Nel 1938 durante una famosa trasmissione radiofonica su “La guerra dei mondi” Orson Welles parlò di un’inesistente invasione dei marziani creando il panico fra gli ascoltatori. Oggi si crea paura gridando all’invasione dei migranti (da https://cisst.wordpress.com/2015/04/15/linvasione-dei-marziani/)

Nel corso delle ultime settimane, in particolare a seguito della drammatica vicenda della Sea Watch 3 della capitana Carola Rackete – conclusasi alfine con lo sbarco dei salvati e dell’equipaggio a Lampedusa e con gli eventi di salvataggio e approdo che sono ancora in corso – numerosi esponenti politici delle destre italiane, organi di informazione, rappresentanti governativi di primo piano, mentre tacevano sugli obblighi e sulle modalità di salvataggio e accoglienza stabilite dagli accordi internazionali e dalle normative fondamentali costituzionali, in maniera schematica e assillante hanno insistentemente affermato che l’impegno imperativo perseguito era rivolto a scongiurare “l’invasione” dell’Italia. Quindi, era necessaria e vincolante la “difesa dei confini nazionali”, applicando le azioni conseguenti, poiché gli stranieri extracomunitari vengono tutti in Italia.

Queste insistenti dichiarazioni, raccordate ad elementari valutazioni che tendono di fatto a sovvertire l’abc dei valori democratici, poiché mirate a criminalizzare il salvataggio dei naufraghi – principio fondamentale della civiltà umana –, sono rimbombate incessantemente per parecchi giorni in tutti i canali televisivi (la tv, sempre in auge si sa, impressiona più della carta stampata, ormai quasi emarginata), con la conseguente insorgenza tra i cittadini di incontenibili preoccupazioni e paure. Le asserzioni sono state prontamente riprese e divulgate con linguaggio violento e oltraggioso dalle ciurme di quei “baldi prodi” che specie in maniera anonima agiscono sui social internauti.

Eppure i rifugiati/naufraghi (molte le donne e i bimbi) – scappati da aree di guerre o di carestia e desertificazione derivanti dalle scelte strategiche dei principali potenze internazionali – sono raccolti quasi ignudi tra le onde del Mediterraneo, vessati, violentati e feriti, fuggiti dai campi lager della Libia, uno Stato omogeneo inesistente, in questi ultimi mesi sconvolto dalla recrudescenza di una guerra civile che nei fatti è in atto da diversi anni, dopo l’abbattimento della dittatura di Gheddafi.

Dopo i bombardamenti Nato e il barbaro linciaggio di Gheddafi, la Libia come entità nazionale si è dissolta ed è subentrata una fase di guerra civile ancora in corso

Nonostante ciò, nel nostro Paese – a parte il ritorno di memoria sul concetto di “invasione”, l’ultima, vera, forsennata, distruttrice e armata, ricordiamo, fu quella fatta dai nazisti (tedeschi) che occuparono gran parte del nostro Paese dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, conseguente alle follie guerresche, imperiali e razziste del regime  fascista – sembra sorgere spontanea l’elementare domanda: tutti i profughi-migranti del mondo vengono realmente in Italia? Quindi siamo sostanzialmente invasi?

La specificità della questione, assolutamente prioritaria sul piano della conoscenza, della trasparenza informativa e per la formazione delle coscienze civili e democratiche, è stata nel tempo ripetutamente evidenziata sia sul piano globale mondiale sia sulle ricadute nei vari territori europei, da molte e autorevoli fonti, sociali e politiche, comprese in particolare le strutture istituzionali europee. Perché le bugie hanno sempre le gambe corte e risultano fuorvianti nella formazione della consapevolezza popolare.

I dati, le analisi e le valutazioni delle fonti ufficiali ci sono. Precisi e scientifici. In particolare sono veritieri. I numeri fotografano la realtà. Non sono vaghe enunciazioni retoriche di stampo esclusivamente propagandistico, mirate a falsificare il reale stato delle cose e quindi ad abbindolare il “pubblico”.

Scorriamole insieme.

Gli «eventi di sbarco» registrati in Italia (fonte Ministero dell’Interno) dall’inizio dell’anno fino al 9 luglio, confrontati con quelli verificatosi nello stesso periodo del 2018 e del 2017 sono i seguenti:

  • 2019  =  3.126
  • 2018 = 16.935  (totale annuo = 23.376)
  • 2017 = 85.211  (totale annuo = 119.369)

E quanti sono stati nel 2019 le persone sbarcate nei Paesi europei che si affacciano nel mare MediterraneoA informarci è l’UNCHR – l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – con l’ultimo aggiornamento dell’8 luglio, relativo ai cinque Stati rivieraschi Spagna, Italia, Malta, Grecia, Cipro:

  • Totale arrivi 1 gennaio-8 luglio 2019 = 38.294
  • Arrivi via mare =                                                29.785
  • Arrivi via terra =                                                   8.509 (riguardano Spagna e Grecia) al 7 luglio
  • Morti e dispersi (stima) =                                       667

