La Val Pellice

Le Valli Valdesi in Piemonte comprendono la Val Pellice, i valloni di Angrogna e Rorà, la Val Germanasca e parte della bassa Val Chisone. Torre Pellice è il centro della Comunità religiosa Valdese.

In queste valli i seguaci di Valdo giunsero nel XIII secolo, perseguitati e scomunicati come eretici. La loro storia tormentata ha termine nel 1848, quando il re Carlo Alberto con le Lettere patenti concede loro i diritti civili e politici.

Nelle valli valdesi la Resistenza partigiana, come testimonia un’abbondante bibliografia, ebbe un rilievo importante per la Liberazione dal nazismo e dal fascismo.

Da “Riforma.it” organo di informazione delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia

Sarebbe sbagliato parlare di “Resistenza valdese”, anche perché non ci fu una presa di posizione della Chiesa evangelica di Valdo contro il regime fascista, ma in quelle valli furono protagonisti molti valdesi, numerosi “pastori” e la popolazione civile che per lo più condivise la lunga lotta dei partigiani. Il Comandante Ettore Serafino, in una sua testimonianza, parla di nuclei di “partigiani valdesi” e nel ricordare la sua infanzia nella dittatura dice: “La mia formazione nella società del totalitarismo fascista era temperata dal fatto che vivevo nel mondo valdese, dove le retoriche e le infatuazioni del regime non allignavano molto”.

Certo è che nelle valli valdesi, subito dopo l’8 settembre, si formarono gruppi partigiani in molti Comuni e in molti ricoveri boschivi delle montagne sopra i centri abitati: ricordiamo quelli di Bobbio Pellice, di Villar Pellice, dei Chabriols, degli Ivert sopra Rorà. I gruppi si organizzavano attorno a figure di comandanti, alcuni dei quali divennero grandi capi partigiani.

Da https://www.fondazionevaldese.org/content/sistema-museale-fondazione-valdese.php

In Val Pellice molte formazioni partigiane si riunirono poi sotto le bandiere di “Giustizia e Libertà”, che in qualche modo raccoglieva il richiamo alla tradizione valdese di lotta in difesa della libertà. Molti valdesi combatterono anche nelle altre formazioni: nelle brigate garibaldine, presenti in Val Pellice, ma soprattutto in Val Luserna, e nelle brigate autonome della Val Chisone. La Val Pellice conobbe anche un periodo di Liberazione dall’occupazione nazifascista e fu “Italia Libera” per un mese e mezzo, fino al marzo del 1944.

Di questa storia era figlio, ma anche partecipe, Giorgio Bouchard, che ci ha lasciati lo scorso 27 luglio all’età di 91 anni. Pastore valdese, già Moderatore della Tavola Valdese dal 1979 al 1986, Presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia dal 1988 al 1994.

Giorgio Bourchard

Uomo di chiara intelligenza, di grande sapere, di profonda dedizione alla vita e agli altri, ha conosciuto il mondo con una esperienza ricca e intensa.

Nei suoi numerosi e molteplici incarichi non è stato sempre a Torino, ma chi ha partecipato alla vita sociale, civile e pubblica torinese ricorda come riferimento sicuro la sua presenza, non solo per i rapporti che la Chiesa Valdese ha sempre avuto con le forze democratiche e antifasciste, ma soprattutto per l’interesse e la disponibilità particolari che lo legavano al mondo dell’antifascismo e della Resistenza.

Quando nel congresso del 2016 accettò la Presidenza onoraria dell’Anpi di Torino si saldò in maniera definitiva il suo legame col “mondo dei partigiani” e noi vivemmo come un onore avere con noi Giorgio Bouchard, uomo di chiesa, per tutti “il Pastore”, che portava ricchezza e nuovo valore all’Anpi.

