La senatrice Liliana Segre

Cara senatrice Liliana Segre, grazie.

Lei ha proposto, nella mozione che La vede come prima firmataria e che è stata recentemente approvata in Senato, la costituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

Lei ha scritto nella mozione chenegli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, che pervadono la scena pubblica”.

Lei ha aggiunto che la Commissione, fra gli altri, ha “compiti di osservazione, studio e iniziativa per l’indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche”.

Lei ha operato nello spirito della piena attuazione della Costituzione e, in specie, del primo comma dell’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Lei è la bambina che fu cacciata dalla scuola pubblica perché ebrea e poi insultata e disprezzata perché ebrea e poi incarcerata a San Vittore perché ebrea e poi deportata ad Auschwitz perché ebrea. A tredici anni.

Lei, autorevolissima rappresentante delle istituzioni del nostro Paese perché senatrice a vita, è stata ed è sottoposta alla gogna degli insulti e delle minacce sui social, in un crescendo di orrori e di violenze verbali che va stroncato, perché ricorda troppo il clima dell’annus horribilis 1938, quando, dopo una lunghissima gestazione nel cervello del fascismo italiano, furono varate le leggi razziste.

Lei ha proposto una mozione che è il segno della memoria collettiva di un popolo. Perché un popolo che smarrisce la memoria ha già perso.

Lei ha consentito la costituzione della Commissione grazie a cui l’Italia è un poco più libera e democratica. Certo, la strada sarà lunga, difficile e irta di ostacoli, come confermato proprio dal voto che ha visto l’astensione di tanta parte dei parlamentari del centrodestra. Peccato per loro. Era un’occasione di unità sui valori, una prova d’amore verso la Patria repubblicana e costituzionale, l’Italia. Un’occasione persa, una prova fallita da parte di chi si è astenuto, molti dei quali sono i primi a gonfiarsi la bocca con la parola “Italia” come la rana di Esopo che desiderosa d’agguagliarsi al Bue, si gonfiava”, fino al punto – come si sa – di scoppiare.

Lei ha intercettato, interpretato ed incarnato il sentimento dei tanti, di mondi diversi, ma contenuti tutti nel ripudio di ogni discriminazione, tanti, come Mara Carfagna, amaramente polemica verso la sua stessa formazione politica, come il cardinale Parolin, che auspica l’unità sui valori fondamentali, come la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni che ha dichiarato che “in un’epoca caratterizzata dall’affermazione crescente di odio e parole malate, pervasive in ogni aspetto della nostra vita reale e virtuale è infatti necessario che le istituzioni intervengano con la massima incisività, forza e autorevolezza”, non ultima la presidenza e la segreteria nazionale dell’Anpi che giudicano il voto del Senato “un importante e concreto segnale di civiltà democratica sollecitato dall’instancabile, coraggiosa e preziosa Senatrice a vita Liliana Segre. Nel contempo, esprimono profonda preoccupazione e condanna rispetto all’astensione da parte dei senatori delle forze politiche di centro-destra, un atteggiamento grave e fortemente irresponsabile, in quanto interpretabile come atto di legittimazione dei fenomeni che la Commissione intende contrastare”.

Lei è una donna che ha dimostrato più coraggio, più dignità, più onore di cento uomini che si riempiono la bocca di coraggio, dignità e onore e disprezzano, insultano e aggrediscono l’altro, perché ebreo, nero, rom, omosessuale, migrante, o semplicemente democratico e antifascista.

Lei ha assunto un’iniziativa a difesa del prossimo, perché la comunità umana è diventata civiltà umana quando l’accoglienza è entrata nel suo linguaggio.

Cara senatrice Liliana Segre, grazie per il suo pensiero e le sue azioni di umanità. Ce n’è molto bisogno e c’è tanto, tanto da fare.

Qui il testo integrale della mozione approvata in Senato il 30 ottobre 2019