Questa è la suddivisione:

  • Grecia   =     19.483           50,56%                        –  abitanti 10.850.000
  • Spagna  =    13.898           36,66%                        –  abitanti 46.419.000
  • Italia     =      3.071              7,68%                         –  abitanti 60.359.000
  • Malta     =      1.048             2,90%                        –  abitanti        475.000
  • Cipro     =         794             2,19%                         –  abitanti     1.208.000

Totale arrivi 2014- 2018  (via mare Italia, Malta, Ciprovia terra e via mare Spagna e Grecia):

  • 2018  =       141.472         morti e dispersi     2.227
  • 2017  =       185.139                 “                          3.139
  • 2016  =      373.652                 “                          5.096
  • 2015  =    1.032.408                “                          3.771
  • 2014          225. 455                “                          3.538

Riguardo al 2015, che ha registrato il più alto arrivo di profughi in Europa, è bene evidenziare che la Grecia ha sopportato lo sbarco di ben 844.000 persone. In gran parte provenivano dalla Siria e dall’Afghanistan, terre devastate dalle guerre civili, fomentate e alimentate dai costruttori d’armi e dai loro Stati protettori, esperti nel seminare zizzania internazionale. E proprio nell’anno della punta massima della crisi economica e sociale del Paese che, tuttavia, pur tra immense difficoltà, accolse senza razzismo e piagnistei l’enorme folla di profughi. Come è ben noto, la stragrande maggioranza di rifugiati, con lunghissime marce che hanno attraversato gran parte dell’Europa, si trasferì nel centro-nord dell’Europa, in particolare in Germania, tanto odiata dai novelli sovranisti razzisti italiani, che ne accolse la grande maggioranza.

Queste dolorose e sofferenti marce, in gran parte effettuate a piedi per lunghe distanze, hanno ricordato  le tragiche fughe dei profughi europei durante la seconda guerra mondiale (in oltre 40 milioni abbandonarono le proprie zone di residenza), scatenata dalla furia omicida dei cultori della “razza eletta” che voleva egemonizzare l’Europa e il mondo, o le “marce della morte” imposte dai nazisti a molti deportati rinchiusi nei lager dello sterminio, in procinto si essere liberati dagli eserciti Alleati e sovietici.

I dati, inequivocabili, parlano chiaro.  Per le condizioni geopolitiche internazionali, per gli accordi intervenuti e per le mutazioni dei flussi di spostamento che si sono determinate negli ultimi anni, gli arrivi in Italia si sono fortemente ridimensionati.

Dunque in questo 2019, blaterare di invasione dell’Italia risulta falso e strutturalmente fuorviante. Nel 2016 (i dati 2019-2017 sono sopra riportati) gli arrivi in Italia sono stati 181.236 (il livello più alto in assoluto); nel 2015 sono stati 153.842; nel 2014 il numero è di 170.100.

Nell’arco temporale 2014-2019 (al 1° luglio) complessivamente nei cinque Paesi mediterranei sono arrivate 1.994.304 persone. In Italia le persone arrivate sono state 650.786 (32%).

Ed è sempre bene evidenziare che nel corso degli ultimi cinque anni un numero considerevole di profughi-migranti sbarcati in Italia, più o meno celermente, si è allontanato dal nostro Paese. Fin dall’arrivo, il loro obiettivo, per ricongiungimento o per altro, era rivolto ad altri Stati europei.

Cosa è successo globalmente in Europa?

Nel periodo che va dal 2008 al 2017 state prese complessivamente in esame un totale di 4.555.530 richieste, pari allo 0,89% della popolazione residente al 2017 (le domande avanzate erano state 5.740.435, pari al’1,22% della popolazione residente).

Numeri grandi? Ebbene, per avere un metro di paragone segnaliamo che nel vicino Medio Oriente, tra i tanti Stati, due “micro Paesi” come il Libano e la Giordania hanno assorbito 1.675.000 rifugiati.

Cosa è successo in dettaglio in Europea, prendendo ad anno di riferimento il 2017, comprendendo anche Paesi che non sono nell’Unione?

Le richieste di asilo e misure complementari concesse sono state 538.120. Così suddivise:

  • Stato di rifugiato                     630
  • Protezione sussidiaria   188.960
  • Protezione umanitaria    77.530
  • Rifugiati reinsediati              925

In rapporto ad ogni milione di abitante (popolazione all’1 gennaio 2017), al primo posto c’è la Germania con 325.370 permessi concessi, cioè 3.945 per milione di abitanti (82.521.000 milioni di abitanti); segue l’Austria con 33.925 permessi, 3.865 per milione/ab. (8.773.000 milioni di abitanti); al terzo posto la Svezia con 31.235, cioè 3.125 per milione/ab (9.995.000 milioni di abitanti).

