Bruna Betti

Slitta al 30 giugno 2020 il termine (era il 31 marzo) per mandare gli elaborati. Chi ha già inviato non deve fare nulla. Sono confermati gli altri requisiti per la partecipazione al bando.

È un concorso aperto a tutti i cittadini, con particolare attenzione agli studenti e alle scuole, il bando per racconti brevi, originali, di finzione o storico-documentaristici, istituito dalla sezione Anpi di Arcevia, Comune dell’anconetano Medaglia di Bronzo al Valor Militare per la lotta di Liberazione dal nazifascismo.

Il premio, intitolato alla partigiana Bruna Betti, scomparsa nel gennaio 2018, ha ricevuto il patrocinio dell’Amministrazione cittadina e quest’anno, per la prima edizione, avrà per tema le “Donne resistenti: protagoniste, in ogni luogo e in ogni tempo”.

Non è solo un omaggio a una personalità importante per la zona, che fino all’ultimo ha operato per l’affermazione dei diritti costituzionali, per la pace e per l’accoglienza di profughi e migranti. L’intento è di valorizzare, tenere vivo e trasmettere la vocazione democratica del territorio, testimoniata dalla partecipazione corale della popolazione alla guerra contro l’occupante. Donne uomini bambini che pagarono un prezzo altissimo. Le premiazioni infatti si terranno in occasione delle commemorazioni per il 76° anniversario dell’Eccidio di Monte Sant’Angelo, evento divenuto punto di riferimento delle celebrazioni della Resistenza nelle Marche.

“All’alba del 4 maggio 1944 i tedeschi ci radunarono in piazza Garibaldi” – ricordava Bruna Betti, classe 1926, all’epoca giovane staffetta – ma scoprimmo solo il giorno dopo quanto stava accadendo in quelle ore sul Monte Sant’Angelo”. Le famiglie del paese capirono che era successo qualcosa di terribile quando videro i cannoni degli occupanti radere al suolo una casa di contadini e poi furono convocate alle mura del borgo per assistere a una “conferenza”. Si trattava invece dell’esecuzione pubblica, dimostrativa, di cinque partigiani. Ma le vittime della furia nazista erano molte di più. Circa 70 persone (i numeri precisi in questi casi sono difficili da accertare ancora oggi), tra cui partigiani, civili, anche bambini, catturati e uccisi durante un rastrellamento. Circa duemila soldati tedeschi, appoggiati da mezzi corazzati, erano avanzati a raggiera per venti-trenta chilometri e avevano attaccato. Senza pietà. In pochissimi su quel monte riuscirono a salvarsi. Non fu così per sette componenti della famiglia Mazzarini, compresa la piccola Palmina, di soli sei anni. I loro corpi furono dilaniati e bruciati con il lanciafiamme. Erano contadini, rei di avere dato rifugio alle formazioni partigiane, costituite anche da renitenti al bando Graziani e da militari prigionieri, soprattutto jugoslavi, fuggiti dopo l’8 settembre dai campi di concentramento. Quasi tutta la poverissima gente di Arcevia e dei dintorni si era esposta perché in quei paesi e contrade erano fortemente sentite le tradizioni patriottiche, progressiste e antifasciste. Che non potevano tacere di fronte ai soprusi e alla violenza.

Bruna Betti, era figlia di un perseguitato dal regime. Eppure era cresciuta assorbendo completamente la cultura fascista, raccontava, e di aver addirittura partecipato con entusiasmo nel maggio 1940, a Jesi, a una manifestazione in favore dell’entrata dell’Italia nel conflitto mondiale. Tornata a casa, una zia l’aveva rimproverata: “Non capisci che anche tuo padre sarà richiamato alle armi?”. Presto la guerra e l’orrore, arriveranno anche ad Arcevia e da allora Bruna Betti è stata protagonista e testimone di pace e diritti, in prima fila in un impegno democratico mai venuto meno; alcune sue interviste sono conservate dall’archivio audiovisivo memorieincammino.it, fruibili anche su Youtube.

Già da anni la sezione Anpi di Arcevia, per il 25 aprile, proprio davanti al Memoriale dell’Eccidio, organizza il laboratorio a cielo aperto “Scriviamo la Liberazione” (nel 2020 si terrà la 15ª edizione) in cui i partecipanti realizzano un testo cooperativo. L’iniziativa del premio letterario ora avviata rappresenta dunque un nuovo incentivo alle esperienze creative capaci di far pensare.

Le sezioni del concorso sono due, l’ordinaria aperta ad autori di ogni età e l’altra dedicata alle scuole (con elaborati individuali o collettivi che non dovranno superare i 25.000 caratteri). Ai primi tre classificati di ciascuna saranno assegnati premi in denaro: il primo di 300 euro, il secondo di 200 e il terzo di 100. A discrezione della giuria – composta da cinque membri, tra i quali un esperto di letteratura contemporanea (critico letterario, scrittore, editore) –, potranno essere attribuite anche eventuali segnalazioni di merito. Le opere finaliste e quelle giudicate lodevoli, tutte rigorosamente inedite, saranno pubblicate in una raccolta cartacea a cura della sezione Anpi.

Le modalità del bando sono pubblicate sul sito dell’Anpi di Arcevia (http://www.anpiarcevia.it/38/index.php/it/), sulla sua pagina facebook (https://it-it.facebook.com/ANPI.Arcevia) e sul sito del Comune (www.arceviaweb.eu). Scrivendo a bando.anpiarcevia@gmail.com si può inoltre ricevere ogni informazione per partecipare al Premio Bruna Betti.

Bruna Betti, simbolo di tante altre donne a cui il concorso promosso vuole dare il dovuto tributo, ribadendo una volta di più che oggi antifascismo è anche fare cultura. Nel segno della democrazia, della pace e dell’uguaglianza.