Vorrei affrontare, seppur brevemente, alcune delle problematiche organizzative che ci impegnano maggiormente in questa difficile fase.

Il tesseramento del 2018 si è chiuso con un incremento del tesseramento del 4,1 per cento rispetto a quanto registrato nell’anno precedente giungendo ad un dato finale di 118.131 adesioni di cui 2.300 partigiani/e.

Per grandi aree geografiche: il Nord Italia è passato da 61.917 tessere nel 2017 a 63.173 nel 2018 con un aumento del 2 per cento. Il Centro è passato da 45.910 tessere nel 2017 a 47.362 nel 2018 con un aumento del 3 per cento. Il Sud e le isole sono passati da 6.635 tessere nel 2017 a 7.181 nel 2018 con un aumento dell’8 per cento. Le sezioni estere, la cui consistenza organizzativa è poco più che simbolica, seppur rilevante politicamente, registrano 308 adesioni nel 2018.

Acqui Terme, 9 novembre 2019. Consiglio nazionale ANPI. Carlo Ghezzi illustra la sua relazione

Cogliamo diffusamente segnali che testimoniano un incremento del tesseramento all’ANPI nel corso del 2019, una tendenza tuttavia che è ancora possibile consolidare nell’ultimo scorcio di stagione disponibile per poter completare al 31 dicembre la consegna delle tessere del 2019. Dobbiamo attivare in particolare la discussione con le persone che non hanno più rinnovato la loro adesione negli anni precedenti così come con i potenziali nuovi associati; un contatto da praticare anche casa per casa. Abbiamo alle spalle lo svolgimento delle due Giornate del tesseramento del 26 e 27 ottobre scorso, due giornate ben riuscite e caratterizzate da più di 150 iniziative politico-culturali che hanno visto protagoniste in prima persona oltre 40 nostre province, con appuntamenti che hanno coinvolto anche personalità importanti a noi vicine e che hanno messo in campo strumenti propagandistici mirati. Non sono molte le organizzazioni italiane in grado di produrre un arco di iniziative così diffuso, ricco e articolato come quello da noi messo in campo in queste due giornate, possiamo sottolinearlo con una punta di orgoglio. Dal primo gennaio avvieremo il nuovo tesseramento per il 2020 e possiamo programmare sin d’ora per l’inizio di febbraio le tradizionali Giornate del tesseramento della nuova stagione.

La conclusione del tesseramento 2018 ci impone una riflessione franca e realistica. La realtà cruda dei numeri ci dice che, pur progredendo, registriamo uno scarto eccessivo, e per qualche aspetto preoccupante, tra la crescita del prestigio, della autorevolezza e della popolarità dell’ANPI e la sua reale consistenza organizzativa, che risulta parzialmente inadeguata a far fronte alle attese che crescono attorno a noi.

Pur sottolineando che siamo una struttura di volontari, con le problematiche che tutto ciò comporta, non possiamo sottacere che la stima, la simpatia, l’entusiasmo che in alcune circostanze ci circondano non si traducono adeguatamente né in adesioni all’ANPI né in un sensibile incremento del numero delle nostre sezioni.

Il tesseramento in molte realtà rappresenta una attività marginale, a volte trascurata dagli organismi dirigenti dei Comitati provinciali e delle Sezioni. In particolare alcune nostre strutture del Mezzogiorno stentano a decollare. Dopo la nascita delle ANPI in alcune province del Sud, organizzata con lungimirante intelligenza e con grande passione politica da Luciano Guerzoni tra il 2010 e il 2012, la crescita è lenta, si fatica a promuovere nuove sezioni e ci si limita a conseguire il 101 per cento su un numero già molto limitato di adesioni registrato nell’anno precedente e non si riesce, in molti casi nemmeno si tenta, nel cimentarsi a recepire le grandi potenzialità che esistono e che si muovono attorno a noi. Realtà territoriali estese e molto popolate esprimono solo qualche decina di antifascisti organizzati nell’ANPI. Tuttavia, anche molti Comitati provinciali del Centro-Nord si presentano anch’essi sostanzialmente statici nel corso degli ultimi anni sia per quanto riguarda le adesioni sia per la apertura di nuove sezioni nel territorio.

