito dell’Anpi, avrebbe definito “antifascismo quotidiano” quanto fatto dagli antifascisti trevigiani e da molti altri come loro in tutta Italia: un insieme di attenzione, sensibilità e rigore civici e democratici che dovrebbe caratterizzare ogni cittadino e aiutare, se serve “pungolare”, le istituzioni a svolgere il loro dovere e ad applicare rigorosamente le leggi.