Dal quarto al sesto posto seguono: Lussemburgo con 1.130, 1915 per milione/ab (590.667 abitanti;) Malta con 815, cioè 1.770 per milione di ab. (460.297 abitanti); Svizzera con 14.785, 1.775 per milione/ab (8.420.000 abitanti).

Dal sesto al nono posto: Belgio con 12.895, 1.135 per milione/ab (11.351.000 abitanti); Cipro con 1.300, cioè 1.110 per milione/ab (854.802 abitanti); Grecia con 12.015, dunque 1.115 per milione di ab (10.768.000 abitanti).

Dal decimo al dodicesimo posto: Norvegia con 5.270, 1.000 per milione di ab (5.258.000 abitanti); Finlandia con 4255, 775 per milione/ab (5.503.000 abitanti); Liechtenstein con 25, dunque 660 per milione/ab (37.810 abitanti).

Dal tredicesimo al quindicesimo posto: Francia con 40.575, cioè 605 per milione/ab (66.989.000 abitanti); Italia con 130,580 per milione/ab (60.589.000 abitanti);  Paesi Bassi con 9.090, 530 per milione di ab. (17.82.000 abitanti).

Dal sedicesimo al diciottesimo posto: Danimarca con 2.750, 480 per milione di ab (5.749.000 abitanti); Islanda con 125,370 per milione/ab (338.349 abitanti); Bulgaria con 1.705, 240 per milione/ab (7.102.000 abitanti).

Dal diciannovesimo al ventunesimo posto: Regno Unito con 15.645, 240 per milione/ab (65.809.000 abitanti); Irlanda con 720, 150 per milione/ab (4.784.000 abitanti); e la Lettonia con 275, 140 per milione/ab (1.950.000 abitanti).

Dal ventiduesimo al ventiquattresimo posto: Ungheria con 1.290, 130 per milione/ab (9.798.000 abitanti); Lituania con 295, 105 per milione/ab (2.848.000 abitanti); Spagna con 4.700, 100 per milione/ab (46.528.000 abitanti).

Dal venticinquesimo al ventisettesimo posto: Slovenia con 150,75 per milione/ab (2.066.000 abitanti; Estonia con 95,70 per milione/ab (1.316.000 abitanti); Romania con 1330,70 per milione/ab (19.644.000 abitanti).

Dal ventottesimo al trentesimo posto: Portogallo con 500, 50 per milione/ab (10.310.000 abitanti); Croazia con 170,40 per milione/ab (4.154.000 abitanti); Repubblica Ceca con 145,15 per milione/ab (10.579.000 abitanti).

Dal trentunesimo al trentaduesimo posto: Polonia con 560,15 per milione/ab (37.973.000 abitanti); Slovacchia con 60,10 per milione/ab (5.435.000 abitanti).

Sul totale delle richieste presentate sono stati concessi 558.330 permessi.

Questa realtà è bene conosciuta a tutti, a partire (si suppone) da chi svolge ruoli politici e istituzionali. Eppure il gioco falsificatore delle tre carte regna sovrano. Giocano con la presunta invasione, giusto per coprire la drammaticità dei problemi reali che riguardano il popolo italiano.

Il problema, drammaticamente vero, che viene nascosto dai moderni nazionalisti-razzisti travisati da sovranisti che agiscono in Italia, parlando d’altro e ingigantendo a dismisura la realtà dei profughi che sbarcano, riguarda la nostra emigrazione.  

Sono i cittadini italiani che, numerosissimi, nel corso degli ultimi anni sono fuggiti dalle aree territoriali del Meridione o dal nostro Paese in generale. Privi di lavoro, di adeguato sostentamento. Abbandonando case, famiglie e affetti. Alla ricerca di una vita vera e dignitosa, lontana dagli stenti, dai clientelismi e dalle corruzioni.

Una quantità enorme! Per lo più costituita da giovani, nella stragrande maggioranza laureati e diplomati. Il sud si sta spopolando. Le migliori energie, che tanto sono costati alla collettività, per realizzare i percorsi di studio, abbandonano. Non hanno altre alternative. Così come avvenne per moltissimi milioni di italiani che abbandonarono il Paese nel corso della sua recente storia.

La tragedia umana, nella forma più intensa, è in corso da diversi anni. Solo nel 2017 sono andate via 285.000 persone. Eppure da parte dei governanti continuano le sovrane sceneggiate che servono solamente a depistare.

Sono gli italiani che stanno “invadendo” gli altri Paesi europei!

Domenico Stimolo (per Lettera Memoria e Libertà)


Per approfondire:

https://anpisicilia.wordpress.com/2019/07/07/profughi-migranti-ma-in-italia-ce-uninvasione-in-atto/

http://www.labottegadelbarbieri.org/difendere-i-confini-dellitalia/

https://www.nuovosoldo.it/2019/07/06/profughi-migranti-ma-in-italia-ce-uninvasione-in-atto-e-i-nostri-migranti-che-fuggono-dallitalia/

https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/editoriali/autorivari_1562433212.htm