Giacomo Mazzali, ventottenne neo presidente della sezione Anpi di Albinea, RE (da stampareggiana.it)

Sono sempre di più i giovani nell’associazione nazionale dei partigiani, non solo iscritti ma anche dirigenti. Come Giacomo Mazzali, 28 anni, appena divenuto presidente della sezione di Albinea, nel territorio di Reggio Emilia. Un impegno nell’associazione cominciato quando Mazzali di anni ne aveva 18 e un credo laico democratico che viene da lontano, da una memoria di famiglia coltivata, approfondita e tradotta perfino in una smisurata passione per la storia contemporanea, confermata da una laurea in scienze storiche e orientalistiche all’università di Bologna. Giacomo, dopo aver preso il testimone da Simone Varini che ha dovuto lasciare per ragioni professionali, ha ricevuto gli auguri di buon lavoro dal sindaco della cittadina emiliana, Nico Giberti (che si è congratulato con il “giovane e valente storico”), dal presidente provinciale dei partigiani, Ermete Fiaccadori, e dall’Anpi nazionale.

Abele Fantini “Pietranera”, fratello del bisnonno materno di Giacomo Mazzali, fucilato dai tedeschi. La sua vicenda non era correttamente riportata nei libri e Giacomo Mazzali, grazie alla sua capacità di storico, è riuscito a ricostruirla

Sente Giacomo Mazzali la nuova responsabilità?

Certamente, il mio in realtà è un incarico pro tempore, fino al prossimo congresso dell’associazione, ma intendo portarlo avanti al meglio. Sono cresciuto nell’Anpi, ero divenuto segretario della sezione, e la memoria antifascista fa parte di me. Ho avuto la fortuna di conoscere il bisnonno paterno, Brenno, che è mancato quando avevo 8 anni, ma ha potuto raccontarmi la sua esperienza nella Resistenza e a cui sono grato perché mi ha trasmesso la passione per la storia. Era caposquadra nelle Sap, con il nome di battaglia “Ombre” ha combattuto in numerosi scontri con i fascisti e i tedeschi. Mio nonno poi mi portava spesso nella sede provinciale, a Reggi Emilia, per consultare le schede dove sono riportate le azioni di chi ha operato nella lotta di Liberazione. Anche il ramo materno ha dato un grande contributo alla guerra contro l’occupante, erano tutti partigiani e staffette. Il fratello del bisnonno, si chiamava Abele Fantini “Pietranera”, era appena un ragazzo, faceva parte delle formazioni garibaldine, venne catturato e fucilato dai tedeschi la notte di Natale del 1944. Purtroppo la sua vicenda non era correttamente riportata nei libri sulla storia della Resistenza reggiana. Così sono riuscito a trovare persone che ancora ricordavano i fatti, a recuperare i documenti dell’epoca e a ricostruire gli ultimi giorni della vita del mio avo. E sono contento di essere riuscito a farlo prima della scomparsa della bisnonna materna.

Storia e memoria attiva insieme.

La memoria è importantissima oggi, soprattutto perché i partigiani, per ragioni anagrafiche, sono sempre di meno e bisogna agire nel nostro tempo. Purtroppo c’è una forte tentazione a ridimensionare la grande portata della Resistenza e di pari passo a rimuovere le responsabilità del fascismo, una sorta di autoassoluzione. Si ricorda la macchia delle leggi razziali e null’altro. Accade nell’Est Europa e sempre più spesso anche nel nostro Paese. Per esempio su Wikipedia i fatti della storia e la biografia di molti gerarchi del fascismo e della Rsi vengono subdolamente edulcorate. Studiando, ci siamo accorti, era un tema sollevato dal collettivo Wu Ming, che gli autori di queste falsità sono esponenti di CasaPound, che utilizzano nickname per scrivere falsità. Ed è ragione di preoccupazione perché molti studenti consultano l’enciclopedia libera. Abbiamo apprezzato molto anche la ricerca sulla Galassia nera che ha realizzato Patria Indipendente ed è stata presentata anche da noi. Noi cerchiamo di fare la nostra parte e con le altre sezioni di Reggio Emilia abbiamo avviato un grande progetto per ricordare, quest’anno, il centenario di pagine di storia troppo a lungo dimenticate. Infatti, nel nostro territorio la lotta antifascista cominciò molto prima. Fin dagli anni Venti la nostra gente contrastò l’ascesa del regime e già durante il cosiddetto biennio nero pagò con il carcere, il confino e anche la morte la lotta per la libertà. Riteniamo che quelle pagine di storia vadano conosciute per cementare le nostre radici antifasciste e democratiche.

Quanti iscritti ha la sezione Anpi di Albinea?

Siamo oltre 130, un numero aumentato di anno in anno, e abbiamo il privilegio di avere con noi due partigiani, il presidente Varini ha realizzato un gran lavoro in questi ultimi otto anni. Inoltre non abbiamo mai accettato adesioni solo formali, crediamo che la tessera dell’Anpi deve essere portata in tasca solo da chi crede nei valori democratici e li manifesta quotidianamente, ribadendoli con il comportamento. Abbiamo realizzato molte iniziative, che spaziano dalla memoria storica alle lotte alla mafie fino al tema della violenza sulle donne.

Avete organizzato iniziative per la campagna tesseramento all’Anpi 2021?

Purtroppo il mio Comune è in zona arancione e temendo di mettere a rischio la salute delle persone abbiamo optato per promuovere un banchetto nei ultimi giorni di marzo, sarà la prima occasione dopo un anno di incontrarci in presenza. In questi mesi passati abbiamo partecipato a ogni cerimonia e commemorazione ma unicamente con una delegazione. Comunque, tutti noi seguiremo gli eventi online che l’Anpi ha promosso. Saranno di sicuro due giorni intensi.