Diversamente dal chiacchiericcio propagandistico divulgato, di stampo discriminatorio razzista, c’è un’Italia civile e democratica che indomita resiste, contro le lusinghe avvelenatrici, in parole e azioni, che vorrebbero ammorbare le coscienze dei cittadini italiani, costruendo e divulgando odio contro altri esseri umani.

Il messaggio, forte e partecipato, è partito da Catania. Dal porto, dove si trovavano su una nave, reclusi, i profughi eritrei.

La nave Diciotti della Guardia Costiera, è emerita, poiché in questi ultimi anni ha contribuito a salvare la vita a migliaia, ai naufraghi, profughi, bambini, donne e uomini, fuggiti dai lager libici, scappati dagli orrori delle guerre, della fame e delle dittature, dopo il periglioso attraversamento dei deserti del centro Africa.

I profughi si sono ritrovati detenuti, in sfregio alle leggi fondamentali nazionali che regolano le modalità di detenzione delle persone –  privazione delle libertà personali – che, a maggior ragione, non hanno commesso nessun reato.

Erano stati salvati a mare, in procinto di naufragare, da una nave militare italiana.

Le forze politiche governative, in una maniera sempre più dirompentemente crescente, con modalità mai viste nella storia repubblicana, hanno infranto i principi fondamentali che riguardano la dignità umana. Si vogliono stravolgere i cardini essenziali che reggono la nostra civiltà democratica, dettati dalla Costituzione, conquistata dalla Lotta di Liberazione contro i nazifascisti, che costarono la vita ai tanti patrioti che si batterono per avere libertà, democrazia e rispetto delle persone, donne e uomini. Riconoscendo, altresì, solidarietà senza discriminazioni e diritto di asilo, a tutti gli umani.

In questa circostanza si è svolta a Catania è una mobilitazione straordinaria, nella forma di un presidio permanente al porto – varco 4 –, a breve distanza dalla nave Diciotti della Guardia Costiera.

L’appello promosso da trenta associazioni cittadine, con la richiesta dell’immediato sbarco dei profughi, è stato concretamente sostenuto tramite la presenza di moltissime persone. Una risposta veramente corale. C’è un risveglio delle coscienze, anche inaspettato data la situazione di “cloroformizzazione” e “omogeneizzazione del pensiero” massicciamente in atto nel Paese. Si sono riviste molti cittadini/e che da anni non partecipavano a pubbliche iniziative. Buon segnale.

L’area portuale, con l’eccezione delle ore notturne, è stata costantemente presidiata. Entusiasmante la partecipazione, forte la passione civile e democratica, grande lo sdegno contro le forze politiche governative che hanno tenuto rinchiusi nella nave i reietti, già drammaticamente sconquassati dagli eventi, in Libia e in mare.

Nel corso di una serata 500 persone hanno partecipato fino a tarda notte all’iniziativa “la protesta degli arancini”.

Il giorno successivo, con la partecipazione di centinaia di donne e uomini, nel corso della mattina e del pomeriggio sono state effettuate alcune azioni eclatanti, per dare maggiore risalto alla pacifica e continua manifestazione a sostegno dei profughi tenuti illegalmente sulla nave.

La mobilitazione è continuata, in maniera sempre più crescente.

Il giorno dopo, a seguito dei presidi effettuati durante la giornata, un grande corteo, partito dal varco 4, ha attraversato l’area del porto, stazionando per quasi due ore sull’altro fronte di molo, quello che si affaccia su un fianco della nave.

È stata grande la partecipazione popolare sabato 25 agosto al porto di Catania.

Tra le ore 17 e le ore 20 circa 5000 persone hanno complessivamente partecipato alle due iniziative principali, portando corpi, sentimenti e cuore democrati, non le solite tastiere sulle quali impazzano in solitudine razzisti e fascisti.

Il primo evento si è svolto nel grande slargo situato al varco 4, a circa 150 metri di distanza dalla parte di molo dove si trovava ormeggiata la nave della guardia costiera Diciotti con i 157 profughi ancora rinchiusi, privi delle libertà. L’accesso alla parte di molo che porta all’area da sempre utilizzata per gli sbarchi dei profughi, è chiusa e presidiata da ingenti forze di polizia.

Poi, i manifestanti, con un lungo corteo costituito da alcune migliaia di persone, hanno attraversato gran parte dell’area portuale, dopo un percorso di ottocento metri, spostandosi al molo che guarda direttamente la nave dei profughi, a circa 300 metri di distanza. Grandi cori hanno caratterizzato questa seconda manifestazione, per portare il saluto e il sostegno unanime ai profughi, affacciati dalla parte laterale della nave. Sono state fatte innalzare piccole mongolfiere di carta e sparati fuochi di artificio in segno di solidarietà.

Presenti numerosi gruppi provenienti dalle varie città siciliane. Fatto di grande importanza: presenti molti giovani, ragazzi e ragazze, e gruppi di turisti che saputo della manifestazione hanno partecipato attivamente. Tra l’altro ho avuto casualmente modo di incontrare gruppetti di torinesi e romani iscritti all’Anpi.

Nella prima parte da un “palco” improvvisato sono intervenuti diversi oratori. Tra gli altri ha parlato il parroco di una importante chiesa della città.

A grande voce sono state richieste le dimissioni del ministro Matteo Salvini.

Forti tensioni con le forze di polizia attorno alle ore 20, con cariche, complessivamente immotivate. Di fatto, con tutta l’area strapiena di persone dell’articolato mondo civile e democratico, molte famiglie con bambini, nessuno aveva intenzione di “forzare” il blocco costituito dalle forze dell’ordine. Sono rimasti feriti tre ragazzi/e.

Il presidio è continuato fino a tarda notte, si è sciolto dopo la discesa dalla nave di tutti i profughi. Le grandi mobilitazioni effettuate nel porto catanese, nel corso delle cinque giornate, iniziate già nella mattinata di martedì scorso, hanno contribuito a determinare un esito positivo.