«L’ora blu delle fiabe – Nel ghetto di Theresienstadt» di Ilse Herlinger Weber
Paoline Editoriale (2014), pag.155, Euro 15,00
Sono venti fiabe ebraiche, quelle raccolte in questa antologia: pubblicate nel 1929 in Cecoslovacchia, quando l’Autrice, Ilse Herlinger, era una giovane promessa della letteratura per l’infanzia.
Quando l’8 febbraio 1942 viene deportata a Theresienstadt, Ilse, nella certezza di poter essere di aiuto nel ghetto, si presenta subito come infermiera e assume la direzione del reparto riservato ai bambini malati. Pensava sempre a come poter offrire ai suoi assistiti un motivo di gioia, come nell’ora blu delle fiabe, un momento tanto atteso dai bambini, prima di prendere sonno, quando cercava di ricreare in un ambiente di quotidiano dramma, il calore e l’ordine di una casa perduta. “Il blu del crepuscolo nella stanza dei piccoli malati” è il titolo di una poesia di Ilse. Questi i primi versi: “Si stinge a ovest il bagliore del giorno,/nell’infermeria scivola la luce del crepuscolo,/lieve sfiora i letti dei piccoli malati/e si posa su guance che la febbre arrossa./ È l’ora delle fiabe/e nell’aria è tutto un bisbiglio e un sussurro”.
In un universo, in cui i piccoli ebrei di Theresienstadt sono costretti a una convivenza forzata, la voce di “zia Ilse” – come la chiamavano – ferma il tempo e li accompagna in luoghi d’incanto, penetra i loro incubi dà un volto alle loro angosce e crea un ancoraggio nella libertà perduta, facendo risuonare e riemergere il loro mondo interiore.
Therensienstadt, Terezin in ceco, fu realizzata per volontà dell’imperatore Giuseppe II, a sessanta chilometri a nord di Praga, fra il 1780 e il 1790. Circondata da bastioni di protezione, con caserme al suo interno, provvista di porte d’accesso di sicurezza e fossati profondi, non fu mai al centro di combattimenti, ma fu individuata dai nazisti, alla fine del 1941, come campo di raccolta e di transito degli ebrei, per la successiva deportazione nei campi di sterminio. In grado di accogliere 7.000 persone, fu trasformata per riceverne 85.000. Dei circa 140.000 ebrei giunti a Therensienstadt, ne morirono nel ghetto circa 33.500. Oltre 88.000 furono deportati a est e di questi ne sopravvissero 3.500. L’8 maggio del 1945 vennero liberate dall’Armata Rossa solo 17.242 persone. Si moriva di stenti, di dissenteria e di epidemie.
15.000 furono i bambini e i neonati ebrei deportati a Terezin. Dopo la guerra ne ritornarono solo un centinaio e nessuno di questi aveva meno di 14 anni. Definita “Altersghetto” (ghetto per anziani), è entrata nella memoria collettiva per essere stato il campo di concentramento dei bambini.
Questa edizione delle fiabe è il frutto anche dell’impegno, in ambito scolastico, degli studenti di alcune classi del Liceo Linguistico e del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Civitanova Marche, che hanno realizzato i disegni che illustrano i racconti. La docente Rita Baldoni ha ideato e coordinato l’opera nel suo complesso, tradotto e curato il volume, presentato al concorso “I giovani ricordano la Shoah” (2014). L’aspetto artistico è stato guidato dal Prof. Maurizio Bravetti.
Ilse Herlinger Weber (Witkowitz, 1903-Auschwitz, 1944). Poetessa e autrice di fiabe di successo, ha lavorato, dal 1933 al 1938, per varie emittenti radiofoniche. Nei due anni di internamento a Terezin si dedicò completamente alla cura dei piccoli malati. È morta nel campo di concentramento con suo figlio Tommy, mentre il marito Willi Weber è riuscito a sopravvivere.
Pubblicato martedì 8 Settembre 2015
Stampato il 03/06/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/librarsi/le-fiabe-i-bambini-la-shoah/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Donatella Alfonso, Laura Amoretti e Raffaella Ranise, “Destinazione Ravensbrück. L’orrore e la bellezza nel lager delle donne”, edizioni All Around, 2020, pp 142, € 15,20
Una ricostruzione storica delle cittadinanze onorarie conferite dai Comuni italiani a Benito Mussolini. Nell’avvicinarsi del centenario delle prime attribuzioni dopo la circolare Acerbo, a giugno in Terra di Lavoro e poi a Firenze, i mancati conti con la storia e il valore sempre più attuale della presa di distanza
Questo sito utilizza cookie per offrirti un’esperienza di navigazione ottimizzata. Scrollando, cliccando su un qualsiasi elemento della pagina, o chiudendo questo banner acconsenti all’uso dei cookie. Consulta la nostra cookie policy per saperne di più sui cookies e come negare il consenso all’utilizzo. OKLeggi informazioni sui cookie
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.