Se a nulla era valsa la mobilitazione per far recedere il sindaco della cittadina lombarda, Roberto Di Stefano, dal concedere questa sera una sala comunale a CasaPound, con il centrodestra seduto allo stesso tavolo dell’ultradestra (tra gli oratori infatti esponenti di Forza Italia, deputati della Lega e di Fratelli d’Italia), a Sesto si è risposto con una grande, unitaria “Festa della democrazia”. Promossa dal Comitato antifascista insieme ad Anpi, Aned e altre associazioni, la Cgil con la Camera del Lavoro e la Uil, partiti di centrosinistra, movimenti civici, il Decanato con le associazioni cattoliche, e altri sodalizi religiosi, ha visto dal pomeriggio fino alla sera interventi, esibizioni teatrali, letture, testimonianze, la musica della Banda degli Ottoni.
«Non era mai successo nel corso del secondo dopoguerra che un’organizzazione neofascista mettesse piede a Sesto San Giovanni – aggiunge il presidente provinciale dell‘Anpi milanese, Roberto Cenati -. Lo Statuto della Città, inoltre, richiama con grande fermezza i valori dell’antifascismo e della Resistenza. Abbiamo chiesto al sindaco di non concedere lo SpazioArte, di proprietà comunale, richiamandoci appunto allo Statuto, senza però essere ascoltati. Organizzazioni come quella di CasaPound i cui militanti si definiscono fascisti del terzo millennio avrebbero dovuto essere sciolte, perché contrarie ai principi della Costituzione e alle leggi Scelba e Mancino».
A dire No a CasaPound anche il Movimento 5Stelle e la Lista popolare per Sesto mentre un pezzo della maggioranza comunale, “Sesto nel cuore”, ha preso le distanze dall’amministrazione.
A riservare parole fermissime era stato anche don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità: “Sentire che a Sesto si può sdoganare Casapound ci impone un’obbedienza costituzionale. Non è possibile permettere lo slogan contro l’Europa, con al contrario un’idea di un fascismo buono – ha aggiunto don Colmegna – e farlo proprio a Sesto, Medaglia d’Oro della Resistenza. È un segnale preoccupante rispetto al tema dei diritti fondamentali e dei principi costituzionali”. Moltissimi i messaggi di vicinanza agli antifascisti, tra i tantissimi quello dell’attrice Lella Costa, “Teniamoci stretti”, e della senatrice a vita Liliana Segre: “Guardo con grande tristezza e anche pena questi personaggi che ancora oggi, dopo il fallimento di questi movimenti totalitaristi, portano avanti queste insegne e principi. La mia vita l’ho spesa contro queste cose”.
Il 22 gennaio Liliana Segre è intervenuta al Teatro alla Scala di Milano ad un’iniziativa organizzata per il Giorno della Memoria rivolta soprattutto ai ragazzi delle scuole medie superiori, ma aperta a tutti i cittadini. A realizzarla la sezione Anpi Scala, costituita 4 anni fa, l’Anpi di Milano e l’associazione Figli della Shoah. A portare i saluti del Comune il vicesindaco, Anna Scavuzzo, e a introdurre i lavori il giornalista Enrico Mentana, minacciato e insultato con una la lettera firmata da una svastica, al quale in tanti hanno espresso solidarietà.
Questi gli obiettivi indicati nell’appello: “La politica della paura e la cultura della discriminazione vengono sistematicamente perseguite per alimentare l’odio e per creare cittadini e cittadine di serie A e di serie B. Per noi, invece, il nemico è la diseguaglianza, lo sfruttamento, la condizione di precarietà”. Recita ancora l’appello: “Crediamo che la buona politica debba essere fondata sull’affermazione dei diritti umani, sociali e civili perché pensiamo che le differenze non debbano mai diventare occasione per creare nuove persone da segregare, nemici da perseguire, ghettizzare o emarginare”.
Pubblicato venerdì 18 Gennaio 2019
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