Da sinistra: il segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma; la presidente provinciale Anpi Venezia e coordinatrice regionale, Maria Cristina Paoletti; il segretario regionale Fiom del Veneto, Antonio Silvestri

Lo scorso 21 settembre, nella sede Cgil Venezia, a Mestre, una conferenza stampa della Fiom-Cgil regionale e della Anpi provinciali del Veneto ha presentato il protocollo d’intesa siglato tra le due organizzazioni, che ha dato il via nella regione all’attuazione dell’accordo sottoscritto lo scorso giugno tra il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e dal segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma.

Roma, 27 giugno 2022. La firma del protocollo d’intesa fra Anpi nazionale e  Fiom-Cgil. Nelle foto, da sinistra il segretario generale Fiom, Michele De Palma e il presidente nazionale dell’associazione dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo

Il patto firmato a livello nazionale ha una grande rilevanza per le due organizzazioni, ed è finalizzato “a promuovere la conoscenza e la difesa della Costituzione italiana, riaffermare il valore della Resistenza partigiana e il ripudio incondizionato di tutte le guerre e di ogni forma di fascismo e discriminazione, vecchia e nuova, nonché a riaffermare il ruolo dello Stato sociale come fondamento della vita democratica”. Obiettivi che l’associazione dei partigiani e il sindacato punteranno a raggiungere a partire dalle sezioni Anpi che si costituiranno a breve nei luoghi di lavoro, attraverso iniziative di conoscenza, divulgazione e approfondimento.

In Veneto, il patto è stato stretto in concomitanza con l’assemblea dei lavoratori Fiom di Fincantieri Marghera in preparazione di “Cgil Aperta”, la due giorni promossa l’8 e il 9 ottobre, a Roma, a un anno dall’assalto neofascista alla sede nazionale della Confederazione generale dei lavoratori. Rammentiamo che da allora non è seguito da parte del governo in carica alcun procedimento di scioglimento di Forza Nuova, la formazione ispiratrice e artefice dell’ignobile aggressione. La mobilitazione nella capitale avrà al contempo l’obiettivo di rimettere il lavoro al centro della politica e vedrà la forte partecipazione dell’Anpi.

Una delle immagini della devastazione della sede della Cgil, il 9 ottobre 2021, da parte dei militanti di estrema destra (Imagoeconomica)

Intanto Fiom Veneto, Fiom provinciali e comitati provinciali Anpi hanno già avviato il percorso di costituzione di numerose sezioni dell’associazione dei partigiani nei luoghi di lavoro: oltre a Fincantieri, a Lafert, Acciaierie venete di Verona, Acciaierie Veronesi, Toffac ingranaggi, Carel, Carraro drive tech, Marelli motori, Lovato ed Epta Costan, aziende in cui è numerosa la presenza di lavoratori e lavoratrici iscritti all’Anpi.

Questi gli ottimi risultati già conseguiti presentati in presenza alla conferenza stampa dal segretario generale Fiom, Michele De Palma; Maria Cristina Paoletti, coordinatrice regionale e presidente dell’Anpi provinciale di Venezia; Antonio Silvestri, segretario generale Fiom Veneto; Michele Valentini, segretario generale Fiom Venezia e le Rsu Fiom Fincantieri.

Inoltre, hanno portato il loro contributo, collegati da remoto, 28 delegati di altrettante aziende, e i segretari generali provinciali Fiom di Belluno, Stefano Bona; Padova-Rovigo, Loris Scarpa;  Vicenza, Morgan Prebianca;Verona Martino Braccioforte; le presidenti provinciali di Anpi Padova, Floriana Rizzetto, e di Rovigo, Antonella Toffanello e i presidenti provinciali Anpi di Vicenza, Danilo Andriollo, e di Verona, Andrea Castagna.

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Antonio Silvestri, nel dare inizio alla conferenza stampa, ha voluto ricordare l’inaccettabile morte di tre studenti avvenuta nell’ambito del percorso di alternanza scuola-lavoro: morti assurde dovute alla sostanziale insicurezza delle fabbriche; un problema angosciante che è anche alla base della strage di lavoratori e di lavoratrici che si sta consumando ogni giorno in tutto il Paese davanti ai nostri occhi.

