Danneggiamenti, svastiche e croci celtiche disegnate sulle saracinesche con la scritta “Viva il Duce”. I nazifascisti, vigliaccamente, in piena notte, hanno colpito la sede della Cgil di Borgo Mezzanone, borgata che rientra nel Comune di Manfredonia ma molto vicina a Foggia.

Una borgata nota da troppi anni perché ospita il più numeroso insediamento spontaneo di immigrati, nonché braccianti agricoli, che vivono in condizioni disumane intollerabili, ricattati da caporali e sotto scacco della criminalità organizzata. Lì dove nel giro di un anno e mezzo sono scoppiati sette incendi (l’ultimo a giugno) in cui hanno perso la vita quattro persone.

Il ghetto dove vivono gli immigrati a Borgo Mezzanone dopo uno degli incendi

«Come è accaduto in passato – ha detto Michele Galante, presidente del Comitato provinciale Anpi Foggia – è stato l’ennesimo attacco fascista legato proprio alla presenza di braccianti migranti per i quali da tempo chiediamo una sistemazione più umana e dignitosa. Condanniamo con forza questo blitz nazifascista ed esprimiamo la totale solidarietà alla Cgil tutta».

Un atto ignobile che arriva a ridosso dell’anniversario della scomparsa di Giuseppe Di Vittorio, il padre del sindacato italiano, indomito antifascista, che per questo ha patito restrizioni e persecuzioni della dittatura, fino al determinante contributo dato alla Resistenza e alla Lotta di Liberazione.

Giuseppe Di Vittorio, antifascista, condannato dal tribunale speciale a 12 anni di carcere, costretto all’esilio in Francia, dove nel 1941 venne arrestato dai tedeschi, rimpatriato e confinato a Ventotene, poi combattente nelle Brigate Garibaldi, nel 1945 sarà eletto segretario generale Cgil

Condannando l’episodio la Cgil Puglia e la Camera del Lavoro di Foggia, che oggi a Cerignola ricorderanno Di Vittorio, confermano l’impegno antifascista del sindacato: “Ospite della trasmissione Rai ‘Che tempo che fa?’ – si legge in una nota della Cgil Puglia – il nostro segretario generale, Maurizio Landini, è tornato a chiedere lo scioglimento di organizzazioni e aggregati neofascisti, gli stessi che in questi giorni provano a infiltrarsi e cavalcare in modo violento il disagio sociale e le manifestazioni di protesta di chi sta patendo economicamente la crisi legata alla pandemia”.

Ed è la stessa la matrice di chi notte tempo ha oltraggiato la Camera del Lavoro di Borgo Mezzanone con scritte e simboli inneggianti al fascismo e al nazismo.

“Provvederemo a denunciare alle autorità competenti l’accaduto – prosegue la Cgil – e continueremo a manifestare perplessità circa la tolleranza che le istituzioni statali concedono a tali aggregati: non può essere il gioco semantico di richiamo o meno al disciolto partito fascista a impedire provvedimenti legislativi forti e definitivi contro chi al fascismo inneggia, pubblicamente. Va da sé che la Cgil, il mondo del lavoro, baluardo da sempre di democrazia e antifascismo, valori costituzionali incisi nel dna dell’organizzazione, non si faranno intimidire da chi agisce di notte in modo vigliacco. Come da tradizione, colpendo un luogo simbolo della partecipazione e dell’integrazione, la sede della Camera del Lavoro, che rappresenta il segno concreto di vicinanza ai lavoratori e ai cittadini italiani e stranieri, contro chi soffia sul disagio per alimentare xenofobia, razzismi, divisioni”.

Il brutale attacco nazifascista di Borgo Mezzanone è stato stigmatizzato anche dal Coordinamento regionale antifascista pugliese e dai componenti dell’Osservatorio contro tutti i fascismi della Regione Puglia che scrivono, tra l’altro: “Non si può più tollerare timidezza da parte delle istituzioni nel mettere fuori legge formazioni che si ispirano dichiaratamente al disciolto partito fascista. Non ci sono più scuse e non saremo indulgenti contro chi non userà il polso fermo contro coloro che mestano nel malessere sociale e costruiscono ad arte una nuova e più preoccupante strategia della tensione”.