
Era la traversata notturna. In tanti venivano acciuffati, e riportati nei loro luoghi di fame e disperazione. Tra loro, molti i siciliani, costretti a ritornare nei loro tuguri, dove dormivano assieme all’asino, utile per l’eventuale lavoro bracciantile giornaliero.
Oggi, cambiano i volti, le tragiche storie, le destinazioni, i sentimenti e le speranze. Le finalità, però, sono similari.
Fuggono, da tanti Paesi, per sottrarsi alle guerre, torture, fame e desertificazione. Esprimono il giusto diritto alla vita. Per sé e per loro figli.
Per cercare di raggiungere l’Europa, distrutti dalla disperazione e dalle torture dei lager libici, essendo negati leciti spostamenti, affrontano il massimo dei rischi, l’attraversata del grande mare, su piccole e fragilissime barchette, “mettendosi nelle mani” dei trafficanti. Non c’è altro percorso.
Il Mediterraneo è diventato un enorme cimitero! Contiene decine di migliaia di cadaveri. Bambini, uomini e donne, giacciono sui fondali, “cibo per i pesci”. In molti casi, poiché ignoti, mai formalizzati alla comune conoscenza, senza volto e nome. A poca distanza dall’Italia e dalla ricca Europa, “patrie” dei colonialismi storici, in molti casi, oggi, complici dei nuovi modelli di sfruttamento delle risorse strategiche dei Paesi poveri.
Il penultimo tragico evento si è verificato nella nottata tra il 21 e il 22 aprile. Un gommone con 130 persone è affondato nel mare in tempesta al largo delle coste della Libia. Tutti annegati. Partiti nella serata del 20 aprile, le loro pressanti richieste di aiuto sono rimaste inascoltate. Un’agonia, tra le altissime onde, durata quasi trentasei ore. In questo lungo arco di tempo tutte le strutture istituzionali preposte ai controlli e ai salvataggi – Italia, Libia, Malta, Unione Europea – sono rimasti operativamente silenti. Il portavoce dell’agenzia Onu per i migranti (Oim) ha commentato: “Lasciati morire in mare. L’umanità è annegata”.
La notte scorsa ulteriori eventi di morte sono avvenuti nel Mediterraneo, al largo della Libia: 61 morti annegati, a seguito dell’affondamento di due barconi.
Il Governo italiano e l’Unione Europea devono assumere immediatamente tutte le urgenti e vincolanti iniziative per realizzare il postulato “Mai più morti in mare”. Accoglienza e solidarietà.
Ottavio Terranova, coordinatore regionale Anpi Sicilia – vicepresidente nazionale Anpi
Pubblicato lunedì 3 Maggio 2021
Stampato il 07/06/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/se-lumanita-sta-annegando/