Ci aveva provato prima del lockdown, la giunta di Vicenza, e ora nonostante la vita politica cittadina non sia tornata alla piena normalità, ritenta.

Lo scorso febbraio, l’amministrazione di destra a trazione leghista, aveva riformulato l’art. 5 del regolamento per l’occupazione degli spazi pubblici. Un passaggio in particolare era stato oggetto di revisione: quello in cui ogni realtà associativa per ottenere le autorizzazioni ad utilizzare le aree municipali dovesse dichiarare per iscritto di “ripudiare il fascismo”. Nella nuova versione – autore l’assessore alle attività produttive, Fratelli d’Italia – dal dettato è scomparsa la parola “fascismo”, sostituita da “totalitarismi” perché, secondo l’esponente del partito della Meloni “è giunta l’ora di una pacificazione nazionale”.

L’articolo 5 del regolamento sugli spazi pubblici vicentini come è ora in vigore e come potrebbe diventare

Domani, 9 giugno 2020, il consiglio comunale, che ancora si riunisce a distanza per le misure antiCovid e dunque senza la possibilità per i cittadini di partecipare alla seduta, dovrebbe votare la modifica.

L’Anpi insorge e invita alla mobilitazione: «È gravissimo – dice Danilio Andriollo, presidente del Comitato provinciale dei partigiani vicentini – che una simile decisione sia presa proprio nei giorni in cui, purtroppo, abbiamo visto in Italia manifestare i neofascisti con le loro solite modalità violente e praticare l’apologia del fascismo». Per di più la decisione verrebbe adottata, in caso di voto favorevole, da un Consiglio che si riunirà in remoto, escludendo di fatto ogni possibilità per i cittadini di partecipare alla seduta «Siamo esterrefatti – prosegue Andriollo – per questo abbiamo deciso di presidiare la piazza sotto stante l’Aula consigliare durante la riunione».

Vicenza, Piazza dei Signori, dove domani, 9 giugno 2020, alle 18 si terrà la protesta della società civile democratica contro la modifica del regolamento antifascista

Le adesioni di sindacati e partiti si stanno susseguendo con l’appello ai consiglieri di respingere la proposta di modifica. «Eliminando la clausola il centrodestra vicentino risolve se stesso in una matrice fascista – dice il presidente provinciale Anpi, ribadendo il comunicato firmato con il presidente della sezione locale dei partigiani, Luigi Poletto. L’evocazione della “pacificazione” infatti è del tutto fuorviante e sottende la riabilitazione del fascismo». Cioè di una «brutale dittatura che ha annichilito libertà e democrazia e un totalitarismo che ha portato l’Italia all’alleanza fatale con la Germania di Hitler».

Il regolamento antifascista era stato introdotto a Vicenza, Medaglia d’Oro per la Resistenza, nel 2018 dalla precedente giunta «perché il ritorno al nazifascismo è diventata una vera e propria emergenza nazionale: la presenza neofascista è impressionante e comprende organizzazioni e movimenti politici, presenza nel web, tifoseria delle “curve” calcistiche di estrema destra, gruppi musicali nazirock».

E per far fronte a questa situazione è necessaria sia «la messa fuorilegge dei movimenti neofascisti e neonazisti, sia una grande e unitaria battaglia culturale e politica, e in terzo luogo un impegno di tutte le istituzioni repubblicane dal livello nazionale al livello locale». L’Anpi di Vicenza domani pomeriggio farà sentire la sua voce insieme alla cittadinanza che si riconosce nei valori della Costituzione della Repubblica Italiana. L’appuntamento è alle 18 in piazza dei Signori. «In presidio è organizzato con il rigoroso rispetto delle norme sul distanziamento previsto dall’emergenza sanitaria in corso – conclude il presidente Andriollo – per un fermo No all’abolizione della dichiarazione antifascista».