De Angelis è andato soprattutto alla ricerca dei momenti di “transizione” che hanno indirizzato le scelte dell’ANPI, producendo mutamenti e accelerazioni. A partire dalla rottura dell’unità partigiana, con la scissione e la fuoriuscita dei rappresentanti delle Brigate del Popolo e di quelle Autonome, all’indomani del 1° Congresso e alla vigilia delle elezioni del ’48, per proseguire con la battaglia politica contro la cosiddetta “legge truffa” nel ’53 e con le lotte per contrastare la svolta reazionaria del governo Tambroni nel 1960. Nei decenni successivi avviene il passaggio da una fase mutualistica e assistenziale, che aveva visto l’Associazione investita del ruolo istituzionale per le pratiche di riconoscimento delle qualifiche partigiane, nonché in prima fila nel reinserimento dei combattenti nel tessuto sociale e produttivo del Paese, verso un’azione per la tutela della memoria e del patrimonio ideale ispiratore della Resistenza e della Costituzione. Un momento simbolico è la chiusura (alla fine degli Anni 50) dei Convitti-scuola Rinascita, innovativa formula di formazione, specializzazione e avviamento al lavoro in cui, per tutto il periodo della Ricostruzione, si sperimentarono i primi abbozzi di stage aziendali e, contemporaneamente, si svilupparono i princípi e le pratiche per una scuola democratica. Altro filo da seguire nel libro è la costruzione di una autonomia dell’ANPI dalla politica dei partiti e degli schieramenti, passo dopo passo, scelta dopo scelta, nel difficile contesto interno e nella logica sovranazionale dei “blocchi” contrapposti.

Non mancano nel volume di De Angelis dettagliate sezioni dedicate ai profili dei protagonisti degli oltre settant’anni di vita associativa, a cominciare naturalmente da Arrigo Boldrini, il “Comandante Bulow”, Presidente ininterrottamente dal 1947 al 2006, così come al ruolo delle donne e del coordinamento femminile dell’ANPI. In appendice, oltre a un rapido corredo iconografico, è inserita un’ampia intervista ad Andrea Liparoto, dal 2009 responsabile nazionale della comunicazione, nella quale sono illustrate le strategie per veicolare e ribadire “autorevolezza” e “autonomia” della parola dell’ANPI.
Obiettivo tanto più determinante oggi, in quanto la “nuova stagione” dell’ANPI, con la recente 16ª campagna congressuale, ha innescato definitivamente l’ingresso delle nuove generazioni ai vertici dell’Associazione, a livello nazionale e locale. E obiettivo primario della rinnovata presidenza di Carlo Smuraglia è proprio la formazione interna al più alto livello possibile. Anche sulla storia dell’ANPI, minimo comun denominatore per dirigenti e iscritti.
Daniele De Paolis, giornalista
Pubblicato venerdì 23 Settembre 2016
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