Il presidente Pagliarulo alla pastasciutta organizzata nel parco romano della Caffarella

Difficile fare il conto di quanti piatti di pastasciutta sono stati serviti ieri e in questi giorni nei 150 e passa luoghi dove si è ricordato il 25 luglio e la caduta di Mussolini. Ancora più difficile, ma molto più importante, calcolare quante iscritte e iscritti all’Anpi si sono impegnati per cucinare, preparare, servire ai tavoli. Una vera e propria comunità di affetti, di pensiero e di lavoro che ha creato una più ampia comunità: quelle decine e decine di migliaia di persone che hanno trascorso una serata diversa, sociale e solidale, perché cenare insieme in una speciale circostanza vuol dire vivere collettivamente appartenenza, memoria e speranza.

Dunque, una serata di serenità, spesso accompagnata dalle note di un’orchestra o dalle voci di un coro, in un tempo asfissiato dai demoni della preoccupazione, della tristezza e della solitudine. Anno dopo anno, e in particolare ieri, la “pastasciutta antifascista” si è affermata come una piccola stella nel grande universo simbolico della Resistenza, e così è diventata un rito laico, razionale e positivo in quel “fare unione” che, a ben vedere, era ieri la missione dei Comitati di Liberazione Nazionale ed è oggi la cifra del lavoro quotidiano dell’Anpi.

Quest’anno la “serata della pastasciutta” è stata dedicata alla pace, mentre infuriano i bombardamenti in Ucraina e si inasprisce la tensione militare ed economica fra l’Unione Europea e la Russia. Per questo ieri in tante città, durante la cena, è stato presentato l’appello che l’Anpi, l’Arci, il Movimento Europeo, la Rete per la pace e il disarmo, il direttore del quotidiano cattolico lAvvenire, hanno rivolto al governo italiano e all’Ue perché si facciano portatori di un impegno diplomatico per il cessate il fuoco, il ritiro delle truppe russe d’occupazione, un ragionevole negoziato, l’invio di forze di interposizione delle Nazioni Unite e la proposizione di una conferenza internazionale di pace che garantisca la sicurezza di tutti i Paesi europei su entrambi i fronti. Una goccia sulla pietra? Forse. Ma, come si sa, col tempo la goccia scava la pietra.

Ecco la buona ragione per cui si è dedicato questo appuntamento alla trattativa, e cioè alla ricerca assoluta e irreversibile di una via per far cessare la guerra che sta distruggendo l’Ucraina e dissestando l’Europa. Ancora una volta l’Anpi ha manifestato la sua forza tranquilla e la sua vocazione unitaria e comunitaria. Ancora una volta tante compagne e compagni hanno dimostrato, con la loro passione, la loro saggezza e il lavoro volontario, cos’è l’Anpi. Perché ci sono le compagne e i compagni dell’Anpi. Ma più ancora c’è l’Anpi delle compagne e dei compagni.

Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi

 


Vi proponiamo nella gallery, alcune delle iniziative promosse. Buona visione.