Spesso si ritiene che il Sud Italia abbia avuto episodi poco significativi di lotta resistenziale: ma il caso di Bari, e della Puglia in genere, smentisce pienamente questo pregiudizio.

Basti pensare, per il capoluogo regionale, alla strage del 28 luglio del 1943 in via Niccolò dell’Arca e alla difesa del porto il successivo 9 settembre; alla resistenza coraggiosa, sempre il giorno dopo l’armistizio, di Bitetto (città insignita di Medaglia d’Oro al merito civile) dove persero la vita 22 militari; alle rapine e alle distruzioni subite da tanti paesi dell’Appennino da uno; alla fucilazione a Barletta di 11 vigili urbani… Per raccontare questi e altri eventi accaduti in Puglia, nei giorni 5, 6 e 7 ottobre 2018 si è svolto il gemellaggio tra l’Anpi di Bari e la sezione “Giovanni Brasi” di Scanzorosciate, nel territorio di Bergamo, che ha ospitato Arturo Cucciolla e Nicola Signorile del direttivo barese.

Venerdì 5 i rappresentanti dell’Anpi pugliese sono stati accompagnati in un giro dei monumenti e delle lapidi intitolati ai partigiani scanzesi: piazzale Andrea Caslini, martire della Libertà fucilato dai fascisti il 21 novembre 1944 e a cui la nostra sezione ha dedicato una camminata commemorativa giunta alla sedicesima edizione; il cimitero con le tombe di alcuni resistenti, tra cui Mimma Quarti, agente della Special Force; le quindici Pietre d’inciampo dedicate ad altrettanti combattenti di Scanzorosciate; la scalinata Angelo Trovesi, il partigiano “Pirata”, anche lui come Caslini appartenente alla 53ª Brigata Garibaldi; la targa, installata, per il 25 aprile di quest’anno, a Luigi Algeri, partigiano tredicenne, gravemente ferito durante un rastrellamento fascista.

Sabato 6 mattina ci siamo diretti alla Malga Lunga, a 1250 metri di altitudine, Museo-Rifugio della Resistenza bergamasca. Qui, nella sala didattica, dopo l’intervento di benvenuto di Mauro Magistrati, presidente dell’Anpi provinciale di Bergamo, ha preso la parola Nicola Signorile, che ha tracciato la storia della Resistenza e dell’antifascismo in Puglia: dal 1921 con la mobilitazione dei braccianti e l’attentato a Giuseppe Di Vagno al primo congresso dei Cln (28 gennaio 1944) con il Paese ancora diviso, al dopoguerra, con il movimento per la pace dei primi anni Sessanta, contro l’installazione dei missili nucleari Usa. Quindi il 1977, anno culmine del fenomeno neofascista, segnato dall’omicidio del giovane operaio e studente comunista di Bari vecchia, Benedetto Petrone, aggredito da una squadraccia missina. Infine, i nostri giorni, con le manifestazioni contro le aggressioni perpetrate da aderenti a CasaPound e contro il clima di tensione suscitato dalla politica xenofoba del ministero dell’Interno. Arturo Cucciolla ha poi illustrato il percorso commemorativo attuato nel corso degli anni attraverso le “Pietre d’inciampo”, soprattutto a Bari, e teso alla costruzione di una “Topografia della Resistenza”, con la segnalazione di luoghi significativi della memoria antifascista: là dove aveva sede Radio Bari, prima emittente dell’Italia liberata, là dove sorgeva la Camera del Lavoro difesa dalla popolazione della città vecchia, sotto la  guida di Giuseppe Di Vittorio e di  Filippo D’Agostino, là dove il giovanissimo Michele Romito, fermò con le bombe a mano una colonna della Wehrmacht.

La sera abbiamo avuto ospite a cena, degustando anche l’ottimo Moscato di Scanzo, il giovane sindaco del paese, Davide Casati, che ha delineato ai dirigenti dell’Anpi di Bari le importanti conquiste sociali realizzate dall’Amministrazione comunale.

Infine domenica 7 ottobre, si è svolto il tour della città di Bergamo, prima la parte bassa con il Centro Piacentiniano e i borghi, e poi Città alta con le Mura venete e la parte medievale: il tutto abilmente descritto da Dario Frigoli, che con Cucciolla e Signorile condivide la passione teorico-tecnica per l’architettura.

Il prossimo appuntamento è a Bari.

Michele Fiore, presidente della sezione Anpi di Scanzorosciate