Uniti è più facile, divisi è più difficile. Può sembrare una banalità, ma spesso per i più vari motivi ci si separa, perché c’è un distinguo, una controversia, una recriminazione, un vezzo d’orgoglio, peggio, un peccato di superbia. Ci si unisce su ciò che si condivide, non su tutto. Ciascuno rimane se stesso, ma se l’obiettivo è comune, camminare insieme è sempre utile, e spesso necessario. D’altra parte è una delle lezioni della Resistenza, quando si vinse perché comunisti, socialisti, azionisti, cattolici, liberali, persino monarchici, ciascuno rimanendo tale, diedero vita nelle speciali e drammatiche condizioni del tempo ad una lotta unitaria grazie a cui si liberò e ci si liberò.

Da anni l’Anpi segue la bussola dell’unità antifascista e antirazzista.

È questa l’anima che, in particolare negli ultimi due anni, ha ispirato centinaia e centinaia di iniziative, manifestazioni, sit in, dibattiti, flash mob, e chi più ne ha, più ne metta. A ben vedere anche il fenomeno delle sardine si può interpretare con questa chiave di lettura; un popolo che attraversa varie generazioni, culture, convincimenti, ma che si trova unito in piazza contro un comune nemico: il razzismo, il degrado della politica, l’imbarbarimento dei rapporti sociali, il neofascismo.

Ma anche l’unità va alimentata, ricostruita, accudita di giorno in giorno, affinché di giorno in giorno ricresca, si cementi e si cimenti. Questo è lo spirito con cui all’inizio di febbraio, dopo tanti mesi, si è riunito di nuovo il “tavolo unitario nazionale” che già negli anni precedenti aveva dato vita alla grande raccolta di firme per la messa fuori legge delle organizzazioni fasciste e razziste. E ha messo nero su bianco la comune intenzione, riassumibile nella frase finale del documento sottoscritto: “In nome di un valore troppe volte trascurato e tradito: il valore dell’umanità”. Ecco, ciò che ci accomuna come genere umano che si tutela e si riproduce e si accoglie reciprocamente, trasfigurando da branco a comunità e da comunità a civiltà.

Da http://viefrancigene.com/camminiamo-insieme-2/

L’obiettivo è condiviso, contro fascismi, razzismi e guerre, ma si declina concretamente rispetto alle nuove situazioni. Infatti nel documento si afferma, fra l’altro che “chiediamo di abrogare o modificare radicalmente i recenti decreti sicurezza riconducendoli nell’alveo dei valori della Costituzione e della Carta europea dei Diritti Umani”. Una scelta doverosa davanti ai ritardi e – diciamolo – anche ai tentennamenti del governo. E quindi, implicitamente, un invito ad assumere presto e bene una decisione conseguente. Non solo: l’obiettivo è “contrastare neofascismo, razzismo ed esclusione”, a cominciare dall’attuazione della XII Disposizione costituzionale (“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista…”) e delle conseguenti leggi Scelba e Mancino. L’appello non è solo al governo ma è anche alle istituzioni. Alla magistratura, alla scuola e all’università, al Parlamento, alle Regioni ed agli enti locali. Insomma, alle diverse espressioni in cui si incarna e si articola lo Stato. Non si tratta solo di vietare (cosa del resto assolutamente indispensabile), ma anche di prevenire, (ri)costruendo una intelaiatura di provvedimenti, principi, cultura, senso comune antifascista e antirazzista, cioè un presupposto solidale, democratico, intollerante verso l’intollerante, giustamente punitivo verso il violento, inclusivo verso l’altro, strutturalmente e irreversibilmente pacifico. Sì, c’è un ritardo nella politica. Peggio, c’è una parte della politica che rema contro, che addirittura in alcuni casi scimmiotta persino qualche parola d’ordine dei gruppetti neofascisti.

Si obietterà: ma sono anni che lo diciamo, che ci impegniamo, che chiediamo; di più, che rivendichiamo. Giusto. Un motivo ulteriore per insistere, per allargare il fronte di forze civili, sociali, culturali, politiche che, unite, si schierano contro questa sorta di decadenza democratica e che propongono un energico ritorno ad un umanesimo senza se e senza ma. Se vogliamo, un moderno patriottismo che contrasti il moderno nazionalismo. Che differenza c’è? Il nazionalista vede ovunque frontiere e nemici, persino all’interno del proprio Paese. Il nazionalista vede oltre il confine una terra di potenziale conquista. Il patriota difende ed ama il suo Paese e sa che il modo più efficace di difenderlo è guardare ai suoi confini come a una finestra sul mondo, un mondo in cui siamo fratelli davanti alle calamità come la guerra o il riscaldamento globale. Un drammatico ed attuale esempio: il coronavirus, che non si ferma con i carri armati o col filo spinato, ma con gli opportuni provvedimenti a tutela della salute pubblica in base al principio di precauzione, con la ricerca mondiale delle cause, delle cure, dei vaccini.

