“Chiamiamo tutti coloro che hanno a cuore i valori e i principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza a partecipare alla grande, pacifica e unitaria manifestazione antifascista che si terrà sabato 23 marzo alle 9,30 al cimitero Monumentale, davanti al Monumento al Deportato, per ricordare tutte le vittime della persecuzione nazifascista”.

È l’appello dell’Anpi provinciale di Milano ai cittadini e alle associazioni democratiche della città Medaglia d’Oro della Resistenza. Una manifestazione promossa per dopodomani in risposta all’oltraggio di alcune sigle della galassia nera che, pubblicamente, commemorerà il centenario della nascita del fascismo. Ma nel capoluogo lombardo, il prefetto non aveva stoppato il corteo e il concerto che, secondo fonti informate, CasaPound stava organizzando per quella data? La scorsa settimana, infatti, era stata diramata una nota: “Per evidenti e gravi ragioni di ordine e sicurezza pubblica non sarà comunque consentita alcuna iniziativa in luogo pubblico che abbia carattere commemorativo”. Una presa di posizione, consona alle leggi della Repubblica, apprezzata e indicata a esempio da amministrazioni locali e associazioni democratiche di altre località, Prato in particolare, dove un’altra formazione dell’estrema destra, Forza Nuova, ha promosso un corteo (colpevolmente autorizzato) per quella stessa data. Ebbene, le cose a Milano non stanno affatto così.

Non è stata vietata la kermesse degli ZetaZeroAlfa, il cui frontman Gianluca Iannone è anche presidente di CP Italia, perché si terrà… in luogo privato. Evidentemente la probabilità che l’esibizione possa richiamare a Milano centinaia di militanti di estrema destra non è motivo di preoccupazione per le autorità preposte all’ordine pubblico. C’è di peggio, però. E ha il sapore di una beffa. Perché una commemorazione pubblica della nascita del fascismo, proprio nella città dove ebbe i natali in piazza San Sepolcro nel 1919, ci sarà.

A denunciarlo è sempre l’Anpi provinciale che martedì scorso, 19 marzo, aveva consegnato a prefetto e questore un’istanza con la quale si chiedeva il divieto “a tutte le manifestazioni fasciste in luogo pubblico o aperto al pubblico, il cui contesto rievocativo e commemorativo del nefasto centenario della nascita dei fasci di combattimento a Milano, apparisse evidente o anche solo indirettamente perseguito dai proponenti”. Risultato: «Contrariamente a quanto preannunciato dal Prefetto di Milano – comunica il presidente provinciale dei partigiani, Roberto Cenati – il cosiddetto pellegrinaggio dei reduci della Repubblica di Salò, al Cimitero Monumentale – è stato confermato dalla questura di Milano». Il luogo del raduno è, nientemeno, la cripta dove sono accolte le spoglie degli squadristi della prima ora, fatta erigere da Mussolini in persona nel 1925 dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti.

«Lo scopo commemorativo è evidente fin dalla motivazione degli stessi richiedenti – continua Cenati –. Riteniamo gravissima questa decisione con la quale si consentirebbe ai neofascisti di celebrare una data nefasta per l’Italia e per il mondo intero». E affonda: «Trattandosi di adunata in luogo pubblico a dichiarato scopo commemorativo la stessa risulta vietata dal provvedimento prefettizio».

Dunque teatro dell’adunata nera è il medesimo cimitero dove si mobiliteranno gli antifascisti e, si è saputo, anche identico l’orario. Non solo. È forte il sospetto che i nostalgici saranno affiancati dai neofascisti di Lealtà Azione poiché nei giorni scorsi alcuni militanti di Memento, la costola di LA deputata alla tutela dei monumenti, hanno realizzato dei sopralluoghi proprio in vista di sabato prossimo. Malgrado ciò, neanche in questo caso, parrebbe, per le autorità di polizia ci sarebbero ragioni di tensioni. Non sarebbe la prima volta che un cimitero ospiti centinaia di mani tese nel saluto romano, slogan inneggianti al fascismo e al nazismo, divise e berretti delle SS. Accadde nel 2016 al cimitero Maggiore. Eppure per il tribunale di Milano non ci fu reato, né apologia di fascismo e neppure violazione della legge Scelba e assolse tre dei capi dell’associazione ‘Combattenti 29ª divisione granatieri Waffen-Ss’. Lo scorso gennaio a Roma, al Verano, due giornalisti dell’Espresso vennero malmenati da alcuni attivisti dell’estrema destra per aver provato a esercitare il diritto di cronaca, documentando la commemorazione di Acca Larentia. Nessuno intervenne in loro protezione.

Milano, dopodomani, potrebbe riservare altre offese alla sensibilità democratica. “Se venite da fuori, non arrivate oltre le ore 10, se volete partecipare alla parte più significativa della giornata”, scrive sul suo profilo fb Gabriele Adinolfi, cofondatore di CP dal passato in Terza Posizione. “A Milano sono previste diverse iniziative – precisa il post –. Per evidenti opportunità, comunicheremo l’appuntamento mattutino entro la giornata di venerdì”. Metteranno al corrente anche la questura?