Auguri di buon anno, auguri al popolo italiano, al nostro Paese, al vasto arcipelago delle associazioni democratiche, alle compagne e ai compagni dell’Anpi! E mai come oggi – bisogna aggiungere – ci serve lavorare perché davvero il 2019 sia un anno positivo, dati i segnali di queste prime settimane di gennaio.

Se il buongiorno si vede dal mattino, qui sta grandinando: si persevera nell’irresponsabile scelta dei porti chiusi, si calcola in 170 il numero di persone annegate negli ultimi giorni nelle acque del Mediterraneo – oramai il nuovo e vero Mar Morto –, si insiste nel deportare i profughi in quella Libia dichiarata dall’Onu non solo porto non sicuro, ma luogo di orrori e di sevizie senza fine. Grazie al decreto “immigrati-sicurezza” – si stanno già gettando in strada centinaia di persone, come tante di quelle che fino a pochi giorni fa erano ospitate nel Centro di Castelnuovo di Porto presso Roma. C’è subito una risposta degli stessi cittadini di Castelnuovo a cominciare dal sindaco, mentre L’Avvenire lancia un appello comune, dal titolo “Restiamo umani”, sottoscritto dai cristiani italiani, cattolici e protestanti, sull’immigrazione: “Salvare chi è in pericolo, ampliare i corridoi umanitari, aprire nuove vie di ingresso regolare”.

È del 7 gennaio l’aggressione da parte di militanti di Forza Nuova nei confronti di alcuni giornalisti de L’Espresso, anche qui con una immediata risposta unitaria; e poi c’è il convegno di CasaPound con tanto di autorizzazione del sindaco di Sesto San Giovanni e con un immediato presidio di protesta dei democratici sestesi; ed ancora l’ignobile celebrazione della X Mas da parte del sindaco di Gorizia e la contestazione delle associazioni partigiane.

Ma non finisce qui: a metà gennaio è stato assassinato il sindaco di Danzica, progressista, nell’ambito di una campagna di odio e di denigrazione di qualsiasi avversario da parte del governo oscurantista della Polonia; ma anche lì in tutto il Paese, a cominciare da Danzica, si sono svolti cortei e manifestazioni di indignazione e di protesta.  Intanto sale la tensione intereuropea con le improvvise e violente accuse del viceministro italiano alla Francia e il conseguente (ed ancora irrisolto) incidente diplomatico, mentre infuria l’ennesima polemica fra Germania, Unione Europea da un lato e Italia dall’altro sulla missione Sophia.

Insomma, un inizio d’anno davvero sconcertante, all’insegna della violenza, dell’odio xenofobo, del pressappochismo, della totale mancanza di senso di responsabilità e di sensibilità umana. A tutto ciò fa da contrappunto una indignata risposta popolare sempre più ampia e diffusa, a salvaguardia delle fondamenta che fanno dell’Italia (e dell’Europa) la culla della civiltà occidentale a difesa dei più elementari diritti umani. Certo, l’Italia e l’Europa non sono sempre state così: fascismo, nazismo, razzismo, colonialismo e conflitti armati hanno a lungo avvelenato la storia di tanti Paesi del vecchio continente; ma dal dopoguerra era nata una stagione di pace e di cooperazione fra i popoli che aveva portato, fra l’altro, proprio alla costruzione dell’Unione Europea.

Oggi è tutto in pericolo, mentre la prospettiva di una nuova stagnazione o, peggio, recessione, rende il futuro ancor più difficile e complicato. Ma di nuovo lievita, alle volte in modo palese, altre sotto pelle, la costruzione di una diga democratica contro la nuova barbarie di quell’impasto oscuro e velenoso di fascismi, razzismi, xenofobie, misoginie, rancori ancestrali che viene così sapientemente alimentato dai gruppi dirigenti di formazioni politiche che vivono grazie al consenso della paura. La radice di questo dramma continentale è la crescita della diseguaglianza. La soluzione di questo dramma è la lotta alla diseguaglianza. Una lotta che non si può che fare col popolo e nel popolo ritornando davvero (e non a parole) a vivere la condizione sociale di tutte le periferie italiane (ed europee).

A questo proposito una buona notizia: l’elezione di Maurizio Landini a Segretario generale della Cgil con più del 90% dei voti è la piena e positiva conferma di un Congresso nazionale importante, utile ed unitario. Il primo gesto del nuovo Segretario generale è stata la sua visita, accompagnato dalla segretaria della Cgil di Bari, alla festa del tesseramento dell’Anpi, a rafforzamento del comune impegno per difendere i valori della Resistenza e della Costituzione. A Maurizio porgo i più fervidi auguri di buon lavoro ed assieme saluto con affetto Susanna Camusso, amica e compagna di tante battaglie, nella convinzione di un cammino comune che prosegue. C’è bisogno di sindacato, di antifascismo, di rapporto con i lavoratori, le lavoratrici, il popolo; sono certa che Maurizio Landini lavorerà appassionatamente in questa direzione. A nome dell’Anpi tutta e mio personale auguri di buon lavoro, segretario!

Noi – l’Anpi – siamo nati per stare da una parte: quella della Costituzione, della Repubblica democratica e antifascista, della pace e del lavoro. Più che mai oggi non è solo una scelta; è un dovere civile e sociale, oltre che statutario. Non si può riconsegnare il continente ad ideologie, politiche e pratiche che hanno portato per due volte alla catastrofe, coinvolgendo l’intero globo nelle più sanguinose esperienze della storia dell’umanità: le guerre mondiali.

Non ci siamo stati, non ci stiamo, non ci staremo: la lotta contro fascismi, nazismi, razzismi, per la pace, per l’unità fra i popoli, sono la stessa ragion d’essere dell’Anpi. In ogni caso, in qualsiasi stagione. E lo facciamo (e lo faremo) in modo propositivo, unitario, civile, ma determinato e costante. Perché siamo i partigiani e gli eredi dei partigiani. Perché sappiamo che, insieme, si può vincere qualsiasi battaglia. Perché ogni anno ha il suo 25 aprile. Perché la forza dell’antifascismo è nel riconoscere la bellezza dell’umanità e l’importanza del rapporto col prossimo, una forza simbolicamente rappresentata dalle due parole della sua più famosa canzone: “Bella ciao”.

Buon 2019 a tutte e a tutti. Perché sia un anno antifascista. Perché, contro il precipizio della violenza, dell’oscurantismo, del ritorno rosso-bruno, vinca una volta per tutte la lotta per la giustizia, la pace, il lavoro, in sostanza la serenità delle persone. In questo tempo grigio di ruggine e di rancori, l’imperativo civile, sociale, culturale e politico è uno solo: restiamo umani.

Carla Nespolo, Presidente nazionale dell’Anpi