La partigiana MdAVM Angela Michelini a un congresso Anpi

Angela si sarebbe schernita, mi avrebbe detto: “Ma dài Massimo, per piacere, trova un altro nome per intitolare la nuova sezione: ci sono compagne che si sono spese molto più di me. Io ho fatto solo il mio dovere…”.

Quando un po’ di mesi fa Fulvia Busettini della FISAC-CGIL Nazionale Dipartimento Antifascismo, mi ha telefonato per informarmi che un gruppo di dipendenti della BPER aveva raggiunto le condizioni per far nascere a Genova una nuova sezione dell’ANPI tra i bancari, ero rimasto un po’ “così”, perplesso che si potesse fare.

Partigiani liguri (Archivio fotografico Anpi nazionale)

Poi, dopo un primo incontro con una serie di compagne e compagni coordinati da Giacomo Tedeschi – è stato lui, nella prima fase, a fare da punto di riferimento nel raccogliere dati e iscrizioni – e man mano che il progetto cresceva e si approfondiva, mi rendevo conto delle grandi potenzialità di adesione alla nostra associazione anche in questo settore. Una maniera per scoprire un altro pezzo di storia poco nota, non solo nel Paese, ma nella stessa nostra città, dove, durante la guerra di Liberazione, uomini e donne del settore bancario, compresi gli impiegati della Banca d’Italia, hanno svolto un ruolo non secondario nel sostenere, idealmente ed economicamente il movimento clandestino di lotta contro l’occupante e lo stesso CLN di Genova.

Partigiani nella Genova libera (Archivio fotografico Anpi nazionale)

Gli iscritti alla nuova sezione sono gli eredi di quella generazione straordinaria che 80 anni fa seppe esprimere un primato morale, prima ancora che politico, lottando per la dignità propria e di tutto il popolo italiano. Dignità cacciata nel fango dal ventennio della dittatura fascista, con l’apice raggiunto nell’alleanza con Hitler e l’entrata nel secondo conflitto mondiale al fianco dell’esercito tedesco.

Genova fu l’unica città italiana dove i tedeschi si arresero al CLN. L’atto di resa nelle due lingue firmato da Remo Scappini e dal generale Meinhold (clicca sulla foto per ingrandire)

Non a caso in queste riunioni preparatorie si è discusso della necessità, oggi più che mai, di declinare i valori della Resistenza e della Costituzione antifascista, nata da quella lotta nell’operare pratico e nell’impegno professionale, in un settore straordinariamente centrale della vita nazionale e del futuro stesso del Paese.

La nascita della sezione “Angela Michelini/OLTRE” è quindi un’occasione per stimolare tra le lavoratrici e i lavoratori del Credito la crescita delle coscienze sotto il segno dell’antifascismo e dei suoi valori espressi chiaramente nella Costituzione della Repubblica, in uno stretto legame con le scelte e le singole azioni quotidiane. Il fatto poi che la sezione sia dedicata a una donna straordinaria, che io come tanti altri della mia generazione abbiamo avuto modo di conoscere, ci rende ancor più contenti, anzi orgogliosi.

Il ruolino partigiano di Angela Michelini

Angela, figlia di pescatori di Cornigliano, operaia, partigiana combattente già dal 1° ottobre 1943, gappista della Brigata Rizzolio, si è impegnata fin da subito contro i nazifascisti: organizzando le donne del suo quartiere nella lotta contro la fame, gli aumenti dei prezzi, le retate con le deportazioni. Poi dopo la diffusione della stampa clandestina si è impegnata e in prima persona è passata dalla lotta sociale a quella armata, rendendosi protagonista di azioni rischiosissime.

Dopo il 1945, “Vera” ed “Emilia” i suoi nomi di battaglia, non ha smesso di impegnarsi per l’affermazione dei diritti dei lavoratori e in particolare delle donne. Diventa attivista sindacale della CGIL, nel primo dopoguerra sarà una delle fondatrici del sindacato degli alimentaristi, un settore in cui la presenza femminile era molto alta.

Olga Belzer, mia suocera, allora lavoratrice alla Saiwa, mi ha raccontato: “Ho capito che Angela aveva particolari capacità umane nel costruire un dialogo e un rapporto con le persone, che allora erano bistrattate, mal pagate e sottoposte ad atteggiamenti ancora più pesanti, proprio perché donne”. E come tali ebbero ancora più forza nel rappresentare le loro istanze e le loro specificità, chiedendo non solo di essere partecipi ma protagoniste nel sindacato e, fuori di esso, nella società, per cambiarla. Chiedendo in ogni fase che venisse vissuta da loro e dai loro compagni di lavoro quella disposizione, scritta da donne Costituenti, nel terzo articolo della nostra Carta fondamentale, stabilendo che la Repubblica si fa carico di rimuovere gli ostacoli che ci impediscono di essere tutti uguali. Disposizione che ancora oggi non trova piena applicazione.

Ma Angela si è particolarmente spesa anche nel difendere la memoria della Resistenza e in particolare dell’impegno straordinario e del protagonismo che le donne stesse hanno espresso in quella lotta. Nel 1979, il 15 maggio, con decreto del Presidente della Repubblica le veniva conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare per la sua attività partigiana. Una scelta che a mio avviso è di una grandissima importanza, visto che le donne non erano obbligate a scegliere se aderire o no al “bando Graziani”. E proprio per questo la loro scelta di battersi per la libertà assume un valore ancora più grande.

Da sinistra, Laura Polizzi, vicecommissario; Massimo Bisca, presidente provinciale Anpi Genova e la partigiana Mirella Alloisio, responsabile della segreteria operativa clandestina del Cln Liguria, in uno scatto del 2005

Questo Angela Michelini ha raccontato in tanti incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, nei vari quartieri della città e non solo. Non posso dimenticare però alcuni momenti davvero straordinari, come l’incontro a Genova con Laura Polizzi e Mirella Alloisio nell’aprile 2008 per la Mostra “Ragazze di fabbrica”, al Centro Civico di Cornigliano. Prima ancora, però, ricordo quanto ho dovuto faticare, nel 2000, per convincere Angela a lasciarsi intervistare, lei ed altre compagne, protagoniste di quelle lotte, per realizzare un video, che presento ogni volta che posso nelle scuole o in altri momenti pubblici, dove sono loro a parlare e raccontare.

Progionieri tedeschi a Genova dopo la resa

Si schernivano, non volevano, ti dicevano: “Guarda che non ho fatto niente di straordinario, ho fatto solo il mio dovere e quello che mi sentivo di fare”, dimostrando pure con quelle parole la loro grandezza e la loro umanità.

Ecco perché sono grato alle compagne e ai compagni della BPER di Genova e a Fulvia della Fisac, non solo di essersi adoperati per la nascita di questa nuova sezione dell’Anpi.

È anche questo un modo per tener viva la memoria di donne e di uomini che ottant’anni fa scelsero di battersi per riconquistare la libertà, senza aspettare che altri ce la regalassero. Una lotta che servì ad affermare valori fondamentali che ancora oggi qualcuno rimette in discussione, anche cercando di stravolgere quella storia di lotte e di sacrifici immani, che molti hanno pagato con la vita e tanti altri rinunciando alla giovinezza, e tutta una vita di impegno. Qualcuno mentendo dice che sono ideali superati dal tempo, mentre sono di una modernità straordinaria e senza i quali non si potrà uscire dalla crisi economica, morale e politica che sta vivendo il Paese. Dedicare poi questa sezione ad Angela Michelini è anche un modo per sottolineare ciò che le donne hanno espresso e più in generale ciò che il mondo del lavoro ha saputo fare per ricostruire l’Italia. Non a caso il primo articolo della nostra Costituzione dice che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

PS: Si schermirebbe di sicuro, Angela, ma noi siamo felici di sapere che abbiamo messo “in banca”, intitolandole questa nuova sezione Anpi dei lavoratori del Credito, un patrimonio inestimabile di serietà e dignità come quello che Lei ci ha lasciato.

Massimo Bisca, presidente provicniale Anpi Genova, componente Segreteria nazionale Anpi