Dobbiamo intensificare il nostro impegno sul fronte del proselitismo e far crescere in modo consistente le adesioni all’ANPI. Se non ora, quando? Dobbiamo predisporre per il 2020 dei piani di lavoro mirati, dobbiamo darci obbiettivi certi, definiti di concerto tra presidenti provinciali, coordinatori regionali e ANPI nazionale. Alle nostre manifestazioni, frequentemente molto partecipate, si registra quasi sempre un grande assente. L’assente è il tavolino che raccoglie le adesioni all’ANPI. Dobbiamo fare qualche comunicato in meno e più incontri diretti con i cittadini. Dobbiamo spalancare porte e finestre a nuove adesioni, in particolare di giovani e di donne.

Un’altra immagine di Carlo Ghezzi, componente della Segreteria nazionale ANPI e responsabile organizzazione, durante la relazione al Consiglio nazionale

Ci sono oggi troppe poche sezioni organizzate nei comuni di notevole consistenza che circondano il capoluogo di provincia. In troppi casi esiste nel territorio la sola sezione cittadina del capoluogo medesimo che coincide con il Comitato provinciale, nelle province del Mezzogiorno questo stato di cose è particolarmente accentuato. Ci sono qui resistenze burocratiche eccessive e ingiustificabili che impediscono la promozione, senza ragione alcuna, di nuove sezioni anche a fronte a esplicite e legittime richieste locali. C’è uno scarso impegno nel promuovere sezioni dell’ANPI nei grandi luoghi di lavoro, nelle sedi dei sindacati e nelle università, mentre registriamo che si sta rimettendo al lavoro il Coordinamento nazionale delle donne.

Pervengono con qualche frequenza all’ANPI nazionale segnalazioni sulla immotivata mancata consegna della tessera richiesta sia da nuovi simpatizzanti sia da vecchi iscritti. La scelta di negare arbitrariamente e immotivatamente, sottolineo arbitrariamente e immotivatamente, la tessera all’antifascista che legittimamente la richiede costituisce un fatto gravissimo, un fatto inaccettabile per una organizzazione come la nostra. Ci viene segnalato che alcune nostre sedi vengono trovate perennemente chiuse da cittadini che intendono associarsi. Purtroppo il 30 per cento dei nostri Comitati provinciali non ha una sede o un recapito strutturato; in alcuni casi non si manifesta un impegno per realizzare tale qualificato obbiettivo da conseguire, nel più rigoroso rispetto delle rispettive autonomie, sfruttando in molti situazioni sinergie con associazioni a noi affini. Dobbiamo dunque impegnarci maggiormente affinché le modalità di incontro e di confronto con i nostri dirigenti sul territorio vengano fatte conoscere in modo più ampio e più diffuso.

Abbiamo anche la necessità di riflettere pacatamente nei nostri Comitati provinciali sul che fare quando ci troviamo in presenza di Sezioni ANPI che scendono al di sotto dei 20 iscritti e sopra tutto dobbiamo riflettere insieme ai coordinatori regionali sul che fare a fronte di Comitati provinciali che registrano meno di 100 adesioni e che non riescono a conseguire tale obbiettivo a distanza di diversi anni dalla loro nascita. E siamo a tredici anni dalla apertura delle iscrizioni all’ANPI agli antifascisti.

Per poter promuovere una organizzazione provinciale dell’ANPI, il nostro Statuto prevede la presenza di almeno 100 iscritti, affinché si possa avere un minimo di concreta consistenza politica, organizzativa e gestionale.

