Il medagliere dell’Anpi e la sciabola del generale Cadorna

La bandiera dell’Anpi e quelle della pace alle finestre rendono da lontano immediatamente visibile la sede nazionale, un giardino intorno, in via degli Scipioni, a pochi passi da piazza del Popolo, attraversando il ponte sul Tevere poco lontano. Stato d’animo della prima volta: curiosità e apprensione, compagne e compagni da salutare in presenza, solo pochi quelli già conosciuti in Sardegna e a Cagliari, in occasione delle iniziative Anpi, durante i congressi e i convegni.

E poi un giro nella grande sala che ospiterà tra poco la riunione del Comitato nazionale, semplicemente arredata dei tavoli per i partecipanti, ma illuminata dal bellissimo medagliere Anpi accostato alla parete vicina alla finestra. Lì accanto la sciabola del generale Cadorna, comandante del Corpo Volontari della Libertà.

A destra, con la maglia bianca, Anna Cocchi, che ha presieduto il comitato nazionale

L’appello in apertura di Anna Cocchi, chiamata a presiedere l’incontro perché ha presieduto il Congresso di Riccione. Ci sono tutte e tutti, chi di persona e chi da remoto, come il presidente emerito Carlo Smuraglia che vedo sullo schermo affisso a una delle pareti. Le altre sono tappezzate di manifesti, raccontano quasi da soli l’attività dell’Anpi dall’anno in cui è nata, il 1944.

I componenti collegati da remoto

Alle 10,30 inizia la riunione del Comitato Nazionale Anpi, la prima dopo l’assise plenaria. I 37 dovranno eleggere il presidente, i vicepresidenti e la segreteria. I primi interventi ripartono dal Congresso sottolineandone la ricchezza del dibattito e della partecipazione, con la conferma del ruolo imprescindibile dell’Anpi nella vita democratica del Paese, e dell’unità e del pluralismo emersi a Riccione. Albertina Soliani si sofferma sulla complessità delle dichiarazioni e delle discussioni dentro e fuori l’associazione e non nasconde qualche perplessità e qualche accento critico. L’antifascismo oggi? Un’alleanza larga per la pace. Parole che sollecitano altri interventi.

Per Alessandro Pollio Salimbeni l’Anpi è nel fuoco di un’offensiva politica, documentata dagli attacchi personali contro Pagliarulo, e la cui rielezione sarà semplicemente il frutto di un Congresso unitario e di un documento in cui tutta l’Anpi si è riconosciuta, in barba a tutti gli intellettuali e ai pseudodemocratici.

Parla di campagna bellicista anche Guido Margheri, perché è bellicismo prendere di mira i valori della Costituzione e avvisa “ci saranno altri attacchi contro l’Anpi, gravi come quelli di chi ne vuole direttamente lo scioglimento per affidare ad altri la memoria partigiana”. Di fatto rendendola una mummia da museo. “Noi siamo invece per la memoria viva – rivendica Margheri – come sempre in questi anni”.

Belle voci, bei discorsi, da riferire e tenere a mente al rientro, per il lavoro delle prossime settimane. Segue l’intervento di Gianfranco Pagliarulo, ricordando come durante il Congresso fosse già in corso la militarizzazione del dibattito pubblico a cui però l’Anpi ha dato risposta nel pieno rispetto della sua storia e del suo compito: “con un grande dibattito unitario, esempio di democrazia organizzata, che non conosce centralismi e correntismi o assemblearismi, autentiche mine che sbriciolerebbero l’associazione”. Il risultato degli attacchi, tuttavia, non è stato quello sperato da chi avversa l’Anpi, anzi si è ottenuta una reazione di grande orgoglio e compattezza. Nel ricordo di Carla Nespolo e di tutti i presidenti che hanno guidato l’Anpi, l’unica bussola è dare voce a ogni sensibilità, così come è stato con il documento e nel Congresso.

È arrivato il momento del voto, si esprime per alzata di mano, così è stato a Riccione. Pagliarulo è rieletto presidente con due sole astensioni. Auguri! Buon lavoro! salutano l’elezione nella grande soddisfazione generale. Brindiamo tutti con una bottiglia di spumante che accompagna la breve colazione di fine mattinata.