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Proprio queste morti, ha sottolineato il segretario regionale Fiom Silvestri, segnalano drammaticamente la mancata attuazione della Costituzione che si realizza in primo luogo nella svalutazione del lavoro, tra precariato e salari bassi. Un lavoro che è invece posto a fondamento della Repubblica sancito dall’art.1 della Costituzione. E proprio alla Costituzione è necessario ritornare per rinsaldare il legame tra Resistenza e diritti. Una dimensione alla quale Fiom deve necessariamente tornare, stringendo un rapporto più forte con l’Anpi, anche sul piano della formazione nei luoghi del lavoro, sul tema dell’antifascismo e degli altri valori della lotta di Liberazione sussunti nella Costituzione.

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La presidente provinciale di Anpi Venezia, Maria Cristina Paoletti, illustrando il protocollo, ha ribadito in primo luogo che le due organizzazioni condividono gli stessi principi fondativi di ripudio assoluto di ogni guerra e di ogni forma di fascismo, razzismo e discriminazione e che lottano insieme per la pace e per l’affermazione e il consolidamento della democrazia, della libertà, del diritto al lavoro e alla giustizia sociale. Ha sottolineato in particolare il binomio fondamentale libertà/giustizia sociale, valore e insieme obiettivo della lotta di Liberazione contro il nazifascismo, ma anche sogno partigiano di una nuova società più giusta, fondata su diritti umani inalienabili e universali. Paoletti ha proseguito riportando alcuni dati relativi alla presenza nella provincia di Venezia di 30 sezioni Anpi per un totale di 2.636 iscritti nel 2021, ed evidenziando che, tra queste, la sezione Anpi della Cgil Venezia cui afferiscono le varie categorie, costituisce la quarta sezione per numero di iscritti dopo quelle di Venezia, Mestre e del Sandonatese, aggiungendo che 1/5 degli iscritti alla sezione Anpi-Cgil sono lavoratori e delegati Fiom.

Paoletti ha ricordato come già in occasione dello scorso 25 aprile, l’Anpi aveva posto al centro delle manifestazioni il tema della pace e del ripudio di ogni guerra nel rispetto dell’art. 11 della Costituzione, e che la Fiom, all’insegna delle parole d’ordine “pace e lavoro”, aveva resa nota l’intenzione di promuovere una campagna straordinaria di iscrizione all’Anpi anche nei luoghi di lavoro, al fine di tenere viva la memoria antifascista, riconnettendola però alle grandi questioni politiche e sociali della fase attuale.

Nell’incontro con i giornalisti, a pochi giorni dalle elezioni politiche, è stato evidenziato il grave momento che sta vivendo il nostro Paese – forse il passaggio più difficile e complesso della storia repubblicana, con una situazione emergenziale sul piano economico-sociale, un’inflazione all’8% e una recessione alle porte. Una condizione molto critica dovuta, come è noto, al protrarsi della guerra in Ucraina con conseguente difficoltà di approvvigionamento energetico e che colpisce le fasce più deboli della popolazione, lavoratori con redditi bassi e medio bassi, precari, disoccupati, pensionati e i milioni di poveri presenti nel nostro Paese.

Tuttavia proprio in questo contesto drammatico, in cui l’Anpi si interroga per definire con maggior precisione i compiti dell’associazione, il protocollo può assumere un significato più rilevante per affrontare con spirito costituzionale la battaglia comune che pone al centro lavoro, pace, antifascismo e diritti dei migranti.

È necessario, infatti, che la politica rimetta al centro il valore del lavoro, il diritto al lavoro e alle sue tutele, e la lotta contro ogni forma di discriminazione e di sfruttamento dei lavoratori migranti.

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Inoltre, come sottolinea il protocollo nazionale tra Anpi e Fiom, l’Unione Europea deve assumersi la responsabilità di promuovere un negoziato di pace e una conferenza internazionale per la sicurezza stabile e duratura nel quadro dell’Osce e dell’Onu.

