La stele distrutta (da http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-roma/2016/03/31/194108077-6f82e503-f43b-4642-87fb-af972ccfb0ae.jpg)
La stele distrutta (da http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-roma/2016/03/31/194108077-6f82e503-f43b-4642-87fb-af972ccfb0ae.jpg)

Uno scempio rivendicato da una telefonata all’agenzia di stampa Adnkronos, come negli anni di piombo. Il movimento di estrema destra Militia ha così voluto doppiamente firmare lo sfregio al monumento dedicato a Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia, sul litorale capitolino, il luogo dove il grande intellettuale, poeta e regista venne trovato morto il 2 novembre 1975. La voce anonima ha dichiarato che “l’azione” era contro “un omosessuale e pedofilo”, sulla falsariga cioè di quanto scritto su tre striscioni bianchi lasciati tra pezzi di lastre di marmo spaccate e i vetri dei cartelli con il percorso bibliografico frantumati. “Ma quale poeta e maestro: fr… e pedofilo, lui era questo”. Il tutto siglato Militia.

A scoprire il danneggiamento e l’oltraggio dei vandali, avvenuto di notte, sono stati i volontari della Lipu, gestori dell’oasi naturalistica dove si trova la stele in memoria di Pasolini realizzata dallo scultore Mario Rosati.

L’area ha conosciuto uno stato di abbandono fino agli anni 90. In seguito, con il contributo anche del Comune di Roma, il luogo dove Pasolini trovò drammaticamente la morte venne recuperato e realizzato il “Giardino letterario Pier Paolo Pasolini”. E nel regno di aironi rossi, morette tabaccali e cigni reali oggi si snodano percorsi letterari e bibliografici.

Militia non è nuova a gesti infamanti. Nel gennaio 2015 in sei vennero condannati per aver diffuso, tra il 2008 e il 2011, idee fondate sull’odio razziale e ingiuriato con striscioni, scritte murarie e manifesti alcuni rappresentanti della Comunità ebraica di Roma ed esponenti delle istituzioni. Le pene tuttavia sono state lievi (tra i 18 e gli 8 mesi di reclusione) e l’organizzazione non è stata sciolta. Eppure il suo leader e ideologo, Maurizio Boccacci, non era nuovo alla giustizia italiana.

Originario di Verona, Boccacci stabilì la sua residenza ai Castelli romani e nella cittadina di Grottaferrata fondò il Movimento Politico Occidentale, organizzazione di stampo neofascista sciolta nel 1993 in ottemperanza della Legge Mancino. Le cronache ricordano che nel 1994 fu tra i protagonisti degli scontri in occasione della partita di calcio Brescia-Roma, durante i quali venne ferito gravemente un vice questore. Tre anni dopo venne arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni: accadde durante un processo nel quale Boccacci era imputato per aver affisso alcuni manifesti con il ritratto di Mussolini. Successivamente ha partecipato a presidi di solidarietà in favore di Erich Priebke, il capitano delle SS condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine.