La due giorni che si è svolta a Matera il 20 e 21 settembre, intorno all’80 anniversario degli eccidi per mano dei nazisti oramai in ritirata dopo l’armistizio e l’avanzare degli Alleati, è stata sicuramente molto significativa per gli obiettivi che si proponeva e che si può dire siano stati pienamente raggiunti.
Oltre alla bella prima mattinata che ha visto protagonisti gli studenti, i giovani a cui affidare il testimone di questa pagina di storia per farne tesoro e stimolo per il futuro, e la cerimonia ufficiale del giorno dopo con le autorità che, come ogni anno, ha ripercorso la triste via crucis dei luoghi in cui avvennero gli episodi di sangue di quel tragico 21 settembre del 1943, molto pregnante è stata l’attività di incontri, convegni e presentazione di libri, svoltasi nei due pomeriggi.
Sono stati otto gli istituti medi superiori coinvolti: cinque di Matera (IIS Loperfdo-Olivetti, IIIS T. Stigliani, Liceo Scientifico, IIS Duni Levi, IIS Pentasuglia, l’IIS Pitagora di Policoro, III Federico II di Svevia di Melfi e un altro, l’Archimede di San Giovanni in Persiceto (Bologna). Hanno realizzato lavori per il concorso promosso dall’Anpi nazionale e dal Comitato provinciale di Matera per l’80° anniversario dell’insurrezione di Matera che sono stati presentati nel corso della prima mattinata nell’auditorium affollatissimo del Conservatorio Duni.
“Il protagonismo dei giovani, degli studenti è la nota più alta – ha detto nell’occasione il segretario nazionale
Anpi Vincenzo Calò – che viene da una manifestazione come quella organizzata per l’80° anniversario del 21 settembre 1943, che segnò l‘insurrezione di Matera. Le ricerche realizzate per il concorso nelle scuole lo confermano”.
Ha proseguito Calò: “I giovani che cercano di partire dal passato, dai fatti della storia, non perdendo di vista l’attualità, perché guai a collocare la storia nell’alveo del passato, sono un segno dei tempi. Crediamo a volte che i ragazzi siano distanti da tutto questo, invece vogliono essere parte attiva. Diventa importante restituire importanza e contenuti all’educazione civica, ovvero alla Costituzione, che è frutto della lotta partigiana e quindi della Resistenza. E, però, anche rispetto a questo c’è il tentativo di mettere la Costituzione in discussione, con tentativi di revisionismo anziché di sua piena attuazione”.
Il componente della segreteria nazionale Anpi ha poi concluso: “Ma noi siamo testardi. Quando veniamo collocati nella dimensione del ricordo ci sentiamo più soli, ma quando vediamo che sono i giovani a raccogliere il testimone e a essere promotori del desiderio di innovazione e attualizzazione dei valori costituzionali capiamo di essere sulla strada giusta”.
Nella mattinata del 21 settembre, si è tenuta la manifestazione ufficiale con le autorità e le associazioni che in corteo hanno percorso le tappe di quella sanguinosa giornata di ottanta anni fa. A cominciare dal cippo posto dinanzi alla milizia, edificio fatto saltare in aria dai nazisti con dentro quindici prigionieri, quindi le altre tappe dinanzi all’ex Società Elettrica e in via Cappelluti dove vi furono altre vittime.
Dalle relazioni e dagli interventi dei numerosi docenti universitari, ricercatori, scrittori, rappresentanti della magistratura, degli enti locali, del sindacato e delle associazioni che si sono susseguiti nel corso delle tavole rotonde e presentazione di libri svoltisi nei due pomeriggi, sono emerse con forza due consapevolezze.
La prima è che da un po’ di anni, dopo che la partecipazione del Sud alla Liberazione era stata circoscritta ai pur numerosi meridionali che avevano fatto la lotta partigiana al Nord, sta emergendo e affermandosi una realtà sin lì oscurata. Ovvero che tutti quegli episodi di sangue che si sono succeduti dall’8 al 25 settembre 1943 nelle regioni del Sud, e tra essi quelli di Matera del 21 settembre, andavano non presi singolarmente, ma opportunamente collocati nel contesto e nel clima di quei giorni (persino da quanto accaduto ancora prima, in quel mese e mezzo dalla destituzione di Mussolini), ovvero: l’imminente arrivo degli anglo-americani, lo squagliarsi del fascismo, la rabbiosa presa d’atto di ciò da parte dei nazisti e l’inizio di una loro ritirata fatta di razzie, uccisioni e distruzione di infrastrutture.
Rendendo chiaro, a fronte di ciò, che quelle azioni individuali e collettive – pur senza organizzazione alcuna, spontanee e, magari scatenate da episodi specifici – erano comunque legate dal comune denominatore di una insofferenza alle angherie nazifasciste e, perciò, si trattava di oggettiva resistenza e accelerazione della cacciata dei tedeschi dal proprio territorio. Un importante e primissimo contributo di sangue che è venuto dal Sud alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. E quindi alla nascita della Costituzione repubblicana.
E qui veniamo alla seconda consapevolezza emersa dalle dotte e profonde analisi della due giorni materana. Ovvero, della necessità di un rinnovato impegno per la piena realizzazione della nostra Carta, così ben ideata e scritta dalle madri e dai padri costituenti: una Costituzione antifascista, dei diritti, del lavoro e della pace.
Una architettura istituzionale con poteri in equilibrio fra di loro, nessuno dei quali soverchiante l’altro, proprio per evitare uno scivolamento all’indietro verso quell’autoritarismo da cui ci si era appena liberati. Una architettura sorretta da principi solidi e netti. Una architettura che pur apparentemente non attaccata frontalmente, di fatto verrebbe minata da annunciate modifiche che la snaturerebbero nel profondo.
Con proposte (la cosiddetta autonomia differenziata) che vanno a smembrare l’unità d’Italia e altre che vanno in un’unica direzione: il rafforzamento di un potere rispetto agli altri. Con quella del premierato (o sindaco d’Italia che dir si voglia) infatti, si rafforzerebbe quello dell’esecutivo a scapito di quello legislativo e dello stesso Presidente della Repubblica.
Idem con la paventata separazione delle carriere dei magistrati che, di fatto, andrebbe ad indebolire il potere giudiziario, con l’apertura della strada alla sottomissione al governo dei pubblici ministeri e, quindi, un ulteriore accentramento nelle mani dell’esecutivo. Esattamente il contrario, dunque, di quanto voluto dai costituenti. Realizzando così la rottura di quel prezioso equilibrio a garanzia della democrazia che essi hanno così ben cesellato.
Ebbene, tenere alta e ferma la guardia è dunque importante per evitare che questo risultato nefasto venga raggiunto, magari pezzo dopo pezzo, in un quadro di indifferenza generale. È questo il monito venuto da Matera chiaro e forte.
Grazie dunque all’Anpi che ha promosso questa due giorni a Matera, quale avvio di un lungo percorso, che si svilupperà in tutto il Paese, verso l’80 della Liberazione.
Vito Bubbico, Comitato provinciale Anpi Matera
foto di Antonio Sansone, Comitato provinciale Anpi Matera
Pubblicato martedì 14 Novembre 2023
Stampato il 08/09/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/matera-insorse-per-prima-dal-contributo-del-sud-alla-liberazione-alla-difesa-della-costituzione/