Giorgio Almirante (Imagoeconomica)

“Nell’immediato dopoguerra fu tra i fondatori del partito di ispirazione fascista Movimento Sociale Italiano”. Così nero, appunto, su bianco riferisce candidamente il Comune di Nicotera, 6mila abitanti in provincia di Vibo Valentia, nell’incipit della scheda illustrativa dedicata a Giorgio Almirante per informare la cittadinanza di un cambio di intitolazione della centralissima piazza Cavour.

La nota è pubblica dal 22 marzo scorso, scaricabile dal sito del Comune, oltre ad essere stata postata sulla pagina Fb istituzionale nelle info riservate alla “Nicotera bella”, evidenziate da due emoji a forma di cuoricini.

Nella località calabrese si sta avviando una vera e propria rivoluzione toponomastica, sostituendo i nomi di ben 172 tra strade e piazze. Molti tra i cittadini però non l’hanno presa bene: “Cosa c’entra Almirante con Nicotera?”.

C’è chi nota un Largo vittime delle foibe ma non della Shoah, e chi argomenta: se “si vuole abolire il nome di Cavour, il padre liberale dell’Unità d’Italia, per sostituirlo con quello di Almirante, neppure nicoterese, lo si dovrebbe ben motivare”.

Altri segnalano troppe smemoratezze nella biografia pubblicata, non si fa infatti il minimo cenno al giovane segretario di redazione del quindicinale La difesa della razza e neppure alla sottoscrizione, nel 1938, del Manifesto della razza. La scheda preferisce ricordare che nel 1946 “trovò rifugio presso un amico di famiglia ebreo, Emanuele Levi, che poteva così sdebitarsi per il fatto di essere stato a sua volta salvato durante la guerra, lui e la sua famiglia, da Almirante, che aveva nascosto questa famiglia ebrea nella foresteria del Ministero della Cultura Popolare durante i rastrellamenti”. Sorvolando però sul fatto che poteva disporre di quei locali in qualità di capo di gabinetto del dicastero della Rsi.

E proprio in virtù dell’incarico Almirante firmò il cosiddetto “manifesto della morte” con cui si annunciava la fucilazione di quanti “sbandati e appartenenti a bande”, non si fossero consegnati ai «posti militari e di Polizia Italiani e Tedeschi”.

La reazione dell’Anpi provinciale non si è fatta attendere. «Abbiamo ribadito più volte – dice il presidente Silvestro Scalamandré – anche il 25 aprile, che le strade si intitolano a cittadini distintisi per il loro contributo dato alla storia del nostro Paese, alla crescita della società». Un omaggio doveroso, continua il presidente dell’Anpi provinciale di Vibo Valentia dovrebbe essere piuttosto riconosciuto «alle donne e uomini riuniti nella resistenza all’infame regime nazifascista, sacrificando la loro vita per conquistare la libertà di tutti. Abbiamo chiesto che a loro sia tributato l’onore dell’intestazione di piazze e strade, invitando con forza l’amministrazione comunale di Nicotera di retrocedere dalla decisione di intestare una via della città al repubblichino Almirante».

Ora la proposta con l’elenco dei nomi scelti, comunica via social il Comune, è al vaglio dalla prefettura e dalla Deputazione di storia patria. Non sappiamo se il rappresentante del governo nel territorio abbia sussultato leggendo quel “di ispirazione fascista” o si sia chiesto Costituzione e norme Scelba e Mancino alla mano, come dare il via libera al cambio di toponomastica.

Intanto sono stati i cittadini a rivolgersi al prefetto, mostrando la loro indignazione per una “decisione vergognosa” e hanno avviato due petizioni.

 

Panorama di Nicotera

Una sottolinea “gravi e grandi errori, nonché dimenticanze” nel preservare e custodire il patrimonio di storia cittadina. La seconda propone al posto di piazza “Giorgio Almirante, razzista, antisemita, e collaborazionista dei nazisti” una via a un giovane del luogo ucciso per un debito di droga da cento euro affinché il suo tragico errore sia da monito alle giovani generazioni”. Entrambe rimarcano l’esclusione da ogni meccanismo popolare di coinvolgimento e di proposte da parte di cittadini e associazioni, forse non aspettandosi un simile comportamento da un’amministrazione eletta due anni fa dopo un lungo commissariamento per infiltrazioni mafiose.

Il sindaco di Nicotera, Giuseppe Marasco

Eppure su Facebook in data 5 maggio il sindaco Giuseppe Marasco ha festeggiato l’approvazione del nuovo Statuto comunale perché grazie a “questo importante strumento, l’amministrazione comunale potrà coinvolgere, come promesso in campagna elettorale, tutti i cittadini Nicoteresi nella gestione della cosa pubblica”. Era il vecchio ordinamento, vien da chiedersi, a impedire alla giunta municipale qualsiasi processo partecipativo?