Per il terzo anno consecutivo si è svolto dal 28 febbraio al 3 marzo 2018 il viaggio di formazione dedicato agli studenti rappresentanti delle Consulte provinciali studentesche della Regione Friuli Venezia Giulia, organizzato dal Comitato regionale dell’Anpi con il sostegno dell’Assessorato all’Istruzione regionale.
Già nell’aprile del 2016 trentotto studenti delle Consulte avevano intrapreso un viaggio formativo suoi luoghi che furono testimoni della lotta resistenziale. Tra questi l’ospedale partigiano attivo nella Slovenia occidentale, in sloveno partizanska bolnica Franja. In una località nascosta dalla vegetazione, in fondo a una gola lungo il torrente Cerinscica, strette l’una all’altra, si trovavano 14 baracche e alcuni edifici secondari dove centinaia i feriti furono curati dalla dottoressa Franja Bojc Bidovec: è suo il nome dato a questo ospedale segreto. Oggi il complesso è stato ricostruito dopo la sua quasi distruzione causata da una alluvione ed è “monumento culturale di valenza nazionale”, simbolo di solidarietà e di unione nella comune lotta per la Liberazione.
Il viaggio è proseguito con la visita a due Musei, quello di Storia contemporanea di Lubiana e dei Martiri della Resistenza Slovena di Begunje.
Altro importante appuntamento è stato il campo di concentramento di Mauthausen, ove furono deportati molti partigiani e antifascisti della Regione Friuli Venezia Giulia. Il campo, creato nel 1938 nell’Austria appena annessa, fu definito dai nazisti stessi il campo peggiore dal punto di vista del lavoro. Tristemente celebre la “scala della morte” che i prigionieri erano costretti a salire più volte al giorno con un masso di granito sulle spalle.
L’itinerario si è concluso nel comune friulano di Faedis che nel 1944 fu capitale della Zona Libera del Friuli Orientale e teatro nel febbraio dell’anno successivo di uno degli episodi più amari, contraddittori e drammatici della storia della Resistenza: l’eccidio delle malghe di Porzûs.
Nel settembre del 1944, Faedis era stato oggetto di un pesante bombardamento da parte dei tedeschi che operarono un rastrellamento con arresti, deportazioni e fucilazioni di civili e partigiani. Il paese fu saccheggiato e incendiato. Stessa tragica sorte toccò ai paesi limitrofi di Attimis e Nimis.
Al termine gli studenti sono stati ricevuti dal sindaco Claudio Zani e dall’Assessore regionale all’Istruzione Loredana Panariti. In un fattivo confronto è stato trattato il tema dell’eccidio di Porzûs e delle differenze tra la Resistenza italiana e quella slovena e agli studenti è stato possibile parlare dell’esperienza del viaggio formativo appena concluso.
L’anno successivo, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Guerra Civile in Spagna, il viaggio proposto ha avuto come tema un approfondimento storico sulla genesi e lo sviluppo del conflitto, sul coinvolgimento degli Stati europei e sul contributo dei volontari a difesa della Repubblica, tra essi ben 257 partirono dal Friuli Venezia Giulia per la Spagna a combattere contro Franco. Accompagnati dai rispettivi docenti referenti delle quattro Consulte provinciali e dal Referente regionale Prof. Emanuele Bertoni, trentasei studenti sono volati a Barcellona guidati dallo storico Marco Puppini, Vicepresidente dell’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna.
Il programma è iniziato con la visita ai locali delle Comisiones Obreras, strutture sindacali costituite clandestinamente nel 1976 per combattere la dittatura di Francisco Franco, e l’incontro con Carles Vallejo, che ha parlato della sua esperienza personale di operaio attivo nel sindacato durante gli anni di Franco, del suo arresto, delle torture subite e della fuga in Italia, dove ha trovato la solidarietà di molte persone, in particolare alcuni ex combattenti di Spagna del ’36-’39 che hanno preso a cuore la sua sorte, a dimostrazione del solido legame tra le vicende della guerra civile e quelle del dopoguerra in difesa di democrazia e diritti.
Successivamente presso il Memorial Democratic si è svolto un ciclo di conferenze. Il Memorial Democratic della Catalogna è un’istituzione indipendente della Generalitat de Catalunya con la finalità di preservare la memoria democratica in Catalogna (1931-1980), in particolare la Seconda Repubblica, la Generalitat repubblicana, la guerra civile e il ricordo delle vittime per ragioni ideologiche, di coscienza, religiose della dittatura di Franco, inoltre l’esilio e la deportazione dei perseguitati dai fascisti.
