“Se si guarda giù da qualche slargo della strada, verso il fondovalle, si può scorgere il cimitero del paese: nell’aprile del ’45, in quel fazzoletto di terra recintato erano raccolte le salme di più di venti partigiani”. La citazione è tratta da Appuntamenti con i “fuorilegge”, Impremix Edizioni Visual Grafika, l’ultimo libro di Pier Giorgio Betti sulla Resistenza in Valle d’Aosta e specialmente nella zona di Fenis.
Centro della media valle, tra la piana e le prime balze della montagna, Fenis, che fu culla e poi instancabile motore del movimento partigiano, il 5 giugno 2020 ha conferito a Betti con voto unanime la cittadinanza onoraria del comune “quale riconoscimento e gratitudine per il prezioso e costante contributo profuso con i suoi scritti per il mantenimento e il recupero della memoria di tutto il periodo della Resistenza in Valle d’Aosta in particolare a Fenis”.

Torinese, classe 1930, giornalista, iscritto alla sezione Anpi “Renato Martorelli”, Pier Giorgio Betti aveva tredici anni quando le truppe naziste occuparono la Valle d’Aosta nel settembre ’43. Collaboratore della Banda Lexert-183° Brigata Garibaldi in cui militava suo fratello Valerio, Caduto in combattimento nel febbraio ’45, Betti è stato poi “garibaldino a tempo pieno” dalla Liberazione allo scioglimento delle formazioni partigiane. È benemerito della Resistenza. Quelli della Morgnetta e Fucili e fiamme all’ombra della Charmontane sono gli altri suoi libri sulla guerra antinazista.
Pier Giorgio Betti, giornalista torinese, classe 1930, intervistato per il progetto “Noi partigiani” , racconta la sua esperienza nella 183° Brigata Garibaldi, la dolorosa morte del fratello e il profondo legame con la montagna.
Pubblicato giovedì 24 Giugno 2021
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