Dunque l’Anpi nazionale, assieme ad associazioni, sindacati, forze politiche, rilancia: perché unità, a ben vedere, va a braccetto con libertà.

Appello unitario di associazioni, sindacati, partiti democratici nazionali per una grande campagna unitaria

PER IL VALORE DELL’UMANITÀ, CONTRO FASCISMI, RAZZISMI E GUERRE

Un pessimo inizio dell’anno in cui celebriamo il 75° anniversario della Liberazione: aggressioni e violenze di natura fascista e discriminatoria; segnali di nuove tensioni e guerre. Si reiterano azioni criminali che vedono protagonisti elementi associati a gruppi della destra radicale che si ispirano alle idee del fascismo, del nazismo, di un nuovo e pericolosissimo razzismo. Razzismo e discriminazione sono la matrice di tante aggressioni e violenze fisiche o verbali di cui sono state e sono vittime migranti, ebrei, rom, persone senza fissa dimora, persone di diverso orientamento sessuale o di diversa scelta politica. In questo quadro maturano anche femminicidi, violenze, sessismi contro le donne e la loro libertà. Una recente, allarmante indagine rivela che una rilevante parte della popolazione nega o minimizza la Shoah. Eppure la legge Mancino sancisce penalmente ogni pratica discriminatoria “per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi”.

C’è un’emergenza culturale che richiede un impegno senza precedenti. Rinnoviamo la richiesta, sostenuta da centinaia di migliaia di firme, di scioglimento delle organizzazioni neofasciste in base alla XII Disposizione finale della Costituzione e alla legge Scelba. Le risposte sono state finora sbagliate ed inadeguate, tollerando l’intollerabile. Chiediamo al Governo attuale e al Ministro dell’Interno di intervenire con chiarezza e risolutezza per garantire i principi di libertà, democrazia, solidarietà, rispetto delle diversità. In questo quadro chiediamo di abrogare o modificare radicalmente i recenti decreti sicurezza riconducendoli nell’alveo dei valori della Costituzione e della Carta europea dei Diritti Umani.

La tragica situazione dei conflitti in tutto il mondo, e in particolare in Medio Oriente, pone all’ordine del giorno la lotta contro guerre ed escalation, come ripetutamente richiesto anche negli appelli di Papa Francesco contro l’economia di guerra e la corsa al riarmo. La guerra chiama la guerra. Basta! Ci rivolgiamo in particolare all’UE, troppe volte teatro di scelte contrastanti fra i suoi Stati membri, facendo venir meno il suo impegno per la pace, il disarmo, la promozione dei diritti umani, la democrazia.

Chiediamo con fermezza il rispetto del multilateralismo a guida Nazioni Unite ed in questo quadro chiediamo al Governo italiano e all’UE politiche ed interventi coordinati al fine di rompere la spirale delle tensioni e dei conflitti per costruire una pace stabile e duratura. In tanti, giovani, sindaci, protagonisti del mondo della cultura, dell’ambientalismo, dell’associazionismo e delle istituzioni, si sono già mobilitati in molte forme in queste settimane e in questi mesi: c’è un’Italia grande e plurale che difende e rilancia i principi costituzionali, la forza della democrazia, il valore della partecipazione.

Ora è il momento per tutti e per ciascuno di superare ogni residua rassegnazione ed indifferenza. Per queste ragioni lanciamo un appello al Paese per un più forte, determinato ed unitario impegno civile, sociale e politico:

per contrastare neofascismo, razzismo ed esclusione

per lottare per la pace, la libertà, i diritti, la democrazia, a 75 anni dalla Liberazione

per il pieno rispetto della Costituzione repubblicana

per sostenere il disarmo ed ogni forma di solidarietà con le vittime delle guerre

In nome di un valore troppe volte trascurato e tradito: il valore dell’umanità.

ANPI – CGIL – CISL – UIL – LIBERA – ARCI – Partito Democratico – ACLI – ANED – Articolo Uno – Gruppo Abele – ANPPIA – Istituto Alcide Cervi – ARS – Coordinamento democrazia costituzionale – FIVL – Articolo 21 – Libertà e Giustizia – UISP – Sinistra Italiana – Partito della Rifondazione comunista

Roma, 14 febbraio 2020