Il 25 aprile un’Italia bellissima, di radice, molto determinata è scesa in piazza per festeggiare la Liberazione. Centinaia e centinaia le iniziative in tutte le 110 province del Paese promosse dall’Anpi, in collaborazione con i sindacati, l’associazionismo democratico e i Comuni. La parola d’ordine: Nessuno escluso.
Un forte messaggio di resistenza civile che le cittadine e i cittadini hanno accolto con grande entusiasmo perché consapevoli della necessità di una partecipazione attiva contro la pesante stretta di Governo sui diritti umani e, dunque, su uno dei perni fondamentali della nostra Costituzione. Perché la memoria del sacrificio delle partigiane e dei partigiani ha senso solo se la si traduce in vita e vitalità democratica, solo se i sogni che mossero i combattenti per la libertà riescono a conquistare ampi spazi di possibilità realizzativa grazie alla fattiva volontà dei loro eredi.
E così, il 25 aprile, da Palermo ad Aosta è andata in scena una speranza molto concreta di poter fare un importante passo in avanti di Liberazione.
A Milano un’ondata antifascista ha percorso le vie della città per confluire in piazza Duomo dove si sono alternati al microfono il Sindaco di Giuseppe Sala, il Segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, il Presidente nazionale dell’Aned Dario Venegoni e la Presidente nazionale Anpi, Carla Nespolo coordinati da Roberto Cenati, Presidente dell’Anpi provinciale di Milano.
Così a Roma, dove le conclusioni sono state affidate al preziosissimo e vivacissimo Aldo Tortorella, partigiano e politico di lungo corso che, nonostante un sole aggressivo è riuscito con la consueta brillantezza e antica forza argomentativa a trasmettere coraggio e passione ai partecipanti.
A Marzabotto, terra straziata dalla barbarie nazifascista, l’orazione ufficiale è stata affidata a Massimo Cacciari, mentre a Torino, in Piazza Castello, un inossidabile Carlo Smuraglia ha incalzato su diritti e memoria attiva.
Da segnalare la manifestazione di Melfi dedicata al tema “Europa e libertà”, quella a Latina, culla del nostalgismo fascista, dove l’Anpi è impegnatissima a riportare la barra popolare sui binari della civiltà antifascista, l’intensa tre giorni bolognese e l’immenso popolo a Genova.
A Verona, che ha ospitato il famigerato e penoso Congresso delle famiglie, un lungo corteo ha sfilato per le vie cittadine deponendo corone nei luoghi simbolo della Resistenza: al termine ha preso la parola la partigiana Lidia Menapace.
Napoli ha visto la presenza del Presidente della Camera Roberto Fico alla deposizione delle corone al Mausoleo di Posillipo – che ospita le salme di 17 patrioti napoletani che persero la vita durante le 4 Giornate di Napoli, e di oltre 2000 militari caduti nelle guerre mondiali – e al monumento in memoria di Salvo D’Acquisto.
Tantissimi i giovani, che non solo sono stati presenti ma in molti casi hanno ideato e sono stati protagonisti di non poche iniziative: a Cerignola “A me non sta bene che no” è stato il tema portante.
Impossibile citare tutto quello che si è svolto nelle tantissime città, paesi, vie, ma anche cinema, teatri.
Tutto quello che ha costituito un lancio di buon avvenire che va tenuto acceso come ha chiaramente indicato e raccomandato la Presidente nazionale Anpi in un passaggio della sua dichiarazione del 26 aprile: “Ora dobbiamo proseguire nel nostro impegno, affinché il 25 aprile non venga dimenticato dal giorno dopo. Affinché la vigilanza sulla Costituzione, sulla sua piena attuazione, in particolare del dettato antifascista, resti attiva nelle menti e nei cuori di tutte e tutti. C’è un Paese che vuole rimettersi in cammino e non ha più intenzione di accettare arroganze, prevaricazioni, atteggiamenti lesivi della civiltà democratica e dell’umanità. L’Anpi c’è e ci sarà, sempre. Non perdiamoci di vista”.
Pubblicato lunedì 20 Maggio 2019
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