Roma, Casa della Memoria. Presentazione del libro del gruppo scout Roma 8: da sinistra Gianni Focacci (Aned); Alberto di Cansiglio; la scout moderatrice dell’incontro, Sara El Jaafari; Paolo Papotti, Anpi nazionale; il regista e scout Gianni Aureli

“Una mattina mi son svegliato… La lotta partigiana raccontata attraverso i canti della Resistenza” è il titolo che i ragazzi di 15 e 16 anni del noviziato del Gruppo scout Agesci Roma 8, con sede nel quartiere Delle Vittorie di Roma, hanno scelto per il libro presentato lunedì 17 febbraio 2020 presso la Casa della Memoria a Roma.

Il libro, a cura di Tiziano Voli, è diviso in due parti.

Nella prima parte i ragazzi hanno ricostruito la cronologia dei terribili eventi avvenuti in Italia dal 1919 al 1945, ripercorrendo le tappe fondamentali dall’instaurazione del regime fascista, dell’occupazione nazista dell’Italia, della Resistenza e della lotta di Liberazione.

Nella seconda parte troviamo una raccolta di canti partigiani che testimoniano vicende, lotte, battaglie e storie personali di chi ha liberato l’Italia.

L’idea è nata – raccontano i ragazzi – quando hanno cominciato a chiedersi quale fosse il significato di quei brani che spesso si suonano e si cantano al tepore dei fuochi serali nelle attività estive, ma soprattutto chi fossero quelle persone di cui si narrano le gesta.

Il lavoro è iniziato un po’ per gioco, un po’ per curiosità, ma – continuano i ragazzi – ci ha letteralmente aperto un mondo. Ci siamo appassionati alle vicende delle lotte partigiane, in risposta a un ventennio di oppressione e alle vicende di una guerra e un’occupazione devastante per tutto il popolo italiano.

Mi sembra importante, lasciare spazio alle loro parole.

Solo posti in piedi alla Casa della Memoria di Roma, lo scorso febbraio, per la presentazione del libro “Una mattina mi son svegliato…”

«Il nostro è un tempo in cui la memoria di quanto accaduto si sta iniziando a perdere, in cui un numero sempre più elevato di adolescenti e giovani si definisce, senza reale consapevolezza, “fascista”. Per moda, per contrapposizione o per un semplice bisogno di connotarsi. Quindi, a causa di questa diffusa disinformazione, senza consapevolezza del male che ha portato il fascismo, c’è chi ancora oggi sostiene fieramente quegli ideali. Dimenticando ciò che è successo, anche perché i testimoni diretti degli anni della guerra sono sempre meno, il rischio di ripetere i medesimi errori è sempre più grande. Ogni idea, pensiero, ideologia, atteggiamento o azione pregna di violenza, razzismo, discriminazione e oppressione può far rinascere il fascismo. E per chi pensa che il fascismo sia morto decenni fa e non possa rinascere nella stessa forma, noi rispondiamo che non sarà la forma a ripetersi, ma che sarà l’ideologia a prendere nuovamente vita, continuando a sostenere tali principi. Ancora una volta, anche in questo caso, dobbiamo guardarci non dal pericolo di un colpo di stato ma dal subdolo insinuarsi, giorno dopo giorno, di ideologie di stampo fascista che, come nel ventennio, porteranno inevitabilmente alla perdita della libertà. Siamo fermamente convinti che nulla dell’ideologia e dell’operato fascista abbia portato il men che minimo beneficio all’Italia e al popolo italiano. È quindi fondamentale tenere accesa la memoria degli eventi del passato, per poterne riconoscere le caratteristiche qualora si manifestassero ancora nel tempo presente. Riteniamo che il compito di noi giovani, d’ora in poi, sia quello di mantenere viva questa coscienza, trasmettendola alle nuove generazioni. La memoria è una necessità, un dovere nei confronti di chi oggi non c’è più, perché ciò che è stato non si ripeta».

Questo è il punto di vista dei ragazzi, esposto durante la presentazione del libro. Di fronte alla platea gremita di genitori e amici, i ragazzi si sono schierati ed hanno preso una parte netta e definita: «Noi ci dichiariamo, infatti, antifascisti».

Alla presentazione sono intervenuti: chi scrive per l’Anpi nazionale; Gianni Focacci dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti); Alberto Di Consiglio (figlio dell’eroe del ghetto di Roma Pacifico di Consiglio, detto Moretto) e Gianni Aureli (regista del film “Aquile Randagie”).

Molte le giovani donne tra gli scout. Foto di gruppo con il regista e scout Gianni Aureli e le ragazze e i ragazzi del gruppo scout Agesci Roma 8 in occasione della presentazione del libro

Sono emerse parole di apprezzamento, sia per il lavoro svolto sia per come è stato confezionato, ma soprattutto per i contenuti. Tutto ciò ha fornito un contributo entusiasta alla buona riuscita della serata in cui si sono inseriti i canti scelti dai ragazzi che, accompagnati dalla chitarra, hanno dato esempio di quanto un bel canto possa aiutare a capire.

Personalmente, ho potuto confermare la sciocchezza di alcuni miti negativi riferiti alle “giovani generazioni”. Il primo: non è vero che tutti i giovani sono disinteressati. Il secondo: non è vero che non hanno voglia di impegnarsi. Ma soprattutto che questo interesse e questo impegno possono essere utili ad educare le generazioni di adulti. La funzione educativa dello scoutismo, oltre a costruire comunità in cui il prossimo è sempre vicino, contribuisce anche alla conoscenza. Allo scoutismo stesso fu impedito di esistere dal fascismo…

“Una mattina mi son svegliato” è l’adagio della notissima canzone di libertà. «Con questo libro – dicono i ragazzi – possiamo dire “una mattina ci siamo svegliati”». A testimoniare un passaggio dall’inconsapevolezza alla coscienza di cosa è successo negli anni bui del ventennio fascista, della guerra e dell’occupazione nazista in Italia. Questa è l’essenza della testimonianza degli scout del noviziato Roma 8.

Grazie ai giovani Marta Armocida, Giulia Ceccarelli, Pierluigi Di Santo, Sara El Jaafari (attenta e severa moderatrice della presentazione), Giulio Fanelli, Riccardo Manetti, Sofia Rettura, Caterina Piccioni, Marta Testa, Maria Luce Tommaso, Maria Costanza Trabalza e Francesco Volterra.

Paolo Papotti, componente della Segreteria nazionale Anpi, responsabile Formazione