Al 17° congresso nazionale Anpi, Riccione 24-27 marzo 2022

Il mio congresso è stato quello del ricordo di Carla, quando l’abbiamo eletta eravamo certi che l’avrebbe aperto lei il 17° congresso dell’Anpi e in qualche modo è stato così, perché Carla era ovunque. Il mio congresso è stato quello dei tanti congressi provinciali che hanno preceduto l’assise nazionale, svolti tra la pandemia e la guerra, costretti quasi a divincolarsi dai due grandi temi per parlare di Costituzione, antifascismo, democrazia, partecipazione, uguaglianza, libertà, diritti, ambiente, Europa, nuove generazioni.

Al congresso di Riccione (foto Zino Tamburrino)

Il mio congresso è stato quello della commozione di alcuni e dell’orgoglio di tutti di essere così in tanti, di essere comunità, da nord a sud e oltralpe, comunità tra generazioni, comunità anche con chi non c’è più. Il mio congresso è stato quello del sacrificio per esserci, di chi ha la macchina carica di volantini da distribuire, rientra tardi a casa per fare il direttivo, deve organizzare la giornata del tesseramento, tiene a posto e aperta la sede, deve includere tutti nell’alleanza per la persona, la socialità e il lavoro e non dimenticarsi nessuno, e parlare con i sindaci, le istituzioni, qualunque sia il partito di appartenenza, organizza la “pastasciutta antifascista”, fa le iniziative nelle scuole, nell’università e si batte per l’affermazione piena della verità storica contro ogni revisionismo e strumentalizzazione del dramma delle foibe. Di chi sa che il 27 gennaio, il 25 aprile, il 2 giugno sono le colonne portanti di un sistema di valori universale.

Il saluto di Patrick Zaki al 17° congresso Anpi

Il mio congresso è stato quello della richiesta a gran voce dello scioglimento delle organizzazioni neofasciste, perché sono un danno per la società, perché in Francia ne hanno sciolte due in una settimana per decreto, eppure nessuna di loro ha assaltato la sede del sindacato più grande del Paese, ha irriso le forze dell’ordine sfilando liberamente per le vie della Capitale, e dicendo pure già prima cosa voleva fare, nessuna di loro ha occupato un intero palazzo nel pieno centro cittadino e issato un bandiera dall’inequivocabile valore nostalgico. Il mio congresso è stato quello dei diritti civili, della rabbia che il ddl Zan non abbia avuto diritto d’asilo nella nostra civiltà e che il sacrificio di Willy, Lorenzo, Giuseppe a poco siano serviti per risvegliare le coscienze. Il mio congresso è stato quello di Patrick Zaki, che ci fa ricordare la mancata giustizia per Giulio Regeni, Luca Ventre e tutti gli italiani andati all’estero con la speranza di ritornare, non di morirci per torture e violenze.

Vincenzo Calò durante i lavori della presidenza del Congresso (foto Valentina Giunta)

Il mio congresso è stato quello dei diritti costituzionali non astratti, su tutti il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute. Il mio congresso è stato quello di un’Anpi che sa e deve ricordare, celebrare e assieme rilanciare, che vuole conservare la memoria e al contempo essere presente e utile per la costruzione del domani, perché i fascisti calpestano la democrazia, lo hanno già fatto 100 anni fa, ma preoccupano per quello che fanno e per come la pensano oggi.

Il mio congresso è stato quello cominciato il giorno del 78° dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, che Roma, città Medaglia d’Oro della Resistenza, ricorda sempre con orgoglio e coraggio; Roma, pronta a non ritrarsi quando, essendo capitale d’Italia, deve essere protagonista della protesta, dell’affermazione della verità, luogo d’accoglienza per manifestare l’orgoglio della propria appartenenza.

Gianfranco Pagliarulo durante l’intervento al 17° congresso nazionale Anpi

Il mio congresso è stato quello della standing ovation a Gianfranco Pagliarulo, che ha preso le redini dell’associazione alla scomparsa di Carla. Grazie Gianfranco per aver tenuto la barra diritta e averci fatto sentire fieri di essere l’Anpi anche quando la menzogna voleva impedire che il Paese chiamasse col suo nome la pace, e ci hai illustrato perché l’uso delle armi porta a ben altro approdo, quello della guerra. Eppure non è poi così difficile capirlo. Per fortuna l’Anpi non è sola, eravamo e siamo in buona compagnia. Grazie ai premi Nobel e agli scienziati che chiedono la riduzione del 2% delle spese militari promuovendo il “dividendo della pace”.

Don Ciotti al 17° congresso nazionale Anpi

E grazie a Don Luigi Ciotti che rimarca come l’economia criminale ha una consistente quota di partecipazione nella produzione e nel commercio internazionale delle armi. Grazie a Papa Francesco. E grazie al generale Fulvio Poli che ci ha ricordato il ruolo fondamentale delle Forze Armate nel far capire che come la pace non si costruisce con la guerra e l’uso delle armi non favorisce il processo democratico e di pace.

