«Sarà una grande manifestazione pacifica, invitiamo tutti i cittadini democratici a scendere in piazza il 3 novembre per dire No al raduno nazionale di CasaPound, per ribadire che Trieste, Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza, la città scelta da Mussolini per annunciare le ignominiose leggi razziali, è antifascista, antirazzista, antisessista ed è per la pace», dice il presidente del Comitato provinciale Anpi-Vzpi di Trieste, Fabio Vallon. Tantissime le adesioni alla mobilitazione Liberiamoci dai fascismi” , promossa dall’Associazione dei partigiani e dalla Cgil locali con le Acli e coordinata dall’Assemblea antifascista-antirazzista. Sfileranno tutti i partiti e le associazioni democratiche e della società civile del territorio, ci saranno anche studenti e intere famiglie. Molto corposa dunque è la partecipazione prevista per rispondere alla dimostrazione convocata, in quella stessa data, dai fascisti del terzo millennio per “festeggiare il centenario della vittoria nella Grande guerra”. Si firma un ennesimo, ultimo appello al prefetto Anna Paola Porzio affinché revochi l’autorizzazione al corteo delle teste frecciate, una sollecitazione resa ancora più urgente dopo le recentissime dichiarazioni dei militanti neri del Friuli Venezia-Giulia: “non siamo di destra, siamo fascisti”.

Il corteo antifascista partirà alle ore 15 da Campo San Giacomo, la piazza storica da dove prendono il via le sfilate per il 1° maggio, per arrivare in piazza Goldoni. Non è stato invece concesso il benestare ad attraversare piazza Oberdan. «Non potrà percorrerla neppure CasaPound – chiarisce Vallon – era un luogo ambito dai nostalgici del duce perché vi sorge il sacrario di Gugliemo Oberdan, esponente dell’irredentismo italiano, ma sarebbe stato intollerabile perché lì, durante l’occupazione nazista, quando Trieste era divenuta parte integrante del Terzo reich, c’era la sede della Gestapo, con le celle di tortura di partigiani e antifascisti». Anpi, Cgil, Acli hanno chiesto e ottenuto di escludere dal tracciato dei neofascisti anche la Risiera di San Sabba, l’unico campo si sterminio in territorio italiano; il piazzale dove sorgeva Narodni Dom, il centro polifunzionale della comunità triestina di lingua slovena e croata, incendiato dallo squadrismo fascista nel luglio 1920 e che ora ospita l’Università; e il monumento ai fucilati di Basovizza, i quattro giovani sloveni condannati alla morte nel 1930 dal Tribunale speciale.

Il manifesto di CasaPound col percorso

Trieste che il giorno dopo, 4 novembre, giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, riceverà la visita del Presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, nel frattempo sta dando prova di non volerli i neofascisti nelle sue strade. Due settimane fa i rappresentanti di tutte le religioni, cristiana, musulmana, buddista ed ebraica hanno emesso un comunicato congiunto e sembrerebbe che molti alberghi stiano rifiutando le stanze a Cp: ”Siamo al completo, tutto esaurito”. Il sindaco Roberto Dipiazza, eletto con il centrodestra, e anche il presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga, esponente leghista della prima ora, avevano preso le distanze dall’iniziativa.

D’altronde ogni mossa delle teste frecciate ha il sapore della provocazione. Il segretario nazionale di Cp, Simone Di Stefano ha dichiarato che il 3 novembre prossimo: “Vogliamo ricordare lo spirito della Vittoria, uno spirito di trincea che ha caratterizzato sempre il popolo italiano”.

Il manifesto di CasaPound che annuncia un concerto a Fiume

I manifesti che cominciano ad essere affissi per le strade, ritraggono infatti una enorme quadriga alata, annunciando che il corteo neofascista si concluderà davanti al monumento a Domenico Rossetti, nell’omonima via, cioè dove un tempo teneva i comizi l’Msi. Ancora. Sembra una sfida alla storia e alla convivenza pacifica dei popoli la notizia, reclamizzata sui social del movimento neofascista con un’altra locandina, di un concerto sempre il 3 novembre a Fiume, oggi la croata Rijeka, che nel simbolismo e nell’immaginario dei nazionalisti nostrani è “sacra” come Gorizia, e appunto Trieste. Alla kermesse, si riporta, è prevista l’esibizione degli Zeta Zero Alpha, Ghosts of the Passato, KM7, Bellator e Wild Alley, cioè i gruppi del gotha nero in chiave rock, nonostante oltre confine non sia pervenuta alcuna richiesta di autorizzazione e la destra ultraconservatrice abbia avuto un sussulto di indignazione.

Alla manifestazione democratica parteciperanno anche moltissime Anpi del Friuli Venezia-Giulia, regione dove CasaPound sta moltiplicando le sezioni, vantandosi di avere 80 tesserati a Trieste, 100 a Pordenone, altrettanti a Udine, 45 a Gorizia e migliaia di simpatizzanti. E hanno aderito al corteo anche molte delle Anpi del vicino Veneto.

«Trieste mostrerà la sua straordinaria forza democratica – conclude il presidente dell’Anpi Vzpi Trieste, Fabio Vallon – con la presenza pacifica della maggioranza della società civile. Che si riconosce nella Costituzione. Sarà, ribadisco, una grande, inclusiva, unitaria manifestazione per dire No all’odio, alla paura, alla violenza, al razzismo e a ogni discriminazione e per dire un forte Sì alla solidarietà, al rispetto dell’altro e per riscoprire insieme il valore e il senso della fratellanza e della pace,  alla base della nostra democrazia e dell’antifascismo».