
Donne e uomini provati, sperduti e disorientati in terra straniera dove vorrebbero rifarsi una vita dignitosa. Spesso con figli piccoli al seguito. Persone che hanno subito fame e vissuto guerre e torture, sono sopravvissute a traversate di deserti e di mari. Che qui hanno trovato una sponda solo geografica e pochi aiuti. Sì, ci sono sempre state le spese solidali dell’Anpi di Brindisi, nel tentativo di dare un po’ di sollievo a stranieri e italiani in estrema povertà, grazie alle collette degli antifascisti e dei resistenti. Spese che continuano e si sono concentrate su famiglie con bambini, qualsiasi sia la loro provenienza e qualsiasi sia il colore della loro pelle. C’erano e ci sono da parte dell’associazione dei partigiani di Brindisi, delle sue iscritte e dei suoi iscritti, l’impegno per portare acqua, ospedali, scuole in villaggi sperduti dell’Africa. Risultati grandiosi che fanno bene alla ragione e al cuore di chi mette al primo posto la persona e la solidarietà. Ma non bastava ancora.

È nato esattamente un anno fa, in piena emergenza sanitaria e sociale, lo sportello informativo migranti della comunità africana di Brindisi aperto nella sede del comitato provinciale Anpi della città pugliese, dopo un’intesa tra il presidente Donato Peccerillo e il rappresentante della comunità africana, Drissa Doumbya (tessera Anpi in tasca), che raduna tutte le associazioni dei Paesi del continente qui presenti, dalla Nigeria, al Mali, dal Ghana alla Guinea, sino al Marocco e all’Egitto. Queste donne e questi uomini sono gli utenti, accolti sempre nel massimo rispetto delle norme anticovid. Ancora non ci si rende conto di come sia stato possibile, per centinaia di persone, averne fatto a meno per molto, troppo tempo. Il 19 giugno del 2020 la prima apertura agli utenti. Domenica 20 giugno 2021, giornata internazionale del rifugiato, è coincisa con la conclusione di questo primo anno di intensa attività. E il doppio evento è stato ricordato nell’Anpi Brindisi tra un confronto serio su problemi sempre incalzanti, il bilancio dell’esperienza e il desiderio di celebrare comunque questo anniversario con musica e cibi multietnici. E così è stato. Un minuto di silenzio è stato dedicato ad Adil Belakhdim, il giovane sindacalista travolto e ucciso da un camion davanti ai cancelli della del punto vendita Lidl di Biandrate, nel Novarese.

Volontari pronti a compilare kit per la questura, curriculum per la ricerca di un posto di lavoro, pratiche per i ricongiungimenti familiari e per il rilascio di tessere sanitarie e codici fiscali o a raccogliere fondi per il rimpatrio delle salme di migranti giovani deceduti nel territorio. Volontari pronti a farsi in quattro per collocare persone che vivevano per strada nei centri di accoglienza, per cercare loro una casa o un posto di lavoro regolare, per accompagnare personalmente i migranti in questura, in Municipio o in ospedale in caso di problemi di salute, per aiutare chi vive nel centro di accoglienza notturno che ospita per lo più braccianti agricoli, molti dei quali in mano ai caporali. E ci sono addirittura casi in cui lo sportello è diventato itinerante, per assistere donne maltrattate in caso di separazione dai mariti. Ci sarebbe tanto altro da elencare. Lo sportello ha agito dentro e fuori dalla sede dell’Anpi, diventando un servizio indispensabile, fatto di persone che hanno trovato il tempo anche per organizzare eventi pubblici in difesa dei diritti di tutti contro ogni genere di discriminazione.

Questa è politica antirazzista, per il diritto alla mobilità e a una vita dignitosa. Una politica attiva di rete, un pezzo importante di alleanza – la più ampia possibile – sui diritti, che ha portato lo sportello a essere riconosciuto come interlocutore credibile e rispettato dalle istituzioni locali, dal Comune e dalla questura attraverso l’apertura di tavoli di confronto per risolvere problemi. Talvolta è andata bene, talvolta no. Un servizio gratuito riconosciuto dalla prefettura di Brindisi che ha accettato di aprire tavoli di mediazione con le altre istituzioni per superare criticità che sembravano insormontabili. Lo sportello presso Anpi ha persino accettato dal tribunale l’inserimento tra i suoi volontari di una persona sottoposta alla misura della “messa alla prova”, e anche questo è un riconoscimento chiaro del suo ruolo. Tutti i canali di comunicazione con le istituzioni sono stati aperti. Non è accaduto ovunque in Italia che varie associazioni di migranti africani si riunissero in un’unica comunità per imporre l’autodeterminazione senza che altri tentino, anche in nome di una discutibile solidarietà, di “colonizzare”, di minare una sacrosanta autonomia.

Non succede ovunque che si costituisca una rete così ampia e realmente solidale, in grado di allargarsi ancora di più ad associazioni e a singole persone. Ma dovrebbe, deve accadere. Queste esperienze sono beni preziosi da sostenere e preservare. Il compito di garantire uguaglianza e giustizia sociale, come previsto dalla Costituzione italiana, tocca alle istituzioni. Il volontariato fa e deve continuare a fare molto, come valore aggiunto, come buone pratiche c del vivere civile. “Abbiamo deciso di aprire lo sportello informativo migranti perché le istituzioni non lo avevano fatto”, ha spiegato Drissa, presidente della comunità africana di Brindisi e provincia. “Il nostro obiettivo è dare un punto di riferimento a tutte le persone alle quali vengono negati diritti. In questo campo c’era il vuoto in città. Questo primo anno di esperienza è stato impegnativo: abbiamo incontrato immigrati in stato di necessità di vario genere provenienti anche da altre regioni, oltre chi vive in città e in provincia. La nostra è l’unica associazione in Italia che riunisce tutte le nazionalità africane ed è indispensabile continuare su questa strada. Anzi, allargheremo ad altri volontari. Infine Non posso non ringraziare l’Anpi tutta e in particolare il comitato provinciale Anpi Brindisi per averci permesso di avviare e di continuare questa importante attività di sostegno nei confronti di chi non vede riconosciuti i propri diritti”.

“Siamo orgogliosi di aver dato vita a questo servizio in accordo con la comunità africana e in rete con altre associazioni”, spiega Donato Peccerillo, presidente del comitato provinciale Anpi Brindisi. “I risultati hanno superato le aspettative. Lo sportello presso la sede Anpi Brindisi è diventato punto di riferimento per tanti ‘invisibili’. È vero: lo sportello fa fronte all’assenza delle istituzioni, ma proprio per questo vuoto insostenibile e sempre pretendendo che le stesse facciano il loro dovere, è indispensabile. Continuerà la sua strada, nel nome dell’umanità e della giustizia sociale contro ogni disuguaglianza”.
Tea Sisto
Pubblicato mercoledì 23 Giugno 2021
Stampato il 01/10/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/da-un-anno-a-brindisi-laccoglienza-si-chiama-anpi/