Trentacinque opere, dipinti e installazioni, di 35 grandi artisti che hanno raccolto la proposta dell’Anpi di mettersi insieme per denunciare le atrocità delle guerre in corso in Ucrania e in Palestina e il rischio tragico di un’estensione mondiale del conflitto. La mostra è stata aperta il 13 dicembre e rimarrà visitabile fino al 21 gennaio nei locali della sala consiliare del VII Municipio della capitale all’interno di Villa Lazzaroni. È stato proprio il VII Municipio (con l’assessore alla Cultura, Riccardo Sbordoni) insieme all’Anpi a promuovere l’evento ispirato da Roberto Gramiccia, medico e critico d’arte, che ha realizzato un’idea elaborata insieme all’Anpi nazionale e al comitato provinciale di Roma.
È lo stesso Gramiccia a raccontare la genesi dell’iniziativa nata da un primo scambio di idee con Valerio Strinati (storico, membro dell’Anpi e redattore di Patria Indipendente), poi raccolte con entusiasmo dal presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo e da Fabrizio De Sanctis, presidente Anpi di Roma e provincia. Da quei primi scambi che risalgono a circa sei mesi fa l’iniziativa è cresciuta fino alla realizzazione finale, resa possibile grazie al sostegno, anche organizzativo, dell’associazione nazionale dei partigiani. (è in corso la stampa del catalogo completo che sarà pronto entro la fine della mostra).
«Il titolo – spiega Gramiccia – è ispirato alla ballata di Bertold Brecht a cui si è richiamato Vinicio Capossela nella scrittura di una recente, bellissima canzone. Un riferimento antiretorico che mira a contrapporre l’innocenza dei bambini agli orrori della guerra. Cessare il fuoco in Ucraina come nella Striscia di Gaza e avviare trattative diplomatiche risolutive e risanatrici; questo l’imperativo a cui l’arte cerca di accordarsi per invocare, con i suoi strumenti e il proprio linguaggio, uno scenario alternativo, liberato dallo “scandalo della Storia”, per usare le parole di Elsa Morante. L’esposizione tende a un’ampia coralità di voci, sollecitando l’unità di tutte le forze autenticamente pacifiste, laiche e cattoliche».
Il carattere dichiaratamente militante della mostra, che già di per sé appare come una novità in un panorama artistico ormai dominato dalle logiche commerciali e speculative, è stato sottolineato dal presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo che ha partecipato alla presentazione e al vernissage. “Viviamo in un momento condizionato totalmente dalle parole della guerra – ha detto Gianfranco Pagliarulo – sono parole che profanano e che indicano la corsa frenetica a salire sul carro del vincitore, che poi è un carro armato”.
Poi rivolgendosi direttamente agli artisti, presidente nazionale dei partigiani ha detto: “Voi fate rumore perché date fastidio. Sieti voi a lanciare il messaggio più chiaro che abbiamo visto riprodotto anche in un titolo dei quadri presenti: in guerra non vince nessuno”.
La nostra Costituzione, ha ricordato Pagliarulo, ripudia la guerra, ma oggi si tenta di rinnegare tutto quel pensiero democratico nato dalla Resistenza e dal “ripudio si passa al tripudio del conflitto bellico”. La mostra di Roma è dunque molto importante in questo contesto di ritorno al passato militarista ed è tanto più importante il messaggio di pace che viene rilanciato proprio attraverso l’arte. Per questo Pagliarulo ha voluto ringraziare tutti gli artisti che hanno reso possibile l’evento, ricordando, tra l’altro, che per fortuna in questa battaglia contro la guerra “non siamo soli”.
Un concetto ripreso dall’ex direttore dell’Avvenire, Marco Tarquinio, che intervenuto a sorpresa alla presentazione, ha sottolineato il fenomeno culturale e politico più grave al quale stiamo assistendo: la criminalizzazione ed emarginazione di ogni possibile dissenso. Devi stare con la maggioranza che vuole la guerra in Ucraina e in Palestina, spiega Tarquinio. Il minimo accenno di critica o dubbio viene subito stroncato. “Bisogna stare tutti contro i cattivi e se non sei d’accordo diventi un cattivo anche tu”. Per fortuna, contro questo pensiero unico che tutto appiattisce e tutti ammutolisce, si levano voci coraggiose come quella di papa Francesco. Anche per Tarquinio dunque la mostra è molto importante e avrà sicuramente sviluppi futuri.
