Oggi sono cinque anni. Il 16 settembre 2015 esce il primo numero di Patria Indipendente online. Intendiamoci: Patria Indipendente, periodico cartaceo dell’Anpi nazionale, nasce il 2 marzo 1952, con un formidabile comitato di “direzione”: Emilio Lussu, Leonida Repaci, Giovanni Serbandin.

Da allora si avvia una lunga storia che accompagna la storia del nostro Paese. Da allora. Settant’anni che hanno cambiato l’Italia e il mondo. Non necessariamente in meglio. Nel 2015 la nave di Patria Indipendente sbarca nel cosmo del web anche per connettersi ad altre generazioni, i “nativi” di internet, i naviganti nello spazio infinito racchiuso nel computer, oggi nello smartphone e in mille altre, utili, diavolerie.

Come l’Enterprise di Star Trek, questo periodico ha macinato straordinarie distanze spaziali, incontrato popoli e pianeti sconosciuti, combattuto battaglie stellari contro avversari (e nemici) per scoprire (ma si sapeva) che – come dice la canzone – “il nemico attuale è sempre ancora uguale a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna”: il fascismo eterno, come ha scritto Umberto Eco.

Certo, in un mondo profondamente mutato, dove latita la destra liberalconservatrice mentre prevalgono le nuove destre, quelle nazionaliste (oggi si chiamano sovraniste) che alimentano la cultura dell’odio e di questa si alimentano, che creano consenso seminando paura, che troppo spesso civettano o addirittura appoggiano movimenti neofascisti o razzisti. Un mondo profondamente mutato, in cui le idee di democrazia, libertà, uguaglianza, contenute nello scrigno della Resistenza, sembrano in parte disperse, accantonate, riposte in soffitta. Sembrano, perché in realtà si conservano e crescono ovunque, anche (o specialmente?) in una marea di movimenti, associazioni, sindacati, quelle “formazioni sociali” di cui parla l’articolo 2 della Costituzione. Fra queste, fra le tante, spesso per prima, l’Anpi, un presidio civile della Repubblica antifascista.

Patria Indipendente ha accompagnato questi anni non fermandosi alla pur doverosa informazione, spesso su questi temi carente nei grandi media, ma facendosi parte, accompagnando gli orientamenti e le decisioni dell’Anpi. In sostanza, alzando sempre con orgoglio le bandiere delle brigate partigiane che, unite, sconfissero la peste nera.

Perché di nuovo quelle bandiere vanno alzate per contrastare tante e, in alcuni casi, diffuse, “interpretazioni” della Resistenza che tendono in sostanza ad equiparare partigiani e repubblichini, che guardano il dito e non la luna, mentre comportamenti e azioni di tipo esplicitamente fascista, razzista, nazista si susseguono persino da parte di personaggi pubblici o impegnati nelle istituzioni.

Informare, capire quello che succede, esercitare la memoria attiva per formare i giovani, far conoscere ciò che spesso si vuol nascondere, e cioè la Resistenza nei suoi mille episodi e nei suoi tanti aspetti. E, specialmente, non abbassare mai la guardia. Mai. Questo è l’impegno che assumiamo davanti a tutti. Specialmente davanti ai nostri padri e alle nostre madri, ai nostri nonni che tanti anni fa, quando avevano 15 o 20 anni, si ribellarono e, pagando un altissimo tributo, ci regalarono quel cesto di valori, di idee e di emozioni da cui nacque la Costituzione.

Sono passati cinque anni. Ecco, chi volesse conoscere il programma di Patria Indipendente per il futuro, legga la risposta nei versi di Piero Calamandrei:

Ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno     

popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.