Marzabotto, commemorazione del 76° della strage

A Marzabotto ci puoi andare tutti gli anni e sentire di non esserci mai stato prima.

Forse vorresti non esserci mai stato o forse vorresti che non ci fosse mai stato quello che lì invece è accaduto.

Da Marzabotto si sale su a Monte Sole, la strada è piena di curve. Si arriva in una vallata e senti una pace e un silenzio surreali.

Lì c’è la scuola di pace, appunto. Dove c’era stata la guerra, ora c’è la pace.

C’era la guerra sì, non solo a Monte Sole, ma in quei luoghi tra il 29 settembre e il 4 ottobre 1944 ci fu quella che è stata definita la più efferata strage compiuta dai nazifascisti sulla popolazione civile durante la Seconda guerra mondiale. I nazisti non potevano sapere che lassù c’erano intere comunità. I fascisti italianissimi sì, furono loro a guidare le SS.

Marzabotto, un momento della commemorazione del 76° della strage

I Comuni di Marzabotto, Grizzana, Vado di Monzuno, Casaglia e tantissime altre piccole località vennero letteralmente rase al suolo. La ferocia con cui quasi 800 persone, soprattutto donne e bambini, vennero uccise, torturate, bruciate nelle case o nelle chiese è qualcosa che va al di là del bene e del male.

I segni dei proiettili sulle croci dei cimiteri ad altezza bambino fanno capire la lucidità dei soldati.

La sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi, accanto a un Ferruccio Laffi, sopravvissuto alla strage e a un ragazzo a rappresentare i tanti coetanei presenti alla commemorazione del 76°

“Questi luoghi dovrebbero esser visitati obbligatoriamente dai ragazzi delle scuole. Non dobbiamo lasciare che ciò avvenga solo per la buona volontà dei professori”. Così la giovane sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi, dal palco nel giorno della celebrazione, ricorda quanto sia fondamentale visitare questi luoghi.

No, non dobbiamo smettere di visitarli, non dobbiamo smettere di ascoltare quel silenzio.

Marzabotto. L’intervento del ministro della Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, alla commorazione del 76° dell’eccidio

Nell’anno delle misure anti covid, le celebrazioni di domenica 4 ottobre si sono svolte in misura contingentata, ma non meno intensa. Sul palco è intervenuto anche il ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano.

Nelle sue parole l’auspicio che ancora oggi “non bisogna cedere all’odio”. Ha anche sottolineato “quanto il nostro Paese sia un unito, non, come molti vorrebbero, diviso tra nord e sud”.

Eravamo lì con i nostri labari, le nostre bandiere.

A Marzabotto per il 76°, nonostante l’età, non sono voluti mancare i partigiani. Nella foto, il partigiano Mario Frosini, Anpi Montelupo

C’erano partigiani, pochi sì, sempre più rari. I loro occhi li riconosci tra mille, brillano.

C’erano i compagni delle sezioni, volti amici che ritrovi nelle celebrazioni. Valori comuni, sentire comune. C’erano anche volti nuovi, giovani.

Numerose pure le iniziative nei giorni a ridosso della commemorazione, presentazioni di libri, dibattiti, documentari e musica resistente.

Almeno una volta nella vita ci devi andare lassù a Monte Sole. Sì, almeno una volta.

Componenti del Coordinameno donne Anpi, da sinistra: Anna Cocchi, presidente Comitato provinciale Anpi Bologna e coordinatrice regionale; Camilla Boldrini, Anpi provinciale Firenze; Emanuela Manco, Anpi provinciale Monza e Brianza; Valentina Giunta, Anpi provinciale Ravenna

Lì ci sono le radici della nostra storia.

Carla, ti sarebbe piaciuto tanto anche quest’anno. Eravamo lì anche per te, le tue “ragazze resistenti”.

Emanuela Manco, Anpi Monza e Brianza

Ringraziamo per le foto Valentina Giunta e le altre persone dell’Anpi presenti alla commemorazione. Ed ecco una galleria con altre immagini della giornata.

Carla, ti sarebbe piaciuto tanto anche quest’anno. Eravamo lì anche per te, le tue “ragazze resistenti”.

Emanuela Manco, Anpi Monza e Brianza

Ringraziamo per le foto Valentina Giunta e le altre persone dell’Anpi presenti alla commemorazione. Ed ecco una galleria con altre immagini della giornata.