Il carattere “politico” dell’evento è stato sottolineato con forza anche da uno dei promotori di questo lavoro collettivo di tanti artisti di prestigio, l’assessore alla Cultura del VII Municipio di Roma, Riccardo Sbordoni. “Abbiamo raccolto con entusiasmo la proposta dell’Anpi e di Roberto Gramiccia perché ci ha convinto subito il messaggio di pace che si voleva lanciare attraverso le opere d’arte”.
Messaggi di pace che sono diventati immagini mediate dalla letteratura e dalla poesia come nel caso del racconto di Brecht che per la sua “Crociata dei bambini” aveva preso spunto da un fatto realmente accaduto in Polonia nel 1939: un gruppetto di bambini rimasti orfani per la distruzione e la morte dei genitori provocate dalla guerra, decisero di scappare nei boschi insieme a un cane che morì di fame con loro nella neve. Una tragedia che si ripete oggi in Ucraina e in Palestina con la strage dei bambini. Ci vogliono parole di pace, messaggi che blocchino le guerre come è stato scritto nei versi poetici e commoventi (Gianni Rodari e Anna Maria Ortense) letti a Villa Lazzaroni dall’attrice Benedetta Buccellato.
Un messaggio forte che viene sottolineato da un artista che è stato da sempre protagonista dell’impegno, Ennio Calabria. “Una mostra importante – dice Calabria – che acquisisce un particolare significato in un’epoca di oblio dei valori all’interno del dilagare della dimensione commerciale. In questo contesto si ergono però soggetti che vogliono ricostruire la coscienza, i rapporti di causa-effetto e consentire all’arte di porsi oltre il limite disciplinare come espressione della profondità dell’identità umana. Una risposta nuova della mente all’aumento della velocità degli scambi”.
Con la mostra si sta realizzando dunque quella che era stata solo un’idea, un primo progetto che ora dopo il successo dei primi giorni accoglierà molti altri visitatori nel corso delle prossime festività. Ma da quello che dicono gli organizzatori, il 21 gennaio sancirà solo la fine di un primo percorso, un primo momento. “Ci è stato già chiesto di replicare la mostra in altre città – rivela Roberto Gramiccia – abbiamo già cominciato a ragionare su due nuove tappe a Milano e a Genova”.
D’altra parte, oltre il messaggio di pace che viene rilanciato dalla “Crociata”, quello che attira è anche la qualità degli artisti ospiti di Villa Lazzaroni. Senza entrare qui nel merito artistico e critico delle opere, crediamo sia sufficiente per ora solo l’elenco dei protagonisti, rigidamente in ordine alfabetico: Ennio Alfani, Andrea Aquilanti, Gianfranco Basso, Valeria Cademartori, Ennio Calabria, Caterina Ciuffetelli, Angelo Colagrossi, Gianni Dessì, Paolo Di Nozzi, Stefano Di Stasio, Davide Dormino, Mariano Filippetta, Alessandra Giovannoni, Pierluigi Isola, Ernesto Lamagna, Felice Levini, H.H. Lim, Adele Lotito, Federica Luzzi, Mauro Magni, Giuseppe Modica, Luca Padroni, Roberto Pietrosanti, Salvatore Pulvirenti, Nicola Rotiroti, Pietro Ruffo, Massimo Ruiu, Giuseppe Salvatori, Stefano Salvi, Sandro Sanna, Maurizio Savini, Vincenzo Scolamiero, Normanno Soscia, Silvia Stucky, Alberto Timossi.
In questa fotogallery le foto delle opere che sono state acquisite finora. Il catalogo completo è in lavorazione e sarà pronto per il finissage del 21 gennaio
Paolo Andruccioli
Pubblicato lunedì 18 Dicembre 2023
Stampato il 05/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/larte-che-si-oppone-alla-guerra-quadri-e-sculture-in-mostra-a-roma/