Non era un momento semplice per l’associazione dei partigiani, settantasei anni di storia nell’anno in cui si è celebrato il 75° della Liberazione. La scomparsa di Carla Nespolo, il 5 ottobre scorso, oltre al dolore di quanti avevano con lei condiviso tanta strada, degli iscritti e dei tanti che l’avevano conosciuta e stimata, lasciava un grande vuoto in uno dei punti di riferimento imprescindibili della società civile italiana e costante presidio di democrazia.
Era necessario dunque andare avanti, e presto, per dare il proprio contributo a fronte della nuova epocale emergenza dettata dalla pandemia, resa più grave da Nord a Sud dalla crisi sanitaria ed economica ereditata dalla prima ondata del virus. Ed ecco che l’associazione, ancora una volta, ha saputo rispondere al tempo in cui opera, forte di un binomio che l’ha contraddistinta in ogni stagione: “continuità e innovazione”. Venerdì scorso, 30 ottobre, il massimo organo statutario, il Comitato nazionale Anpi, si è riunito in plenaria attraverso una video-conferenza, ed ha eletto a stragrande maggioranza il nuovo Presidente nazionale: Gianfranco Pagliarulo che, come sanno i lettori, è il giornalista dal 2015 direttore responsabile di Patria, e dal 2017 anche vicepresidente nazionale dell’associazione.
Nato a Bari nel 1949, Gianfranco Pagliarulo è il secondo presidente non partigiano e il primo ad essere nato nel Meridione (terra di cui di recente si è compreso l’apporto dato alla Lotta contro il nazifascismo), seppur giovanissimo si è trasferito a Milano e in seguito a Roma. Lui ama definirsi “un ferroviere”, quasi a rivendicare le solide radici nel mondo del lavoro e un’ostinata determinazione nel riservare energie ad ogni incarico affidatogli nella sua esperienza professionale e di vita (il primo ad arrivare e l’ultimo a lasciare la sede dell’Anpi, hanno testimoniato molti componenti del Comitato nazionale durante le espressioni di voto, e può confermarlo chi scrive). Negli anni 70 ha lavorato alla federazione del Pci del capoluogo lombardo, nel decennio successivo per la Fiom di Milano ha diretto il periodico Il metallurgico; negli anni 90 alla Società di mutuo soccorso dei ferrovieri è stato direttore dell’house organ Il Treno. Successivamente ha diretto il settimanale La Rinascita della sinistra. Poi è arrivata l’esperienza in Parlamento, senatore della Repubblica nella XIV legislatura (2001-2006).
Dopo gli applausi, quasi a scandire la scelta fortemente e convintamente condivisa dai 36 “Grandi elettori”, e superata l’emozione iniziale, “causata dal contrasto fra l’enorme responsabilità che mi avete assegnato e le sfide che mi attendono”, ha detto il neopresidente in apertura del discorso rivolto al Comitato nazionale, è stata la volta dell’illustrazione del suo progetto. A raccontarli ai lettori è lui stesso sulle pagine del giornale. In questa cronaca vogliamo invece proporvi il resoconto di una intensa giornata che ha visto anche l’elezione dei massimi organi dirigenti dell’associazione dei partigiani. Una scelta, anche in questo caso frutto della continuità e della innovazione.
Carlo Ghezzi è stato eletto vice presidente nazionale vicario (figura mancante durante l’incarico di Carla Nespolo) una “figura forte, sperimentata, di grande esperienza sociale e riconosciuto in tutta l’Anpi” ha evidenziato Pagliarulo sottoponendo la proposta al Comitato. Personalità di alto profilo, componente del Comitato e della Segreteria nazionali Anpi, responsabile dell’organizzazione, anche Ghezzi proviene dal mondo del lavoro. Sindacalista, ha ricoperto incarichi e funzioni fondamentali (e in periodo molti critici per il Paese) in Cgil a tutti i livelli, dalla Camera del lavoro di Milano alla Cgil nazionale.
Il parterre della vicepresidenza comprende riconferme quali, in ordine alfabetico: Vania Bagni, Piero Cossu, Emilio Ricci, Ottavio Terranova e due new entry, entrambe tra i membri del Comitato nazionale: Ferdinando Pappalardo, già senatore, insigne italianista e docente universitario, e Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi, già sottosegretario al primo governo Prodi e poi più volte parlamentare.
Conferme e nuovi ingressi anche per la Segreteria nazionale Anpi. Le conferme: Marisa Ferro, Carla Argenton, Anna Cocchi, Andrea Liparoto, Claudio Maderloni e Paolo Papotti. E due nuovi ingressi, Vincenzo Calò (responsabile area sud) e Fabrizio De Sanctis (presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma e coordinatore del Lazio). Una novità solo dal punto di vista formale in realtà: entrambi, infatti, facevano parte integrante della squadra che ha diretto l’Anpi nell’ultimo anno e mezzo, proprio su invito della presidente. Che purtroppo non aveva fatto in tempo a rendere ufficiale la proposta.
Last but not least, nel team, va da sé, non poteva mancare il presidente emerito Carlo Smuraglia (per inciso, tra i primi sostenitori dell’elezione nuovo presidente).
Un gruppo di lavoro di tutto rispetto, quindi, per un’associazione che nel 2019 ha sfiorato i 130.000 iscritti reali con più di 20.000 nuove adesioni da aggiungere al computo, e gode di buona salute “in totale controtendenza rispetto al mondo specificamente della politica – ha rimarcato un orgoglioso Gianfranco Pagliarulo –. Perché la creatività dimostrata in migliaia di iniziative dall’associazione tutta, anche durante il lockdown, “non ha mai diminuito il rigore”. Pagliarulo ha segnalato la gravità della situazione sociale a causa della pandemia, degli effetti dei provvedimenti restrittivi, della strumentalizzazione delle bande fasciste, e ha indicato i binari in cui svolgerà l’incarico per essere all’altezza delle tante aspettative nei prossimi mesi fino al nuovo Congresso, che riassumiamo con unità, giovani e cultura (di cui una gamba essenziale è la memoria).
Non sarà facile andare avanti dopo la presidenza forte e determinata di Carla ma, siamo certi, la presidenza di Gianfranco Pagliarulo darà nuovo lustro ai primi magnifici 76 anni dell’associazione dei partigiani.
Pubblicato lunedì 2 Novembre 2020
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