… ed eccomi sul treno che mi porterà a casa, le campagne romagnole scorrono con velocità tridimensionale ai lati di questo vagone semivuoto. Ahimè, torno a fare i conti con l’orologio mentre penso alla libertà vissuta nella settimana trascorsa a Bagnacavallo in occasione della festa dell’Anpi. Provo un forte senso di vuoto e amarezza, pensavo di riuscire a dormire durante il viaggio verso Lanciano. In fondo abbiamo lavorato alacremente e la festa ha riscosso un importante successo. Invece i miei occhi vogliono carpire quel poco che rimane e se i finestrini fossero apribili tirerei fuori la testa per sorbire gli odori ed il vento di questo territorio incantevole che è la Romagna. Siamo in vita e diamo vita alla costruzione del prossimo evento, penso.

Intanto una donnina minuta sugli ottanta anni e forse più, mi chiede di aiutarla a scendere alla stazione di Ancona che sta per arrivare. Il destino mi coinvolge in un nuovo momento di gioia, poter regalare conforto mi conforta e così, così i suoi occhi, dietro le lenti spesse, assumono un’espressione rassicurata. Gioisco e quando mi accorgo che il suo parlare è marcatamente genovese, non riesco a sottrarmi dal raccontarle che avevo conosciuto dei genovesi nei giorni precedenti alla festa dell’Anpi. Esplosione di euforia quando avverto che la donna sa bene di cosa le parlo e con un sorriso mi dice: «a Genova, abito vicino la sede dell’Anpi». Purtroppo, ecco Ancona ed il nostro raccontarci si conclude, le porgo la mano destra mentre con la sinistra tiro giù la sua pesante valigia e percepisco che avrebbe voluto andare oltre il semplice ringraziamento.

Ho probabilmente incontrato un’altra testimone del partigianato italiano, una casualità che ha voluto maggiormente esaltare la mia esperienza di collaboratore al nobile ideale partigiano vissuto a Masiera di Bagnacavallo. Quando Silvia mi disse: «mi piacerebbe tu fossi con noi», sapevo di ricevere un gradevole invito, ma mai avrei pensato di godere di un dono così grande. Un dono genuino offertomi da gente genuina, da persone vere che vivono il senso collettivo proprio come me. Ho provato così, un’apertura di intesa e cordialità che sapevo esistesse e che sento di voler diffondere. L’Anpi di Bagnacavallo con la sua presidentessa Valentina Giunta è un esempio reale di confronto incoraggiante. Un riferimento importante per quello che il passato storico della Resistenza ha segnato, proiettato a contrastare un futuro che purtroppo è ingrigito da un recrudescente “fascirazzismo”. A Bagnacavallo esiste una realtà solida che mette in atto con eventi concreti un forte segnale di presenza. Dalla Val d’Ossola alla Sicilia in terra di Romagna per abbracciarsi cantare e scambiarsi emozioni. Una ricerca di senso umano di cui finalmente si inizia ad avvertire l’esigenza.

Ho ricevuto profonda umanità, pertanto voglio ringraziare:

Valentina, Luisa, Anna, Isabella, Cristina, Davide, Linda, Massimiliano detto Moci, Luciano, Milco, Mirco, Giancarlo, Katia, Luisella, Paola, Vittorio (Bonetti), Lella, Lucia, Pippo, Giovanna, Calogero, Rossana, Marica, Rinaldo, Nerina, Mauro, Manuela, Paolo, Malgara, Sara e famiglia, Silvia e tutti quelli che ho involontariamente dimenticato chiedendo scusa.

W l’Anpi!