Al centro della foto Primo Minnelli, Presidente dell’Anpi di Legnano

“Far parlare” sculture, lapidi, targhe del grande patrimonio monumentale dedicato alla Resistenza nel Comune di Legnano, città metropolitana di Milano, per conoscere le vicende accadute e scoprire uomini e donne del territorio che hanno contribuito alla lotta di Liberazione. È il concorso dedicato agli studenti delle scuole medie e superiori promosso dalla sezione Anpi. Il bando pubblico, che vedrà 8 vincitori, punta così al recupero della memoria storica con ricerche finalizzate e l’elaborazione di un testo, un video o un disegno o qualsiasi altra forma espressiva scelgano i giovani partecipanti. A salutare con gran favore l’iniziativa è stata la nuova Amministrazione comunale. «È importante per i giovani conoscere la storia, capire e non essere superficiali di fronte alla memoria – ha detto il sindaco Gianbattista Fratus, con accanto il presidente dell’Associazione dei partigiani, Primo Minelli, in occasione della presentazione del concorso –. Mi auguro che gli studenti ne prendano atto e partecipino numerosi: non importa il mezzo che sceglieranno ma i valori che si instaurano». Anche l’Amga, la holding multiservizi legnanese, ha offerto sostegno: «Abbiamo donato una quota dei nostri fondi per investire nella cultura – ha dichiarato il presidente Giovanni Geroldi –. Amga tratta il sistema ambiente e il risultato che spesso si ottiene è un impatto pubblico rilevante, quello che dovrebbe essere fatto anche con la storia per poter conoscere le radici sociali del nostro paese».

I lavori realizzati da chi si è iscritto al concorso (entro il 7 dicembre scorso) dovranno essere presentati non più tardi del 28 marzo 2018. Poi saranno valutati da una commissione composta da docenti (il professor Giorgio Del Vecchio), rappresentanti dell’Amga e del Cineforum Marco Pensotti Bruni. La premiazione avverrà il 25 aprile, anniversario della Liberazione nazionale e cittadina.

La storia antifascista di Legnano è imponente al pari di altre località del Nord Italia. Per esempio, subì la deportazione di alcuni operai e ingegneri della Franco Tosi, destinazione Mauthausen. Quasi nessuno tornò. Nel cimitero ci sono le loro tombe, sepolcri vuoti perché i corpi furono bruciati nei forni crematori.