Riprendono i lavori. Dice il presidente Pagliarulo che nel 2022 si è chiusa la prima fase della invasione e si è aperta una fase nuova, ancor più preoccupante. Dilaga il carattere stragista dell’aggressione russa dell’Ucraina nell’assenza di una reale azione diplomatica e di un ruolo dell’Unione Europea. Come in ogni guerra di questo tempo, non si può credere di calcolare a tavolino il precipitare di un’escalation che potrebbe portare dritto all’uso del nucleare. Perché la guerra in Ucraina comprende in sé la guerra tra Usa e Russia, l’ulteriore riarmo dell’Occidente, della Russia e della Cina. “Vogliamo il potenziamento di tutte le forze di pace, dell’area pacifica e pacifista e vogliamo un grande dialogo con le forze democratiche. Perché nell’ambito di una militarizzazione del dibattito pubblico, noi in Italia subiamo la propaganda tipica e comune in ogni guerra. Ma l’Italia non è in guerra, non dobbiamo cedere alla propaganda, dobbiamo piuttosto denunciare questo clima mai visto. Il mondo politico è diviso, sono divise all’interno anche le formazioni democratiche, compresi i cattolici, e qualcuno vuol dividere anche l’Anpi, drammatizzando nei quotidiani a diffusione nazionale, per esempio, situazioni che sono gridate nei titoli e poi smentite nel testo degli articoli. E ciò accade pure in giornali che ritenevamo rispettosi della vocazione a informare. Perché?

Finora era stata Fratelli d’Italia a chiedere lo scioglimento dell’Anpi, come ha potuto contagiare un cospicuo numero di esponenti di partiti che si riconoscono nell’antifascismo? Forse “perché stiamo crescendo sempre più e facciamo senso comune, né siamo impauriti dalle minacce che vengono da quegli ambienti. Dobbiamo semmai – dice Pagliarulo – rafforzare l’associazione, aprendoci al massimo. Perché la questione è politica, si vuole mettere in discussione la nostra autonomia”. Il neoeletto presidente nazionale Anpi annuncia poi la conferenza stampa per il 25 aprile. Intanto, informa, l’impegno dell’Anpi sul contrasto alle organizzazioni nere e nostalgiche del Ventennio non si arresta: con Pd, Leu, Sinistra italiana e M5S e vi sono intese sulle leggi antifasciste.

E ancora l’intervento, tra gli altri, di Carlo Smuraglia, che piacere rivederne la figura e sentirne il discorso, pur da remoto. Per lui, a fianco alla battaglia contro la guerra, c’è l’importanza del lavoro dell’Anpi, il ruolo essenziale dell’associazione contro neofascismi e razzismi, per la memoria attiva e la lettura approfondita della Costituzione, onde assicurare continuità nella formazione e nel coinvolgimento dei giovani. Emilio Ricci, l’avvocato e componente del comitato nazionale che segue le vicende legali, spiega nei dettagli la proposta di legge presentata in Parlamento sollecitazione dei partigiani. Infine, l’elezione degli organismi esecutivi ed altre questioni organizzative.

Ecco, partecipando al Comitato nazionale si imparano tante cose, perché grande è la conoscenza e la competenza sui temi e la capacità di sintesi che ho visto esprimersi in ciascuno degli interventi. Lascio la sede Anpi a Roma pensando che se pieno di insidie appare il presente, l’Anpi può dare conforto e speranza contro la paura a cui vorrebbe ridurci la cattiva politica, e ha la forza di farlo proprio grazie agli iscritti e ai dirigenti, che sono e vivono la società civile. E ho la conferma che la pace non è un miraggio, e neppure una dichiarazione di buone intenzioni ma un obiettivo concreto di lavoro, certamente faticoso, per contribuire alla costruzione di un vasto movimento che si allarghi e si unisca ai movimenti degli altri Paesi. Fino a imporre la fine dell’invio di armi e della folle corsa al riarmo, affinché si apra una vera conferenza di pace in Europa, per la salvezza dei popoli e dei più deboli. Coloro cioè che sempre pagano il prezzo maggiore di ogni guerra.

  Gianna Lai, componente del comitato nazionale Anpi, presidente Anpi Cagliari