Dopo il saluto del direttore Plàcid Garcia-Planas che ha illustrato ruolo e attività del Memorial Democràtic, sono intervenuti i ricercatori storici Paola Lo Cascio per un inquadramento storico generale della Guerra civile spagnola, Giovanni Cattini sul ruolo dell’autonomismo catalano nel quadro della guerra civile, Javier Rodrigo, sull’intervento militare dell’Italia fascista a sostegno del golpista Franco e Marco Puppini sul contributo dei volontari italiani nel campo antifascista, in particolare di quelli partiti dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Al Museo de Catalunya è stata visitata la mostra sull’intervento militare fascista “Fu la Spagna”. Inoltre si è svolta una visita guidata al rifugio antiaereo 307, scavato dai cittadini del quartiere di Poble Sec ai piedi del promontorio Montjuïc, che faceva parte di una fitta rete di rifugi contro i bombardamenti dell’aviazione fascista.
È seguita una visita al Fossar de la Pedrera, una fossa comune, usata per seppellire le circa 4000 vittime del regime franchista, inserito nella cornice del cimitero del Montjuïc che ospita le spoglie di Lluís Companys, secondo Presidente della Repubblica catalana, qui fucilato nel 1940.
Infine, la professoressa Manuela Musina, che per l’Anpi faceva parte degli accompagnatori, attraverso le letture di Hannah Arendt (“La banalità del male” e “L’origine del totalitarismo”) ha stimolato una riflessione conclusiva con gli studenti sui risultati del progetto.
Il 10 aprile presso il Palazzo della Regione di Udine in un incontro con l’Assessore Loredana Panariti, i rappresentanti dell’Anpi regionale e i docenti referenti, gli studenti componenti le Consulte provinciali studentesche hanno raccontato le esperienze vissute nel viaggio di formazione tracciandone un bilancio conclusivo.
A condurre per la terza volta il viaggio di formazione organizzato dall’Anpi regionale è stato, come in precedenza. il professor Emanuele Bertoni, referente regionale delle Consulte provinciali studentesche e della Consulta di Udine, affiancato dalle professoresse Cristiana Del Bene, Saverina Faraci e Marina Pugnetti.
La prima meta del viaggio di quest’anno è stata il campo di concentramento di Dachau.
Con una temperatura esterna di -13°, il campo modello, innevato e immerso nel silenzio, con i suoi vuoti e i suoi pieni, si è offerto alla vista degli studenti che hanno varcato il cancello con la beffarda iscrizione che esalta il lavoro che rende liberi “Arbeit Macht Frei”.
Dachau è stato il primo degli oltre 1200 campi, tra principali e satelliti, che il regime attuò in dodici anni in tutta l’Europa occupata.
Lo spazio concentrazionario è apparso nella sua ordinata nitidezza, i segni delle fondamenta delle 34 baracche che sorgevano ai lati del Viale della Libertà, l’interno ricostruito con i “letti”, una fila di scompartimenti a tre piani a forma di pollaio, la palazzina del crematorio, lo spogliatoio, il “Brausebad”, ed a conclusione del percorso, il Museo del Memoriale.
Essenziale per la formazione degli studenti è stato il doppio appuntamento del giorno seguente che si è svolto, la mattina presso ex struttura per malati psichiatrici di Irsee e il pomeriggio all’Ospedale Psichiatrico di Kaufbeuren, Istituto attualmente in piena attività.
In particolare nell’Archivio di quest’ultimo è stato possibile visionare le schede dei malati, meticolosamente compilate e archiviate con agghiacciante precisione.
I due complessi furono sede di attuazione del programma “Aktion T4” di “annientamento delle vite indegne di essere vissute”.
Presso la struttura di Irsee, immersa in un paesaggio fiabesco, gli studenti hanno assistito ad una lezione/conferenza della dott.ssa Petra Schweizer-Martinschek che ha illustrato la storia di quello che, in origine, era un monastero dove venivano praticate, tra le altre, varie attività scientifiche.
Dopo la secolarizzazione divenne “struttura per la cura e la guarigione dei malati psichiatrici” nei confronti dei quali non venivano inflitte costrizioni, al contrario essi erano liberi di muoversi e avevano piccole incombenze lavorative.
Con l’avvento del Terzo Reich il metodo si baserà sulla cura, per coloro che erano ritenuti curabili, e sulla soppressione e sull’annientamento per gli altri.
Ha suscitato particolare emozione la visita alla palazzina dove venivano effettuate le autopsie sugli internati deceduti, in particolare il tavolo dove fu sezionato il corpo del quattordicenne Ernst Lossa, un ragazzo “normale” ucciso solo perché colpevole di non avere una famiglia che lo accudisse (la madre era morta di tubercolosi e il padre, zingaro Jenish, era stato deportato).
Lossa è divenuto emblema dell’annientamento operato dal regime nazista, di quello che fu “l’olocausto prima dell’olocausto”.
A conclusione del viaggio, gli studenti si sono riuniti nella sede dell’Anpi di Udine dove i rappresentanti di ciascuna delle quattro Consulte provinciali hanno raccontato le prime impressioni sull’esperienza appena vissuta e mostrato i video da loro prodotti durante il percorso.
Ha portato i suoi saluti l’Assessore regionale all’Istruzione Loredana Panariti, che ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto anche con questo viaggio di formazione.
Anna Colombi, Vicepresidente Anpi Sezione “Città di Udine”
Pubblicato lunedì 16 Aprile 2018
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