Aviano–Piancavallo. I partigiani di ieri sono stati ricordati da quelli di oggi, pronti a ogni sacrificio per tutelare la sanità pubblica e accogliere i richiedenti asilo. Introdotta dall’infermiera Cristina Gattel, si è tenuta l’orazione ufficiale di Giovanni Antonaglia, presidente della Croce Rossa, alla cerimonia in Piancavallo organizzata dall’ANPI per il 79° anniversario di fondazione della Brigata partigiana unificata Ippolito Nievo. Con Giovanni Antonaglia e Cristina Gattel, sul monumento alla Resistenza sono intervenuti il prefetto di Pordenone, Domenico Lione; il presidente Dino Salatin della Magnifica Comunità di Montagna; i sindaci con i gonfaloni di Aviano, Budoia, Pordenone, Caneva, Azzano X, Maniago, San Vito al Tagliamento e Prata.

Il presidente dell’Anpi provinciale, Loris Parpinel

Esposto il gonfalone della ex provincia di Pordenone insignito di Medaglia d’Oro al VM per gli oltre duemila morti durante la Resistenza contro i nazifascisti, a fare gli onori di casa è stato il presidente provinciale dell’Anpi di Pordenone, Loris Parpinel, che accogliendo prefetto, sindaci, esponenti di Aned e Apo ha sottolineato come la Resistenza partigiana ci abbia donato la Costituzione, da difendere nei suoi valori di libertà, e in primis tutelando l’indipendenza della magistratura dal potere politico, l’obbligatorietà dell’azione penale, il dovere della Corte dei Conti di controllare la spesa pubblica.

L’intervento del prefetto di Pordenone, Domenico Lione, a cui è stato poi donato il libro del libro sulla brigata Ippolito Nievo scritto dal comandante partigiano Mario Bettoli, scomparso nel 2012, curato dagli storici Gian Luigi Bettoli e Monica Emmanuelli

Il Prefetto (cui è stato fatto omaggio del libro sulla brigata Ippolito Nievo scritto dal comandante partigiano Mario Bettoli, scomparso nel 2012, curato dagli storici Gian Luigi Bettoli e Monica Emmanuelli) si è soffermato sull’alto valore simbolico del gonfalone dell’ex provincia, decorato per la Resistenza, gonfalone che – ha auspicato il prefetto – va esposto a tutte le ricorrenze.

Il Coro partigiano dell’Anpi Pordenone diretto da Laura Scomparcini e la Filarmonica di Valeriano

La cerimonia, accompagnata dal coro partigiano dell’ANPI e dalla Filarmonica di Valeriano, ha visto la presentazione di Gian Luigi Bettoli del libro del padre Mario sulla brigata partigiana Ippolito Nievo.

L’infermiera Cristina Gattel durante l’intervento alla cerimonia

L’infermiera Cristina Gattel, nel suo intervento a difesa della sanità pubblica e di elogio del volontariato nella Croce Rossa, si è riferita, quale esempio universale, all’infermiera e partigiana udinese Cecilia Deganutti “Rita” (1914 – 1945). La sua attività di soccorso ai partigiani feriti, le sue iniziative per far fuggire (alzando alla stazione di Udine i chiavistelli dei vagoni) i deportati destinati ai campi di sterminio nazisti, il suo ruolo di staffetta partigiana si interrompono quando viene arrestata dalle ss naziste all’inizio di gennaio del 1945. Cecilia non parla. Subisce per più di 40 giorni interrogatori e torture fra Udine e Trieste, prima di essere, per punire il suo silenzio, arsa viva nel forno crematorio della Risiera di San Sabba.

La stessa fine che aveva subito la dirigente nella lotta partigiana Virginia Tonelli “Luisa” (1903 – 1944) di Castelnovo del Friuli. Entrambe sono morte opponendo il loro silenzio alla barbarie e al dolore delle torture, entrambe sono state insignite, alla memoria, di Medaglia d’Oro al VM. Cecilia Deganutti anche della Medaglia d’oro al merito della Croce Rossa Italiana.

Giovanni Antonaglia, presidente del Comitato della Croce Rossa di Pordenone

Nella sua orazione finale Giovanni Antonaglia, più volte impegnato, quale ufficiale, in missioni di pace all’estero e ora presidente del Comitato della Croce Rossa di Pordenone ha voluto confrontare gli ideali della Resistenza partigiana al nazifascismo con quelli che sono i principi e gli ideali del Movimento della Croce Rossa. “I partigiani, combattendo per libertà e democrazia – ha affermato Antonaglia – hanno consegnato agli italiani un Paese libero e democratico, restituendo a noi tutti dignità individuale e sociale. La Croce Rossa, oltre a prevenire e alleviare la sofferenza – ha continuato – promuove costantemente la dignità umana di tutte le persone, senza distinzione alcuna. Ritengo sia proprio la dignità umana, uno degli ideali che accomuna Resistenza e Croce Rossa. (…)

La libertà e il rispetto della dignità umana, conquistate e consegnateci dai partigiani che oggi ricordiamo, vanno rafforzati tutti i giorni, mettendo in atto un processo di costante liberazione da pregiudizi e indifferenza. Oggi – ha concluso Antonaglia –  ritengo come la dignità di tante persone che chiedono di essere accolte sia fortemente minacciata, anche dall’indifferenza sempre più presente nella nostra società”.

Sigfrido Cescut