È significativa la canzone strafottente che il lettore può trovare agevolmente a pagina 192, cantata a voce alta dai militari fascisti prima della battaglia di Monticchiello (provincia di Siena). La canzonaccia (come la chiamavano i partigiani, anch’io fra questi, impegnato fra Mestre Treviso, Belluno, Feltre) era questa:
“Le donne non ci vogliono più bene/ perché portiamo la camicia nera/hanno detto che siamo da galera/hanno detto che siamo da catene./L’amore coi fascisti non conviene,/meglio un vigliacco che non ha bandiera/uno che serberà la pelle intera/uno che non ha sangue nelle vene./Ce ne freghiamo. La signora Morte: fa la civetta in mezzo alla battaglia: si fa baciare solo dai soldati./Forza ragazzi fategli la corte /dategli un bacio sotto la mitraglia,/Lasciate le altre donne agli imboscati”.
Non c’è bisogno di commenti. Il disprezzo per la dignità femminile è fin troppo evidente. Non sarà fuori luogo informare il lettore che il testo è stato pubblicato più volte (anche nella terza edizione del libro “Le SS italiane” pagine 9 e 10, 2002, Teti Editore, Milano).
Questo libro nasce soprattutto per recuperare la memoria, non disperderla. La prefatrice annota che “è compito che Roberto Pagliai si è prefisso con questa ricerca durata tre anni, nella consapevolezza che ogni testimonianza persa è un patrimonio umano irrimediabilmente compromesso per le generazioni a venire (…) Pagliai si è messo sulle tracce degli ultimi testimoni/protagonisti delle vicende della Resistenza nelle terre della Val di Chiana e della Val d’Orcia, luoghi che gli sono familiari per origini e radici, offrendoci con le interviste ai partigiani (…) uno spaccato vivo di memoria e storia locale (…) arricchendole di particolari inediti o trascurati”.
I sette intervistati sono Aristeo Biancolini, Dino Faleri, Ottorino Malfetti (arrestato e mandato al lavoro forzato nei campi di prigionia in Germania), Tranquillo Capitoni, Marino Mazzini, Francesco Tiezzi, Alberto Alini (ferito in combattimento), stessa generazione, impegno partigiano in gruppi o formazioni diverse. Tutte le testimonianze descrivono appoggi e aiuti di vario ordine da parte della popolazione, pur sapendo e molti subendo, angherie, arresti, bastonature, casali dati alle fiamme ad opera dei tedeschi occupanti, molto spesso mescolati ai soldati fascisti italiani. Non mancavano i delatori per denaro oppure i finti amici, tesi a carpire notizie atte a organizzare rastrellamenti, perquisizioni negli appartamenti, ricerche di giovani renitenti alle chiamate alle armi del generale Rodolfo Graziani e del capo delle brigate nere Alessandro Pavolini.
Questo è un libro importante, denso di notizie che meritano conoscenza e riflessione. L’edizione è arricchita da documenti e fotografie di notevole interesse. L’autore ha studiato sociologia all’Università La Sapienza di Roma; è insegnante di Scuola superiore. Silvia Calamandrei è Presidente della Biblioteca Archivio “Piero Calamandrei” istituzione del Comune di Montepulciano.
Pubblicato venerdì 11 Settembre 2015
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