Aveva vissuto la sua vicinanza all’Associazione da molti anni, partecipando spesso alle commemorazioni della Liberazione come oratore ufficiale, assieme a Cesare Alvazzi, e ancor prima a Carla Gobetti e a Bianca Guidetti Serra, e sentì questa vicinanza “come un segno dall’Alto”, affermando: “il mio ministerio si definiva sotto il duplice segno dell’evangelo e della libertà.”

Il Pastore ha conosciuto Paesi, mondi, ambienti; la sua vita è stata ricca di conoscenze e relazioni, porta con sé realtà sconfinate, come si legge nel libro Il ragazzo dai capelli bianchi (Claudiana, Torino 2014) che la moglie Piera Egidi gli ha dedicato e da cui, per l’articolo, abbiamo tratto alcuni passi.

La sua è stata presenza autorevole e ascoltata, perché anche nella discussione più semplice portava un sapere lontano e le sue riflessioni e i suoi contributi erano proposti con modestia e un sorridente riserbo. Noi abbiamo sempre sentito nelle sue parole, nei suoi discorsi che la Resistenza era il fondale e lo spirito della sua vita.

È stato pertanto giusto che a porgergli un ultimo saluto a Torre Pellice, dove tornava spesso negli ultimi anni, nel culto di preghiera al Tempio Valdese, sia stato un comandante partigiano, Giulio Giordano, classe 1926, commissario 5° Div. G.L. “S. Toya”, presidente della sezione Anpi di Torre Pellice, dove il Bourchard era iscritto.

Queste le parole di Giordano con cui vogliamo chiudere il nostro ricordo:

Torre Pellice, il Tempio valdese

«Il 27 luglio 2020 si è spento in Torre Pellice (TO) il pastore valdese Giorgio Bouchard di anni 91. Nativo della vicina San Germano Chisone è stato consacrato pastore nel 1958. Dedicò tutta la sua grande vitalità alla sua Chiesa, sorretto sempre da una fede profonda e vissuta.

Ricoprì numerosi incarichi di alta responsabilità. Nel 1979 venne eletto dal Sinodo Moderatore della Tavola Valdese, massimo organismo della Chiesa Valdese. Nel 1984 firmò insieme a Craxi, capo del governo, il testo dell’Intesa fra lo Stato e la Chiesa valdese in osservanza ed applicazione, assai tardiva, della norma costituzionale.

Uomo di studio svolse una intensa azione di pubblicista e editorialista con particolare attenzione ai rapporti Chiesa-Stato, alla posizione ed attività antifascista del mondo evangelico, non solo durante la Resistenza ma anche durante il ventennio, non circoscrivendo alla sola Italia il campo delle sue ricerche; non ignorò il problema del popolo nero del Sudafrica.

Fu definito un intellettuale vicino alla Resistenza, così non è. Non vicino, ma nella Resistenza, a cui non partecipò per semplice motivo anagrafico. Furono la sua intelligenza e fede religiosa a determinare la scelta. Vide chiaramente come nella Resistenza vi fosse un filo quasi sottile, ma non tanto, con la secolare storia del popolo valdese. Con coerenza dichiarò sempre apertamente la sua opinione trovandosi, talora sul tema resistenziale, in non perfetta assonanza con la posizione ufficiale della sua chiesa. Lo fece con dolore, sicuro e convinto che il suo agire era per il bene stesso della chiesa.

La sua costante coscienza antifascista lo portò a svolgere intensa attività nell’Anpi quale presidente onorario del Comitato provinciale di Torino. Fu solo la malattia a fermarlo, non i capelli bianchi.

Non ci rimane che aggiungere il suo nome a quel lungo elenco, iniziato nel lontano settembre 1943, di compagni che non ci sono più ma che, invece, ‘ci sono ancora e sempre’. Giorgio Bouchard non sarà dimenticato. Giorgio, puoi esserne certo, non temere. Grazie per quello che ci hai dato e

fatto per “il mondo dei partigiani”».

Maria Grazia Sestero, presidente dell’Anpi provinciale di Torino, componente del Comitato nazionale Anpi