Il monumento di Affile in memoria di Graziani
Il monumento di Affile in memoria di Graziani

È ancora aperto il ‘caso’ del mausoleo ad Affile, un’ora di viaggio da Roma, intitolato al criminale di guerra e gerarca fascista Rodolfo Graziani. Intanto nell’elenco dei luoghi destinati a vivere nuove battaglie di opinione entra anche Livorno, per l’ipotesi di ‘maquillage’ in chiave Disney di una mastodontica opera incompiuta dedicata a Costanzo Ciano, padre di Galeazzo, il genero di Mussolini.

Ad Affile il monumento costruito tre anni fa in memoria del generale Graziani e che suscitò una forte indignazione in tutto il mondo (ne parlò anche il New York Times) è tuttora lì.

L’Anpi Nazionale ha sporto denuncia per apologia di fascismo e per altri reati previsti dalla legge Mancino e il 21 settembre, a Tivoli, si è aperto il processo contro il sindaco di Affile, Ercole Viri, e due assessori della giunta comunale. Nel procedimento giudiziario hanno scelto di costituirsi parte civile i Comuni di Marzabotto, Stazzema, Montignoso, Massa, Carrara e la Provincia di Massa Carrara.

pena morte renitenti levaLe Municipalità, Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza, non dimenticano che Graziani si rese colpevole di stragi di civili, fece costruire campi di concentramento in Libia, usò i gas contro la popolazione etiope, fu ministro della guerra nella repubblica di Salò firmando il bando di richiamo alle armi che prevedeva la morte per renitenti e disertori. Il processo, con rito abbreviato, avrà la prossima udienza, quella decisiva, il 16 febbraio 2016.

Il mausoleo è stato anche oggetto di un’interrogazione parlamentare dei deputati dem Martina Nardi e Andrea De Maria e tema di un’assemblea pubblica promossa, la scorsa settimana, dall’Anpi Provinciale di Massa Carrara.  In quella circostanza è stata avviata una petizione di sollecito al governo affinché si metta fine a una situazione intollerabile, “un’offesa profonda per un Paese democratico” e si prendano provvedimenti contro tutti i progetti politici apertamente nazifascisti.

Diversa ma destinata a far parlare e riflettere la vicenda livornese. Nel 1939 moriva Costanzo Ciano, capostipite in camicia nera della potente famiglia nativa della cittadina toscana. Il podestà di Livorno avviò una sottoscrizione pubblica e fece progettare la costruzione di una colossale tomba sulle colline davanti al mare. Costanzo Ciano era stato deputato e ministro delle comunicazioni nonché presidente della camera dei fasci e delle corporazioni; era anche il padre di Galeazzo, il marito della primogenita del duce. Pure lui ministro, prima alla stampa e propaganda poi agli esteri, verrà infine fucilato nel ’44 dopo il processo di Verona.

Mausoleo a Costanzo Ciano
L’incompiuto mausoleo a Costanzo Ciano prima e dopo la “cura virtuale” (Da http://www.wired.it/lol/2015/10/07/deposito-zio-paperone-livorno/)

Il piano architettonico del monumento funerario prevedeva l’installazione su un grande basamento di una statua di marmo alta 12 metri raffigurante il gerarca scomparso (ora la scultura è in Sardegna a Santo Stefano, isola della Maddalena), e di un faro di oltre 50 metri a forma di fascio littorio. A causa della guerra però, il sepolcro restò incompiuto e rimase solo il basamento, divenuto col tempo un rudere abbandonato. Giorni fa, ad avere l’idea di trasformarlo nel forziere dove Paperon de Paperoni nuota nell’oro è stato il vignettista satirico Daniele Caluri, che ha postato su Facebook la sua ‘visione’ computerizzata. Risultato: boom di ‘mi piace’, petizioni on line con sempre più numerosi firmatari e persino contatti con la Disney, forse interessata a concedere i diritti d’immagine. La possibilità di un parere favorevole della Company statunitense è stata confermata dal sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, Movimento 5 Stelle, insieme alla confessione di aver avuto lui stesso da ragazzo la medesima idea, arrivando in tempi recenti addirittura a prendere le misure per realizzarla ma poi decidere di archiviare tutto. Nonostante i tanti fan del progetto, il Primo cittadino di Livorno ammette di aspettarsi delle critiche. E qualcuno già ricorda che anche Walter Disney fu al centro di polemiche: secondo alcune fonti storiche d’oltreoceano, sembra che il celeberrimo disegnatore simpatizzasse per i nazisti.