Un’immagine di Acireale a inizi 900 (wikipedia)

Dobbiamo ammetterlo, ci eravamo sbagliati. Credevamo che le reticenze e la pavidità palesata nei decenni ogni volta che si affrontava un tema di etica costituzionale fossero sostanzialmente dovute a carenze strutturali, a mancanza di nerbo, a personalità deboli. In realtà i fatti hanno dimostrato che non è pavidità, non è incapacità di agire, ma è accondiscendenza verso quella destra che ogni giorno di più è determinante nel decidere della vita e della morte della sua Amministrazione, riverente piaggeria verso quelli che finge di considerare avversari politici ma che rappresentano la meta agognata.

Un’immagine dal Consiglio comunale di Acireale dello scorso 2 ottobre

Ecco spiegato perché al tentativo di portare in Consiglio la proposta che la concessione di spazi comunali fosse subordinata a una semplice dichiarazione da sottoscrivere nei moduli di richiesta (“mi riconosco nei valori antifascisti della Costituzione”), fu opposto un muro di gomma già nei primi mesi di questa attuale giunta. Così come la precedente Amministrazione comunale organizzò il Carnevale estivo con maschere e coriandoli nella giornata del 25 aprile.

Piazza duomo ad Acireale, oggi (wikipedia)

Un altro fronte, aperto dal lavoro della sezione Anpi “Placido Rizzotto” di Acireale nel 2014, è più recente e, se possibile, ancora più doloroso, poiché ha a che fare con la memoria di quattro cittadini acesi deportati e morti nei campi di sterminio nazifascisti. A loro fu conferita già nel 2015, dietro iniziativa dei partigiani locali, la Medaglia d’Onore dal Presidente della Repubblica e ai parenti fu promesso, alla presenza della cittadinanza, che quanto prima si sarebbe provveduto a far erigere un monumento commemorativo, che non è stato mai realizzato.

Una scritta del ventennio ad Acireale (fancityacireale.it)

L’inerzia di questa Amministrazione aveva però trovato il tempo di dedicare un monumento a Norma Cossetto, il cui unico legame con il territorio è rappresentato dalle attività dell’associazione di un consigliere comunale leghista.

Noi della sezione Anpi abbiamo proposto di realizzare a nostre spese il monumento ai quattro deportati, coinvolgendo le scuole superiori cittadine. Al Comune si chiedeva unicamente il nulla osta all’installazione del monumento in quello che il sindaco aveva pubblicamente individuato come il “quadrante della memoria” a Piazza Garibaldi.

Mussolini in visita ad Acireale (foto tratta dal libro “Labari e campanili” di P. Isgrò e C. Nicolosi)

Ma nonostante gli ostacoli che quotidianamente incontriamo, la nostra battaglia per la memoria dei deportati acesi sarà sempre viva e condivisa con le massime istituzioni regionali e nazionali, affinché possa essere conosciuta e custodita in chiave antifascista e a difesa dei valori costituzionali.

Il sindaco Stefano Alì, però, si vuole… “superare” e, accorgendosi che su alcuni muri di città insistono ancora delle scritte mussoliniane (ne erano state installate una quarantina in occasione di una vista del duce nel 1937 e poi cancellate a partire dal 1945), presiede e fa approvare da una commissione tecnica, approfittando pirandellianamente dello strumento democratico del bilancio partecipativo, il progetto che vuole ripristinare tali obbrobriose scritte.

Così facendo e con soldi pubblici (5.000 euro più iva a scritta) si vuole rivitalizzare la memoria fascista attraverso l’esaltazione del Ventennio con frasi intrise di retorica, odio e finalizzate alla sopraffazione. Minimizzare la barbarie fascista, o negarne l’attinenza nelle vicende della città di Acireale è stato il leitmotiv della classe dirigente che, dal dopoguerra a ieri, passando per la sindacatura dell’ultimo segretario cittadino del Pnf, si è succeduta nei decenni. E l’ultimo primo cittadino in ordine di tempo, presentatosi sotto le false spoglie del progressismo, è riuscito a meritarsi l’appellativo di “Alìlà”.

La locandina dell’iniziativa di domenica 17 ottobre

Per noi dell’Anpi “Placido Rizzotto” una scelta vergognosa di questo genere non deve figurare in nessun atto amministrativo di Acireale come di nessun’altra città. Questa non è una generica idea amministrativa, bensì un atto ufficiale anticostituzionale e apologetico rispetto alla propaganda che quelle frasi esprimono. Sappiamo che il fascismo è vivo nel Paese. La cronaca quotidiana lo rivela e i fatti della Cgil di Roma sono l’ennesimo campanello di allarme e allerta. Ma sappiamo anche che l’Italia nata dalla Resistenza sa resistere, isolare e respingere i tentativi di revisionismo storico finalizzati (subdolamente e non) all’esaltazione del fascismo.

Abbiamo fatto appello a tutte le sensibilità antifasciste dei movimenti, delle associazioni e dei partiti politici della città, ma anche ai singoli cittadini e abbiamo avuto un riscontro entusiasmante in termini di adesioni che confluiranno nel sit-in organizzato domenica 17 ottobre sotto il Palazzo di città di Acireale.

Il fascismo non è un’opinione, è un crimine.

Maurizio Musumeci, presidente sezione Anpi “Placido Rizzotto” di Acireale