Carlo Ghezzi durante l’intervento al 17° congresso nazionale Anpi

Il mio congresso è stato quello di una macchina organizzativa perfetta e generosa grazie a Carlo Ghezzi che se ne è occupato fin nei minimi dettagli e altrettanto ha fatto per la comunicazione Andrea Liparoto.

Il mio congresso è stato quello della votazione unanime del nuovo gruppo dirigente nazionale, perché l’Anpi è diversa dai partiti. Il mio congresso è stato quello di un’associazione che non è un partito ma che ha fatto capire ai partiti che la politica è una cosa seria e dovrebbero cogliere questa opportunità, cioè che l’Anpi è un punto di riferimento formidabile della società civile, delle persone in carne e ossa.

Al Palacongressi di Riccione durante il 17° congresso nazionale Anpi

Il mio congresso è stato quello dell’orgoglio anche di chi si dice comunista e al contempo è contro Putin, o forse proprio perché essendo comunista è contro Putin. Il mio congresso è stato quello dell’Anpi di tutti i democratici e gli antifascisti, senza primato di alcuni come è stata la Resistenza, come il Cln. Il mio congresso è stato quello della parola “Resistenza” slegata dalla parola “armi”, rimarcando che la Resistenza non è stata combattuta solo con le armi, perché la Resistenza non armata è stata protagonista della liberazione d’Italia al pari dell’altra, perché quell’esercito di volontari si ritrovava nelle parole di Tino Casali quando nel 2006, da presidente dell’Associazione, aprendo le porte ai non partigiani disse: “In tale spirito e con queste prospettive l’Anpi apre le porte a tutti coloro che si battono per la pace, contro le nuove ingiustizie, per la libertà e la dignità dell’uomo, per un’Italia fedele ai principi costituzionali e ai valori di libertà, giustizia e civile convivenza”.

Al congresso di Riccione

Il mio congresso è stato quello di tutti quei meridionali partiti per andare a combattere e morire al centro nord, per fare della Resistenza un grande fatto di unità nazionale, non pensando che la risposta sarebbe poi stata l’autonomia differenziata, l’egoismo e l’approssimazione e non la piena affermazione del dettato costituzionale in materia di solidarietà territoriale. Il mio congresso è stato quello della questione meridionale, della lotta alla malavita che nel sud vede accomunare il mondo dell’antifascismo e della lotta alla criminalità, perché sono due facce della stessa medaglia ed essere antifascisti nel sud d’Italia in primis vuol dire combattere le mafie.

Il mio congresso è stato quello delle visite e dei saluti, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della senatrice a vita Liliana Segre, dei segretari di partito e dei presidenti delle altre associazioni ex combattentistiche e resistenziali, perché l’Anpi è il luogo dell’accoglienza, dell’incontro e della piena libertà di espressione.

Il tavolo della presidenza del Congresso nazionale Anpi dopo il minuto di silenzio per ricordare i partigiani dell’Anpi scomparsi in questi ultimi anni applaide alla loro memoria

Il mio congresso è stato quello di partigiani che non esitano a scegliere, perché è sempre stato così, e quando qualcuno “non era né con lo Stato né con le Br”, i partigiani erano con lo Stato e il sacrificio di Guido Rossa ce lo ricorda, perché quando oggi si dice “né con Putin né con la Nato”, non cadendo nella provocazione diciamo di essere per la pace, la pace che si pratica e non si predica, poiché non c’è differenza tra le guerre, non ci sono guerre giuste, mai. Così come non ci sono profughi buoni e profughi cattivi, tutti hanno diritto all’accoglienza, quanti scappano dalle guerre ma anche dalla fame, dalla schiavitù, provengano dalle Alpi o dal Mediterraneo.

Nella sala del 17° congresso nazionale Anpi (foto Zino Tamburrino)

Il mio congresso è stato quello del ricordo di Marisa, Lidia, Luciano, dei partigiani e delle partigiane che se ci fossero ancora, con buona pace di molti giornalisti, sarebbero orgogliosi di noi! Il mio congresso è stato quello di Patria Indipendente che ha compiuto 70 anni quest’anno e dei tanti compagni e le tante compagne che hanno sacrificato le proprie cose per il congresso e la lotta, per essere presidi costanti di democrazia e partecipazione. È il congresso di chi ha voluto esserci a tutti i costi, salvo poi tornare anticipatamente a casa perché con la salute non si scherza. Grazie Carlo, grazie Donato d’avere cercato di esserci, ma ci siete stati!

Il mio congresso è stato quello di Adriana, Claudia, Daniele, Fabrizio, Gabriella, Letizia, Silvia, Susanna, Valerio e di tutti quelli che credono che l’Anpi sia una cosa seria e valga la pena porla come priorità! Il mio congresso è stato quello dei giovani, perché sono sicuro che l’Anpi se non sarà più dei partigiani non potrà che essere loro e da oggi in poi dovremmo lavorare, agire e pensare nel modo giusto affinché questo sia. Continuando l’impegno per un grande 25 aprile di Pace.

Il mio congresso è stato quello di Bella ciao, ma in fondo non serve un congresso per capire che Bella ciao è la trasposizione al femminile di un bellissimo sentire comune.