In qualche realtà emerge in modo sconcertante la staticità del tesseramento provinciale; per anni si dichiara la consegna dello stesso numero di tessere, che si ripete in modo ossessivo nel tempo: non si cresce mai né si scende mai nemmeno di una unità anno dopo anno.

Anche in questi casi, insieme con i coordinatori regionali, dobbiamo organizzare un confronto politico-organizzativo con le strutture che presentano questi segni evidenti di sclerotizzazione. Non ovunque si tengono delle riunioni periodiche dei Comitati provinciali, non sempre si approvano con la dovuta puntualità e nei tempi previsti i bilanci preventivi e consuntivi, soprattutto non si sostiene adeguatamente la sottoscrizione del 5 X 1000, che è in continuo leggero ma purtroppo costante calo. Nel 2017 solo 7.000 cittadini in tutta Italia hanno sottoscritto per l’ANPI e solamente 16 Comitati provinciali hanno registrato più di cento sottoscrizioni, guadagnandosi in tal modo l’incentivo economico che i nostri organismi dirigenti hanno deciso da tempo di corrispondere a quanti raggiungono tale obbiettivo. Occorre decisamente invertire la tendenza in atto discutendo con franchezza tra di noi il che fare, come propagandare le sottoscrizioni e come sensibilizzare i nostri iscritti e i nostri numerosi simpatizzanti. E parliamo di numeri consistenti di persone da sensibilizzare: parliamo di 120.000 iscritti alla nostra Associazione e di diversi milioni di cittadini che stimano l’ANPI e la ritengono una struttura importante per la qualità della vita democratica dell’Italia.

Il prossimo 31 dicembre chiuderemo il tesseramento del 2019 e dovremo cominciare da subito ad inviare a Roma i dati sulle adesioni all’ANPI provincia per provincia. Dati che dovranno corrispondere rigorosamente alle quote versate alla Amministrazione nazionale nella misura di 4 euro per tessera per il Centro-Nord Centro e il Nord, di 2 euro per tessera per il Sud Italia e di 5 euro per le adesioni all’estero. Entrambi questi dati, tesseramento dichiarato e risorse versate all’ANPI nazionale, andranno intrecciati per certificarne la definitiva attendibilità con le risultanze fornite dall’anagrafe degli iscritti, ormai giunta a buon punto anche se si registrano ancora ritardi nel vederla aggiornata puntualmente da parte di alcune nostre province. Siccome abbiamo cambiato gli schemi seguiti negli scorsi anni, che prevedevano la restituzione a fine anno al centro nazionale delle tessere non distribuite e il relativo conguaglio economico riconosciuto ai territori interessati – un sistema macchinoso che da quest’anno abbiamo superato – dovremo intensificare su questo fronte i contatti tra centro e periferia per garantire una puntuale verifica dell’efficacia delle nuove regole, e del loro corretto funzionamento, con la trasparenza e il rigore necessari.

Acqui Terme, 9/10 novembre 2019, prima seduta Consiglio nazionale ANPI. Un altro scatto con Carlo Ghezzi mentre espone la sua relazione

È in distribuzione il nuovo libretto con lo Statuto e il Regolamento completato recentemente raccogliendo i mandati che il Congresso di Rimini del 2016 aveva consegnato al Comitato nazionale perché li perfezionasse e li definisse con maggior puntualità.

Voglio cogliere l’occasione della riunione del Consiglio nazionale dell’ANPI per ringraziare vivamente l’artista Ugo Nespolo, tra l’altro è un alessandrino, per aver realizzato la grafica che ha caratterizzato le nostre tessere del 2019 e che abbiamo voluto utilizzare anche per la nuova copertina dello Statuto ripubblicato e in distribuzione.

