10647230_10204731844716002_7570923125331332374_nL’itinerario di questo numero è una biciclettata, che può essere fatta in tutti i periodi dell’anno, seppure sia preferibile evitare l’inverno perché vi è un tratto di circa due chilometri di sterrato. L’iniziativa è partita dall’ANPI di Lendidara e dai Comuni limitrofi per la scelta di non dimenticare la tragica notte del 13-14 ottobre 1944, in cui morirono 11 partigiani e vennero portati all’eccidio di Villamarzana altri 45 giovani.

Villamarzana: un piccolo Comune in provincia di Rovigo, il cui abitato ha origini antichissime. In questo borgo, nella notte fra il 13 e il 14 ottobre 1944, ci fu l’orrore.

Quattro spie repubblichine si infiltrarono il 5 ottobre 1944 nei gruppi partigiani. Scoperti, i quattro agenti dell’Ufficio Politico Investigativo della repubblica di Salò, furono giustiziati nei pressi della cascina Stongarde di Villamarzana, dove poi i quattro cadaveri furono sepolti. La rappresaglia dei fascisti, appoggiati dai nazisti, fu bestiale.

Nella notte del 14 ottobre gli uomini della 19ª compagnia delle “Brigate Nere” con il sostegno dei tedeschi, rastrellarono i Comuni di Lendinara, Castelguglielmo, San Bellino, Fratta Polesine e Villamarzana, uccidendo undici persone e catturandone più di cento. Sottoposti a tortura, alcuni prigionieri confessarono l’esecuzione dei quattro fascisti.

Quarantadue di questi prigionieri, la mattina del 15 ottobre, vennero condannati a morte, trasferiti a Villamarzana e rinchiusi nella casetta del barbiere in attesa dell’esecuzione, che avvenne a gruppi di sei prigionieri, che volta per volta venivano fucilati alla schiena da un plotone di esecuzione davanti agli occhi della popolazione di Villamarzana obbligata ad assistere.

Le vittime erano in gran parte ragazzi dai 13 ai 23 anni; ne sopravvisse uno solo, benché ferito. Altre due persone verranno giustiziate successivamente.

In ricordo dell’eccidio è stato costruito un Sacrario a memoria delle 43 vittime sul muro della casetta del barbiere, dove campeggia una lunga lapide con tutti i nomi dei caduti per mano fascista.

Al Comune di Villamarzana, che ha pagato un caro prezzo col sangue dei suoi figli, è stata riconosciuta la medaglia d’argento al valor militare.

IL PERCORSO CICLABILE

1-Presciane.jpgPunto 1

PRESCIANE

Il battaglione partigiano M. Zaghi, dopo l’eccidio, cambiò nome, assumendo quello di Brigata Giovanni Tasso, in memoria del maestro elementare ivi fucilato il 15 ottobre ’44.

La Canonica di Presciane era il punto di incontro delle staffette per i tre distaccamenti in cui era diviso il battaglione.

 

2-Villa PelàPunto 2-3

VILLA PELÀ3-Cimitero Castelguglielmo

A Castelguglielmo in Piazza Vittorio Veneto, difronte al Comune, si trova la Villa Pelà, luogo in cui furono rinchiusi,

prima del trasferimento a Villamarzana, i partigiani rastrellati dai nazi-fascisti nella notte del 14 ottobre del ‘44. Una insegna presso la Villa ricorda il sacrificio di 11 giovani caduti nella rappresaglia.

Nel cimitero comunale è stato eretto un imponente famedio a ricordo della strage di Villamarzana.

4-a Gaetano CampionPunto 4

A GAETANO CAMPION

Il cippo, eretto dai genitori nel luogo ove è caduto, ricorda la figura di Gaetano Campion, diciannovenne, staffetta partigiana, ucciso da un cecchino mentre teneva i contatti tra la fattoria Dossi e il Fiorentin.

5-PreconaPunto 5 e 6

A EMILIO SECCHIERO E FIORENTIN

Emilio Secchiero rimase ucciso nella cruenta battaglia con i nazi-fascisti nella tragica notte del 14 ottobre nel fienile Il Fiorentin. Qui si era rifugiato il gruppo agli ordini di Dall’Aglio, comandante di uno dei distaccamenti, e, oltre al Secchiero, 6-a Emilio Secchiero

altri 4 partigiani, probabilmente provenienti da altre regioni d’Italia, caddero sotto i colpi di fucili; Otello (Il Genovese) si sparò per non cadere nelle mani del nemico; altri furono fatti prigionieri e trasferiti a Villa Pelà. Da qui, il giorno successivo, vennero portati alla Casetta del Barbiere di Villamarzana e, quindi, fucilati nell’eccidio.

7-Cugini VarlieroPunto 7

AI FRATELLI ZAGHI E CUGINI VARLIERO

I quattro giovani, i fratelli Giuseppe e Pasquale Zeggio e i cugini Italo e Remigio Varliero caddero uccisi dai nazifascisti nei pressi dell’abitazione dei Zeggio. Successivamente le spoglie, caricate su un carro, vennero trasportate nella piazza di Bressane perché tutti potessero vedere. Nel trasporto, passando difronte all’abitazione dei Zeggio, un fascista, indicando il corpo di Pasquale nel carro sporco di sangue, chiamò il padre dei Zeggio e disse: “guarda tuo figlio”.

8-BressanePunto 8

BRESSANE

La frazione di Bressane ha la piazza intitolata a Martiri della Resistenza e vi è stato eretto un monumento e posta una lapide a ricordo della tragedia di quella famosa e indicibile notte del 14 ottobre 1944:

“La vampata di ferocia / nazifascista / partì da queste terre fertili e quiete / tragico autunno – corteo di martiri / colata di sangue / al muro di Villamarzana / Col rimpianto di quelle giovani vite / con l’orgoglio per la libertà / riscattata nel sacrificio / BRESSANE / commette alle generazioni future / l’incancellabile ricordo / ammonimento e promessa”.