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Ancora. A cento anni dalla marcia su Roma, il recupero dei valori antifascisti si pone come urgente e indispensabile per contrastare unitariamente, anche con altre associazioni antifasciste, il pericolo di un abbandono sostanziale dell’antifascismo quale fondamento della Repubblica. Quindi opporsi a ogni tentativo di revisionismo storico e allo scivolamento verso una democrazia solo formale, che diventerebbe un guscio vuoto in cui diritti civili sarebbero meno esigibili, i diritti sociali trasformati nel privilegio di pochi, la divisione dei poteri destabilizzata. Di fatto, si concretizzerebbe il timore che l’Italia possa avviarsi verso una cosiddetta “democrazia illiberale”, analoga a quelle di Polonia e Ungheria, quest’ultima definita dal Parlamento europeo “autocrazia elettorale”. Infine, è necessario sostenere un impegno teso all’approvazione di una politica di accoglienza e di inclusione dei migranti in fuga da guerre e fame (situazione aggravata dalla guerra e dal cambiamento climatico), per l’universalismo dei diritti di cittadinanza.

Il protocollo Anpi-Fiom è frutto anche della lunga storia resistente e ancor prima delle radici operaie e antifasciste della lotta di Liberazione che poi portarono agli scioperi del 1943, culminati nell’insurrezione dell’aprile 1945; delle rischiose azioni di sabotaggio della produzione bellica degli occupanti nazifascisti; della salvaguardia degli impianti industriali necessari per la ricostruzione.

(Wikipedia)

Anche il Veneto fu protagonista con le sue fabbriche, quali, per esempio, la ex Breda, l’odierna Fincantieri, dove nascerà una nuova sezione Anpi. E ricordare quel passato glorioso e la lotta che oggi attende unitariamente le due organizzazioni c’è anche il motto scelto dal sindacato per il 25 aprile: “Libertà, democrazia, lavoro, solidarietà – le nostre radici, le nostre ali.

In tutti gli interventi, i relatori hanno sottolineato l’importanza del protocollo, da far “vivere” concretamente nei luoghi di lavoro similmente all’impegno dell’Anpi nelle scuole. In più di un contributo è stato rimarcato come negli ultimi venticinque anni si sia registrato un arretramento non solo sul piano industriale ma anche su quello sociale e culturale rispetto ai valori costituzionali e all’antifascismo, si è ribadito con forza la necessita di mobilitarsi prontamente, anche facendo ricorso al protocollo Anpi-Fiom, a partire dalla manifestazione del prossimo 8 ottobre a Roma per lanciare un primo segnale di massa unitario antifascista e per il lavoro.

(Imagoeconomica)

Nelle conclusioni, il segretario generale Fiom, Michele De Palma, ha ribadito la necessità del recupero di una memoria collettiva, della differenza tra fascisti e antifascisti, della rottura che i partigiani e le partigiane hanno operato lottando per costruire una Repubblica democratica fondata sul lavoro, nella quale dovrebbe essere il lavoro a indirizzare la politica e non viceversa. Ha aggiunto che la Fiom sarà sempre dalla parte della Costituzione, ha messo in evidenza che il sindacato è un soggetto costituzionale, che il diritto allo sciopero è dalla Costituzione (a differenza della serrata) e che mentre l’impresa è solo “una parte”, è il lavoro a essere fondamento della Repubblica.

De Palma ha sostenuto la necessità, attraverso il protocollo, di un confronto dialettico, proprio nelle fabbriche, con i lavoratori che votano per la destra, cercando di costruire un processo di formazione sui temi della democrazia e della Costituzione, coinvolgendo non solo gli iscritti alla Fiom ma anche i non iscritti e gli iscritti alle altre organizzazioni sindacali.

Il protocollo, lungi dall’essere un elemento divisivo, dovrà essere, al contrario, uno strumento di crescita per costruire una società migliore nel nostro Paese.

A cura di Maria Cristina Poletti, coordinatrice Anpi Veneto e presidente provinciale Anpi Venezia