Permettetemi di sottolineare qualche puntualizzazione sulle norme che regolano il Terzo Settore; mi paiono doverose nella grande confusione che circonda le loro applicazioni. La legge 106 del 6 giugno 2016 ha normato un complesso campo di soggetti (associazioni, associazioni di promozione sociale, Ong, cooperative sociali, società sportive, Onluss, strutture del volontariato, imprese sociali) precedentemente regolate da un inestricabile coacervo di leggine. Il ministero del Lavoro ci ha rassicurato da tempo circa l’accoglibilità dell’ANPI nel Registro unico nazionale, che però verrà attivato solo nell’aprile 2020, dove saremo collocati nel comparto degli “ALTRI ENTI DEL TERZO SETTORE”.

Sempre dal Ministero ci è stata riconfermata la possibilità di accedere al cinque per mille. La legge 106 è in vigore, ma l’applicazione di sue parti rilevanti richiede l’emanazione di circa 50 decreti legislativi; ad oggi ne sono stati promulgati pochissimi, ne mancano ancora alcune decine. Sappiamo sin d’ora che le Associazioni dovranno dotarsi di un bilancio sociale che andrà reso pubblico. Aspettiamo dunque con fiducia ma senza frenesia alcuna le nuove indicazioni da parte del legislatore.

Abbiamo registrato nelle stagioni che abbiamo alle spalle una significativa crescita sia nel numero sia nella qualità delle feste dell’Anpi organizzate in numerose province e da alcune grandi sezioni territoriali. Nel corso del 2020, che sarà caratterizzato dal 75° anniversario della insurrezione vittoriosa del 25 aprile e dalla conclusione della guerra di Liberazione che hanno ridato all’Italia il suo onore, intendiamo organizzare una grande Festa nazionale dell’ANPI, per la quale vorremmo riprendere la cadenza della biennalità.

Stiamo lavorando alacremente sia per individuare la città in cui vi siano le condizioni ottimali per organizzare la Festa, sia per precisarne con maggior puntualità la data di svolgimento, di massima stiamo pensando alla seconda metà del giugno prossimo venturo. Vi invitiamo dunque sin da ora a mantenere libere quelle date nella compilazione dei vostri calendari.

Dovrà essere quella dell’ANPI nazionale una bella festa di popolo per la cui realizzazione dovremo poterci avvalere del contributo non solo delle strutture dell’ANPI operanti nella regione nella quale la festa verrà organizzata, ma anche del contributo di tutte le nostre realtà territoriali, anche di quelle più piccole, anche di quelle più lontane, che potranno contribuire nelle forme e nei modi che si renderanno possibili e che concorderemo insieme.

Sul fronte della comunicazione permettetemi infine di affrontare un solo punto. Siamo in una fase delicata e non possiamo permetterci di commettere errori. Dobbiamo purtroppo frequentemente misurarci con episodi di autolesionismo prodotto da questa o da quella struttura della nostra organizzazione. Basti citare la negazione del dramma delle foibe improvvidamente sostenuto dal sito di una nostra struttura.

Abbiamo bisogno di un grande rigore nell’utilizzo dei siti delle strutture dell’ANPI, ma anche dei profili facebook personali dei dirigenti, che debbono autogestirsi consci del loro ruolo e delle loro funzioni. Hanno il diritto di dire cosa pensano, ma innanzitutto hanno il dovere di pensare a cosa dicono. Troppe sottovalutazioni e troppe leggerezze aprono spazi incredibili ai nostri avversari e mettono in difficoltà la nostra funzione, impegnando tempo ed energie per rimediare ai guasti prodotti da noi medesimi. Non dimentichiamoci mai, anche nei momenti nei quali ci prende la foga di comunicare, che cosa è l’ANPI e che la sua immagine e il suo straordinario patrimonio valoriale servono, oggi più che mai, all’Italia e alla sua democrazia.

Carlo Ghezzi, della Segreteria Nazionale ANPI, responsabile organizzazione


Il video con la relazione al Consiglio nazionale ANPI di Carlo Ghezzi, componente della Segreteria nazionale e responsabile organizzazione